The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

4. Lo Spazio Sciamanico




Capitolo 3: Multiverso e Fisica Quantistica – Lo Spazio Sciamanico

Questo capitolo è dedicato a tutti coloro che si definiscono “razionali” e “scientifici”, quelli che sentendo parlare di sciamanesimo e “Viaggio Sciamanico” storcono il naso e li bollano come argomenti assurdi e irrazionali. Ringrazio il mio maestro Giancarlo Tarozzi, che con i suoi seminari e il suo libro, “Caccia all’Anima”, mi ha fornito gran parte del materiale a riguardo.
La scienza, la fisica, la chimica, indagano sul manifesto: creano leggi basandosi su ciò che possono vedere e dimostrare empiricamente. Ma tali leggi, le stesse su cui basano le teorie, valgono soltanto in un sistema “mediocre”: man mano che si va verso gli estremi, verso l’immenso e il microscopico, verso temperature bassissime o altissime, verso i limiti del sistema matematico (oltre l’infinito), oltre la velocità della luce, queste leggi cessano di valere. Quindi, in sostanza, la scienza crea le sue leggi che valgono per il suo cortile di casa: di ciò che c’è fuori, non sa o non dice.
E giustamente, la scienza stessa ha cambiato spesso orientamento, man mano che le teorie si evolvevano e i punti di vista cambiavano: dopo il positivismo ottocentesco, il relativismo einsteiniano, per arrivare alla quantistica, ossia “la scienza che si ribella alla scienza”. Saprete di certo che gli scienziati tradizionali guardano con poca indulgenza ai quantistici, definendoli anche “para-scienziati”. Eppure è la frontiera più avanzata e innovativa che il filone scientifico ha raggiunto.
La quantistica è quella branca della scienza che “ha messo il naso fuori del cortile”, che indaga la struttura più profonda della materia. Vi interesserà sapere che una delle asserzioni fondamentali dei quantistici afferma che i fenomeni fisici non sono altro che la “manifestazione effimera di un’entità fondamentale soggiacente”… Non vi fa drizzare i capelli notare che assomiglia tremendamente all’affermazione che sta alla base di molte visioni cosmologiche orientali (ad esempio del Buddhismo), nonché delle religioni animiste?
Da tempo ormai abbiamo accettato che il fotone sia al contempo una particella e un’onda, quindi è materia ed energia allo stesso tempo. Un famoso esperimento ha dimostrato che un fotone, sparato a grande velocità verso una lastra sulla quale sono stati praticati due fori, passa contemporaneamente in entrambi. In pratica, per una frazione di secondo, esiste in due posti contemporaneamente.
Nel tentativo di spiegare una cosa del genere, la scienza ha prodotto due teorie. Due teorie che sono costate secoli di esperimenti e osservazioni. E che gli Sciamani già conoscevano secoli fa.

La prima teoria, la Teoria della Sovrapposizione, afferma che, dal momento che ciò che noi possiamo osservare è circoscritto al momento di partenza e di arrivo di un fenomeno, ciò che accade nel mezzo, nel “durante”, è ignoto. Nel mezzo, in ciò che non si riesce a indagare, può succedere di tutto. Il fotone, quindi, può anche esistere in due punti diversi. Erwin Schrödinger ben descrive la teoria con un esempio: prendiamo un gatto. Le possibilità sono due: o è vivo, o è morto. Dal momento che possiamo vederlo, constatiamo che è vivo. Se poi lo mettiamo in una scatola, non possiamo sapere in ogni momento quale delle due possibilità si verifica, tuttavia, se riapriamo la scatola, constatiamo di nuovo il suo stato. Per la fisica quantistica, quando il gatto è nella scatola si avverano entrambe le possibilità: il gatto è vivo e morto contemporaneamente. E’ la nostra presenza di osservatori che costringe in un dato momento la realtà in una condizione precisa. Gli sciamani da sempre sanno che è l’osservatore e il punto di vista che egli assume a creare la “realtà”.

Non siete soddisfatti? L’unica altra teoria creata a proposito è quella degli Universi Paralleli. Questa afferma che ogni volta in cui un fotone si muove verso un bivio, può scegliere due opzioni: prendere la strada di destra, o quella di sinistra. Ogni volta che questo succede, la realtà si divide in infinite diverse realtà: tante quanti i diversi possibili risultati. Quando il fotone torna a percorrere la stessa strada, le due realtà si riuniscono. I teorici chiamano questa infinita coesistenza di mondi paralleli il “Multiverso”. Uno stupore eccezionale per noi uomini moderni, ma una banale ovvietà per gli sciamani, da sempre abituati a viaggiare attraverso i mondi.
Quelli di voi che stanno pensando si tratti di fantascienza o pura teoria, probabilmente non sanno che il laser del lettore cd che hanno in casa funziona proprio grazie alle scoperte che queste teorie hanno prodotto…
Avete ancora bisogno di certezze? Parliamo allora della famosa costante universale, la velocità della luce: già dieci anni fa, ben due team diversi di scienziati sono riusciti a far viaggiare un fascio di luce a una velocità decine di volte superiore ad e. Se detta così può non impressionarvi, detto così probabilmente vi colpirà: per l’esperimento, è come se un tizio scivolasse su una buccia di banana, e un osservatore distante potesse vedere il fenomeno prima di quelli che sono lì vicino a testimoniare. Una sorta di veggenza, in pratica.
Gli scienziati hanno messo le mani avanti, spiegando che il tempo che noi impieghiamo a decodificare il messaggio annulla qualsiasi vantaggio. Ma ciò vale per la parte del cervello razionale: per l’emisfero destro, quello intuitivo…
Si parla di “pensiero laterale”, ossia della capacità di osservare uno stesso fenomeno da più punti di vista, in modo digitale anziché analogico, insomma.
Se è vero che il nostro punto di vista crea la realtà, allora possibilmente riuscire ad assumerne diverse e fluire dall’una all’altra ci consente di moltiplicare le potenzialità di ciò che ci circonda.

Questo capitolo non è davvero necessario per la comprensione del percorso sciamanico: se vogliamo, è quasi un divertissement, un gioco fine a se stesso. Divertente notare come i grandi sforzi dell’emisfero cerebrale sinistro portino gli stessi risultati di quello destro, come l’uomo corra sempre più in alto, scoprendo e inventando, per tornare alla fine al punto di partenza.

C’è un’altra teoria quantistica che una volta mi è stata spiegata da alcuni amici fisici. Non mi è facile rievocare tutti i passaggi tecnici che portano all’enunciato, comunque sia mi è stato spiegato che, basandosi appunto sulle tesi della meccanica quantistica, ogni volta che si passa attraverso una porta, c’è la possibilità di smaterializzarsi. Assurdo, e nemmeno molto chiaro in realtà. Mi sono immaginato di entrare in bagno, e puff… All’improvviso ti sei smaterializzato. Non andrò nei dettagli della cosa perché le mie conoscenze specifiche me lo impediscono; ma a parte la sorpresa che può aver suscitato un tale enunciato, non mi stupisce l’aver collegato anche questo al pensiero sciamanico: attraversare le soglie, viaggiare attraverso i mondi… Il primo passo che si compie in un Viaggio Sciamanico è l’attraversamento della Soglia. Ma di questo parleremo più approfonditamente nei prossimi capitoli.

Come esercizio, vi propongo questo: provate a fare qualche ricerca su un teorema quantistico. Provate a capirlo, innanzitutto (il fisico Niels Bohr diceva: “Chiunque riesca a riflettere sulla meccanica quantistica senza che gli giri la testa, non l’ha capita”). Dopodiché, provate a valutarne le implicazioni: qualcosa mi dice che scoprirete che gli sciamani c’erano già arrivati…