The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Persefone e Kore (Luna)

KORE


PERSEFONE



A cura di Bardo

PERSEFONE e KORE (LUNA)

Introduzione
Persefone (Proserpina per i romani), chiamata talvolta anche Kore (“fanciulla”, per il suo attributo di giovinezza), era la Dea figlia di Demetra, la Madre delle Messi, e Zeus. Narra il mito che la giovane, allorché si accingeva a cogliere fiori in un prato, venne rapita da Ade e portata nell’oscuro Averno per divenire sua consorte, la Regina dell’Oltremondo. La madre la cercò ovunque, finché, scatenata la carestia su tutti i campi, costrinse Zeus a mandare Ermes a recuperarla. Prima di andar via Persefone mangiò dei semi di melograno offertole da Ade, in questo modo legandosi indissolubilmente all’Averno e offrendo il suo destino a una vita ambigua: metà dell’anno poteva passarla con la madre sulla terra, l’altra metà tornava al fianco di Ade a regnare sulle anime dei morti. Il mito di cui è protagonista, centrale negli antichi Misteri Eleusini, rappresenta la sua funzione in qualità di personificazione della vegetazione, che germoglia fuori in primavera per poi ritirarsi nella terra dopo il raccolto.
Interessante è il duplice legame che ha con Afrodite: nel mito che vede centrale Adone, le due Dee se lo contesero finché non ottennero di poterselo spartire in diversi periodi dell’anno.
Alcune versioni dei miti afferenti a Persefone la vedono tra l’altro madre di Dioniso.
Il narciso e il papavero, il serpente, il melograno (e secondo alcuni l’oppio, la cui capsula rossa in realtà va a sostituirsi ai semi del melograno) sono tutti simboli che rappresentano Persefone; tra i suoi epiteti troviamo “Regina sotterranea”, “la giovane”, “melliflua”, “pura”, “portatrice di incubi/follia”.
Nella sua indistinta mutevolezza, rappresenta bene tutte le tipologie mitologiche di ninfe (Dafne, Eco, ecc., vittime sfortunate che vennero tramutate in piante o elementi naturali) o di esseri creati ad arte (donne-bambola come furono Pandora o Galatea).
Vediamo che le caratteristiche dell’Archetipo Persefone sono duplici e inestricabili: orientamenti che tirano verso due estremi opposti (la bambina e la regina, l’angelo e il demone), ma che allo stesso tempo convivono nella stessa anima. è un tipo, questo, che pur avendo elementi distintivi chiari è afferrabile solo nella sua mutevolezza. Potremmo parlare di “tendenza persefonica” per comprenderci meglio, a indicare quella serie di caratteristiche che a lei afferiscono, identificabili anche fisicamente, ma che sono perlopiù intangibili. Un Archetipo che rappresenta la mutevolezza non vive tanto nell’estrinsecità, quanto nell’inapparenza, in quella sensazione invisibile che impregna la materia e la contamina, costringendola all’effimero e alla variabilità. C’è un grandissimo potere in un’essenza mobile che accetta senza resistere le contaminazioni esterne, un potenziale evolutivo senza pari: Persefone è senza alcun dubbio l’Archetipo con più potenziale di crescita in assoluto. Di contro, il lato oscuro di tale volatilità è il rischio fortissimo di perdersi, non trovare un proprio centro e vivere nella schiavitù dell’ambiente circostante, una Samsara di trasformazioni in effigi esteriori che mal nutrono il Sé, fino a degenerare nella psicosi e nella follia.
Persefone è tutto questo: Kore, la bambina, aperta al mondo e alle sue influenze, e la Regina Oscura, padrona di un mondo di tenebra (l’inconscio), che – come valeva per Ade suo consorte – nasconde un immenso tesoro.

Morfologia
Come abbiamo detto, in questo Archetipo convivono tendenze opposte che danno origine a multiformi variabili. Proprio come fossero due persone diverse: Kore e Persefone, due Archetipi distinti eppure parti uguali della stessa essenza; due poli, due estremi in mezzo ai quali si snoda una varietà data dalla loro mescolanza. Quando Persefone è l’Archetipo principe in una donna, può manifestarsi estrinsecamente con prevalenza Kore (più bambina, estroversa, più isterica e mutevole) o prevalenza Persefone Regina (più cupa, introversa, volitiva e intrigante); in mezzo a queste due varianti ci sono infinite composizioni spurie che presentano tratti misti: l’analisi del metatipo in oggetto va affrontata nel suo complesso, nella lettura integrata di morfologia e psicologia per determinarne la tendenza dominante (i due diorami in calce all’articolo danno esempi calzanti delle varietà di cui si sta parlando).
Tratteremo quindi le due tipologie come fossero due Archetipi distinti, chiamandole Kore (o Luna) e Persefone (o Persefone Regina), tenendo però sempre a mente che l’impulso generante è unico seppur mutevole e presenta metatipi misti.

Kore è un tipo puro, da Lèon Vannier nominato “Luna” in virtù delle sue caratteristiche dominanti: il pallore, la rotondità, l’agitazione e l’incoerenza, la fantasia, il passo bizzarro e instabile. Di statura medio-bassa, tutto in Kore è tondeggiante, o inscrivibile in un cerchio perfetto; ha un volto a forma di noce, spesso somigliante a un tondo, cranio sferico, la schiena è tonda, spalle rotonde e così il petto (con seni alti, piccoli e sodi che facilmente però tendono ad ammollirsi e cadere), le anche arcuate, la vita pronunciata, braccia e gambe paffute, mani e piedi molli e grassi. La fronte è sfuggente, curva in alto e ritratta indietro, più larga che alta, con arcata sopraccigliare pronunciata; il naso corto e ben disegnato, incavato al centro e arrotondato in punta, con narici larghe e visibili, caratteristico del tipo; la bocca sembra piccola e tonda con gli angoli rivolti all’insù e labbra rosse, ma è piuttosto grande quando si trasforma in un sorriso (cosa che accade molto di frequente, Luna ride in continuazione e la sua bocca è estremamente mobile e fa smorfiette di ogni tipo, come quelle dei bambini); il mento è rotondo, grasso e sfuggente – manifesta la passività del tipo; le orecchie medie, poco orlate. I capelli sono di un biondo cenere o paglierino slavato, con variante color carota, poco folti e sempre lisci. Gli occhi sono un’altra caratteristica tipica di Kore/Luna: di color azzurro pallido, grandi, umidi, dolci anche se freddi, socchiusi da palpebre larghe e sottili; spesso miope, Kore ha lo sguardo perso nel vuoto, sognante, distratto (è sempre “sulla luna”). Il colorito della pelle è pallido, smorto; le carni molli, fredde e imbibite accentuano i bozzi e le rotondità quando i tessuti assorbono acqua – cosa che accade facilmente, perché Luna soffre di ritenzione idrica.
L’atteggiamento di Kore/Luna riflette i sentimenti che la animano: talvolta, come presa da un demone interiore, si agiterà senza perseguire uno scopo definito; talaltra, assorta nel sogno che insegue, rimarrà immobile con lo sguardo sperduto in lontananza, estranea al mondo circostante. Il passo è irregolare e noncurante, bizzarro, incerto, indice di irrisolutezza e mancanza di fiducia in sé; il suo equilibrio è precario, e teme spesso – a ragion veduta – di cadere su terreni diseguali. I suoi gesti sono lenti e impacciati, ingenui, imbarazzati e infantili; copiosi e poco coerenti, accentuano l’aspetto sognante, assente o timoroso. La voce è debole e piacevole, come velata, timida e incerta. Parla poco, non canticchia mai e non fa rumore; la bocca tuttavia, molto espressiva, spesso si muove a sua insaputa, come a formulare autonomamente i pensieri segreti che la mente insegue.
Il foglietto embrionale è ento-meso. Caratteriologicamente può essere una sentimentale para-sanguigna, una apatica para-collerica o un’apatica para-sanguigna. Il binario di medicina cinese corrispettivo è principalmente acqua-fuoco (sempre yang: Kore è tipicamente un’estroversa).
Il tipo presenta a ben vedere le caratteristiche tipiche dei bambini.

Persefone invece è un metatipo, risultante dalla convergenza di Luna/Kore, Saturno, Afrodite e Terra. Come il bambino perde le rotondità crescendo e affila i lineamenti e approfondisce il carattere, così accade per Persefone, evolutasi da Kore: il complesso di questi tipi contrastanti è potente e fragile al tempo stesso, di forza armoniosa e grazia un po’ selvaggia. Di statura media o alta, a seconda che predomini Terra o Saturno. Il viso è lungo, affilato, dal colorito olivastro; il naso è greco, le labbra rosse, la bocca grande; mento solido e appuntito. Gli occhi indicano il temperamento: azzurri, prevale Luna, è fantasiosa e bizzarra; neri, prevale Saturno, è più calcolatrice; le iridi sono sempre brillanti. Può avere i capelli biondo chiaro di Luna, rossi, o più caratteristicamente il nero corvino di Saturno. La vita è svelta, agile e flessuosa (tipicamente luesinica); il petto è stretto, il seno piccolo; spalle strette, spioventi, mani e piedi piccoli; magra nella parte superiore del corpo, si appesantisce nella parte inferiore in zona glutei. è un tipo energico e indolente, mediterraneo.
Di carattere più cupo di Luna, condivide con lei però i silenzi, che su Persefone diventano profondi e indagatori: che indaghi nell’animo del suo interlocutore o sia persa nei misteri della vita, non è dato saperlo. Gesticola meno, il suo passo è leggero come di chi sfiora la terra, digitigrado, appoggia solo le punte; ballerina, assume la camminata alle “dieci e dieci”, con le punte divaricate. Quando chiuse, le gambe formano due parentesi tonde, per poi riunirsi alle caviglie. Il foglietto embrionale è vario, può essere ento-ecto se prevale la componente Luna, virare invece più sull’ecto se prevale Saturno. Caratteriologicamente è un’apatica para-nervosa, una flemmatica para-nervosa o una amorfa para-sentimentale. Il binario di medicina cinese corrispettivo è acqua-metallo, o metallo-legno.

Il corrispettivo maschile di questo Archetipo è ovviamente vario: principalmente si tratta di Ade, ma alcune tipologie possono rispecchiare Ermes.

Psicologia e caratteriologia
La donna portatrice di questo Archetipo (in tutte le sue sfaccettature, Persefone e Kore/Luna) esercita un grande fascino per la varietà dei suoi aspetti: ora pura, pia, casta e calma, dà l’impressione di una creatura non di questa terra (molte sante famose per le loro estasi e gli scritti pervenutici afferiscono a questo Archetipo). Ora sovraeccitata e persa in fantasticherie, incarna le personalità più folli e maledette: attraversata da presentimenti, scossa da allucinazioni, è in preda a una continua agitazione sentimentale; la sua ricettività nervosa la fa continuamente vibrare, anche alla minima impressione, l’occulto la attira e diventa facilmente spiritista se non può diventare maga; soggetto incline al sonnambulismo, può essere una medium eccellente. Ama la paura come vibrazione o eccesso; la neve e il temporale la commuovono e la tempesta la inebria, pur spaventandola. Il detto “l’occhio è lo specchio dell’anima” per lei ha un significato profondo: dai suoi occhi si comprende la direzione verso cui è spinta; se sono puri e luminosi, aspira verso qualche ideale e si eleva a ogni fantasticheria, poesia e contemplazione; se sono cupi e spenti – l’occhio di ceramica o di bambola – è allora completamente insensibile e priva di intellettualità, la sua fantasia non la porterà lontano.
è una donna che sogna la propria vita, non riuscendo a vivere i propri sogni. Frustrata nelle divisioni dei beni di famiglia, non offre resistenza all’avidità che la circonda; nella sua casa regna lo sperpero. Tormentata da strani desideri, chimerica, insaziabile, si lamenta sempre e non è mai soddisfatta; si preoccupa della propria salute e soffre di malattie immaginarie. La minima contrarietà suscita in lei lacrime e crisi di nervi; per natura inquieta e triste, in perenne timore per la propria libertà, sacrifica l’interesse alla fantasia; non trova mai la felicità e non la dà.
Possiede due aspetti di polo opposto: passivo, subisce temporaneamente l’ascendente di una persona e diventa il suo satellite; indipendente, si assoggetta alle impressioni più singolari e meno spiegabili. La donna può essere influenzata da uno dei due aspetti, passare dall’uno all’altro, oppure averli entrambi dentro di sé. Sono attratti da lei gli uomini con sensi più affinati del normale, la cui immaginazione si prodiga in arditezze e vedono in lei un essere di un altro mondo.
La facoltà principe di Persefone e Kore/Luna è l’immaginazione, un tipo di inventiva che si esercita su tutti i piani. Raramente è creativa, tranne che in musica e poesia. Sogna, ma non è uno spirito pratico: non realizza, continua a perseguire le chimere della sua mente, spesso senza riuscire a esprimerle. Il vuoto del suo pensiero la emoziona e la ricerca dell’emozione la porta a tentare esperienze nefaste per il suo equilibrio morale e organico. La sua immaginazione è molto attiva: che sia o no una persona intelligente, si compiace comunque delle proprie fantasticherie vaghe e melanconiche; spesso inventa anche storie straordinarie, prive di qualunque fondamento. è proprio il suo gusto per la finzione fantasiosa che può portarla alla poesia e alla produzione di versi, come anche alla cattiveria e alla calunnia. Ermes mente per trarre profitto diretto dalle speculazioni, ma di norma non crede alle sue menzogne; Persefone/Kore ci crede appassionatamente e afferma che è tutto vero, ogni falsità che inventa con ardore (posto poi qualche giorno o mese dopo dimenticare le proprie parole e sostenere l’esatto contrario, o negare quanto detto).
La sua intelligenza è vivace, feconda e brillante; in Persefone Regina si fa acuta e pungente. Ha una natura notevolmente intuitiva, molto soggetta ai presentimenti, dai quali però non si lascia ingannare. Sogna molto e ha spesso sogni profetici. Ama il meraviglioso, il favoloso, la pittura di fantasia, i paesaggi dai colori strani come quelli dei sogni. In letteratura ama il genere romantico; i racconti di Poe la incantano, Baudelaire e Verlaine sono i suoi poeti prediletti. La sua timidezza e la sfiducia in se stessa la rendono poco adatta a divenire un’oratrice: tipicamente, scrive meglio di come parla. La sua multiformità e la capacità di trasformazione la rendono estremamente adatta alla recitazione.

Le Kore e le Persefone sono molto impressionabili, mobili e incostanti. Sempre indecise, senza iniziativa, sono timide e mancano di fiducia in se stesse (Kore in special modo: Persefone può invece sviluppare un carattere più tagliente e volitivo). Si allarmano per la minima cosa e sono sempre agitate da immaginarie inquietudini, fluttuando di continuo tra il timore e la speranza. Hanno orrore per la lotta, la pena e la fatica: sacrificano volentieri i propri diritti e il proprio interesse in cambio della quiete e del riposo, che per loro è al di sopra di tutto. Poiché sono molto fiduciose vengono facilmente sfruttate, ma poiché sono anche molto rassegnate sopportano il loro destino. Del tutto prive di senso pratico, mal tollerano le difficoltà materiali della vita che le infastidiscono e le fanno disperare; tutto ciò che esige un’applicazione continua ripugna la natura delle donne Kore/Luna (le Persefone Regina sanno essere più metodiche grazie a Saturno e Terra, seppure soffrano spesso di sbalzi a causa di Luna e Afrodite); hanno uno scarso spirito di perseveranza e si lasciano facilmente guidare dal sentimento.
Riguardo a questo Archetipo, è importante spendere due parole sull’emotivizzazione, contrapposta all’emotività: mentre l’emotività nasce da un’attivazione della funzione “sentimento”, l’emotivizzazione al contrario nasce dal blocco di questa funzione. Sia le Persefone che le Kore/Luna sono emotivizzate: contattano primariamente la funzione “sensazione” junghiana, sono quindi focalizzate sull’aspetto materiale e sensoriale che guida il sentimento e lo domina. Sono quelle tipiche persone capaci di commuoversi e piangere alla vista di un cucciolo, e gridare e arrabbiarsi un istante dopo per un nuovo stimolo esterno.
Sia Kore che Persefone sono socievoli, amano le riunioni a condizione che siano intime: fuggono difatti dal rumore della folla e dai grandi rendezvous mondani. Amano godere in segreto delle proprie sensazioni, siano esse dettate da uno spettacolo, un concerto o un viaggio; nel viaggiare, tipicamente andranno da sole o con una persona amata, ma difficilmente si uniranno a un viaggio collettivo organizzato da un’agenzia. Amano i boschi, le foreste, i laghi e gli stagni; provano un vero piacere ad ascoltare il fremito del vento e il mormorio delle acque. Adorano la notte, al punto da rinunciare talvolta a vivere di giorno; i paesaggi lunari e il mistero che li circonda non hanno prezzo per loro; la luce lunare le turba ma le ispira anche; la luce del sole invece le stanca e le stordisce. Proprio come l’astro notturno, questo Archetipo vive della luce esterna riflessa su di sé. Senza sapere dove va e cosa vuole, cambia strada senza motivo e desidera tutto l’opposto di ciò che ha. Resa molto eccitabile dalla propria immaginazione, Persefone/Kore è abbastanza insensibile da un punto di vista sessuale: passiva in amore e poco sensuale, subisce l’ascendente altrui, ma il suo carattere incostante e versatile le impedisce di essere fedele e le fa cambiare facilmente compagno. Il suo amore è soprattutto ideale, e spesso si polarizza verso un idolo concepito dall’immaginazione. L’ignoto dell’aldilà preoccupa e inquieta Persefone e Kore, che non tengono molto alla vita, ma temono la morte. Tuttavia esse sono tormentate da strane suggestioni di suicidio.

Disturbi fisici e malattie morali
Le malattie morali di Persefone e Kore sono la fantasia e la volatilità. Le loro azioni sono sempre soggette ai capricci che le attraversano; nella loro vita nulla è ordinato: gli ondeggiamenti che subiscono dipendono da impressioni ricevute, da entusiasmi improvvisi, da esaltazioni irragionevoli che s’impossessano di loro e le snervano; sono, appunto, “lunatiche”, bizzarre e capricciose, preda di originalità che provocano talvolta eclissi totali o parziali della pace famigliare. “Volere la luna” significa desiderare l’impossibile: così queste donne sono spesso incomprese, ma anche incomprensibili per coloro che le circondano e non ne capiscono l’immaginazione, sempre incoerente e spesso delirante. In loro tutto è disordine, esiste una continua confusione tra sogno e realtà, tra bene e male, e non sono rari gli sdoppiamenti di personalità che contribuiscono al loro squilibrio. L’immaginazione senza regole, senza tregua e senza orientamento è in sostanza la malattia morale dominante di questo Archetipo: la sua stessa virtù, che diviene malefica nella sua esagerazione caotica. Allora si lancia in qualsiasi pratica proibita o innominabile, frequenta volentieri gruppi di squilibrati, fumatori di oppio o morfinomani; l’abuso di droghe porta questo tipo di donne alla follia. Superstiziose, tremano al minimo presagio e si danno alle scienze occulte.
La redenzione dell’Archetipo passa attraverso la regolarizzazione: persino la luna nella sua mutevolezza è regolare, conosce ogni suo volto e lo esercita armonicamente; così Persefone e Kore necessitano di viaggiare attraverso gli infiniti volti di loro stesse, conoscerli e dominarli, per impedire ad essi di dominare la loro vita. L’intuizione e la fantasia di queste donne, unita alla lucidità e al senso del limite divengono uno strumento potente. Vediamo in questo l’evoluzione che Persefone compie da Kore: con l’aiuto di Saturno, la Regina impara a dominare se stessa e l’ambiente con polso più ferreo. Saturno è un elemento centrale di un altro Archetipo – Atena: è soprattutto grazie a lei che la fanciulla Kore può crescere e sviluppare razionalità e distacco. Le degenerazioni morbose di questo Archetipo modificano straordinariamente l’aspetto fisico. Kore/Luna vede le sue rotondità allargarsi e diventare più piatte, meno eleganti; la faccia è più piatta, le sopracciglia mal disegnate si uniscono; la fronte più sfuggente, gli occhi rotondi sporgono, a palla, molto miopi, la pupilla diventa glauca e lo sguardo acquista una fissità maligna; il naso si scava profondamente al centro e il mento si indurisce. Tutto il corpo è ispessito e gonfio. Le spalle pesanti sostengono un collo gracile; il grasso delle braccia si muove per conto proprio, i seni sono molli, larghi e cadenti; le anche si appesantiscono, le caviglie sono gonfie, i piedi grandi e grassi. Presenta spesso uno stato idrogenoide: tendenza al gonfiore, accumulo d’acqua nei tessuti, idremia, con aggravamento con climi umidi e vicino all’acqua (l’acqua ferma come quella di stagni e laghi la aggrava più dell’acqua corrente); peggiora altresì con alimentazione acquea (verdure acquose come cetrioli, funghi ecc.).
Persefone Regina invece vede le guance scavarsi e infossarsi, gli zigomi sporgere all’infuori mentre le occhiaie si accentuano; il viso si fa più appuntito, il mento indurito e maligno, lo sguardo fisso e gli occhi brillanti lanciano lampi come quelli di Ade, seppure sotto le palpebre pesanti e semichiuse: si ha l’impressione che desideri e voglia distruggere allo stesso tempo, ma è come se stesse covando le forze per farlo in qualche angolo recondito dell’animo. Il collo segaligno e lungo viene marcato da nervi tesi, l’incisura dello sterno si scava e le clavicole sporgono, così come le ossa del bacino.

I rimedi omeopatici base per Kore/Luna sono Pulsatilla, Natrum Sulphuricum e Antimonium Crudum.
Pulsatilla la rappresenta in pieno: presenta disturbi dell’affettività, timidezza, “lacrime in tasca”, ciclotimia di fondo, desiderio di compagnia e di accattivarsi l’ambiente; ha particolare pudore e si trova in imbarazzo in presenza del sesso opposto (aspetto collegato a fenomeni di tipo regressivo psicologico e a problemi di “identità di genere”). Fisicamente ha problemi circolatori, ipocrinia (tiroide, ovaio, pancreas, surreni), eruzioni cutanee simili al morbillo, catarri spessi con secrezioni giallo-verdastre, irritazione delle mucose respiratorie, digestive, genito-urinarie, ipovarismo, disfunzione tiroidea e surrenalica con ipofunzionamento, stasi venosa e linfatica, dolori reumatici.
Natrum Sulphuricum viene somministrato in particolare per i disturbi del metabolismo dell’acqua intercellulare e l’eccesso di idratazione tessutale. I sintomi mentali caratteristici sono melanconia profonda con crisi improvvise di tristezza che si acuiscono con tempo piovoso o cambiamento meteorologico, timidezza con impressionabilità, irritabilità e misantropia, idee di suicidio, disturbi mentali a sfondo depressivo. Fisicamente il tipo presenta herpes labiali recidivanti, verruche peduncolate diffuse al collo e alle palpebre, obesità idrogenoide con edemi perimalleolari; ha la bocca impastata con lingua ricoperta da un induito spesso, grigio-verdastro, flatulenza addominale con coliche e diarrea che acuiscono al mattino dopo la colazione; epatomegalia con pesantezza che si acuisce coricandosi sul lato sinistro; catarro con tendenza cronica nelle mucose del tratto tracheo-bronchiale.
Antimonium Crudum è il rimedio per le sindromi digestive a impronta vago-tonica, le sindromi catarrali respiratorie, dermo-epidermo-ungueali e reumatoidi gottose. Segni caratteristici sono estrema sensibilità al freddo, corizza con tosse che peggiora al caldo, senso di pienezza e gonfiore addominale, eruttazioni con il gusto degli alimenti, nausea e vomito, colite con feci semi-solide e semi-liquide, emorroidi, cheiliti e pustole con secrezioni spesse e giallastre localizzate attorno a bocca, occhi, narici, viso e dietro l’orecchio; deformazione e ispessimento delle unghie, verruche cornee plantari, palmari e ungueali. Peggiora con i bagni freddi, col tempo umido e freddo, con il calore radiante del sole o di una fonte forte, dopo aver mangiato dolci, pane o carne di maiale e dopo l’uso di vino o alimenti acidi (che il soggetto desidera, ma che peggiorano la dispepsia atona ipocloridrica di cui soffre).

I rimedi omeopatici base per Persefone vanno invece verso Dulcamara, Thuya e infine Sepia (per la Persefone ectoblastica, con il viso affilato e a punta).
Dulcamara presenta i segni caratteristici della cefalea reumatica causata da tempo freddo e umido, nevralgie facciali sempre causate dal freddo, reumatismi alternati a crisi diarroiche, corizza secca nei periodi piovosi, dolori articolari con i cambiamenti atmosferici, lombaggine, orticaria generalizzata, verruche plane su mani e viso, bruschi ingrossamenti dei linfonodi cervicali, ascellari e inguinali. Dulcamara migliora col calore, il tempo secco e con il movimento (il riposo, il freddo e l’umidità la fanno peggiorare).
Il soggetto Thuya mostra depressione psichica con iperemotività e ansia, stati fobico-ossessivi, agitazione e impazienza; ha la sensazione di avere un essere vivente nell’addome, crede che il suo corpo sia fragile come il vetro. Fisicamente rileva cefalee con sensazione di “un chiodo conficcato in fronte”, odontalgia e otiti frequenti, dolori alla tibia, tosse secca con afonia e poliposi delle corde vocali; flogosi catarrali croniche delle mucose urinarie, rallentamento metabolico con disturbi del sistema reticolo-endoteliale (idrogenoidismo), cenestopatie, eruzioni cutanee vescicolose e verrucose (tipiche verruche a forma di “cavolfiore”), formazioni di polipi e di vegetazioni genito-urinarie, sudore dal caratteristico odore di porri cotti. Peggiora col freddo e l’umidità, dopo vaccinazioni ripetute, il mattino fino alle 15 del pomeriggio, dopo abuso di tè o dopo aver mangiato cipolle o carne; migliora col calore, il movimento leggero e distendendo le membra per sgranchirle.
Sepia è il tipico soggetto bilioso-nervoso, denota irritabilità e variabilità dell’umore, depressione con forte astenia psicofisica, apatia con abulia, atonia generale (circolatoria venosa, utero-ovarica, epato-portale), vampate di calore con sudori. Triste e abbattuto, piange in silenzio e in disparte parlando dei suoi mali; si estranea dalla famiglia e da ogni interesse, si irrita con se stesso e con gli altri, pensa costantemente ai suoi problemi e si disinteressa di tutto il resto; arriva all’indifferenza affettiva e perdita completa della libido. Fisicamente è tipica la congestione epatica; presenta altresì dermatite squamosa, herpes labiale e genitale, incontinenza con depositi sabbiosi rossastri nelle urine, visceroptosi con sensazione di pesantezza al bacino; ha dolori nella regione lombo-sacrale, sensazione di freddo circoscritto a zone, cefalea e dolori oculari (particolarmente all’occhio destro) con sensazione di sabbia e intensa lacrimazione, pesantezza delle palpebre, fotofobia, alopecia con seborrea del cuoio capelluto, ittiosi della cute con emanazione odorosa malsana. Migliora con il calore, con l’esercizio fisico e con la pressione.

Sviluppo
Come per tutti gli Archetipi, la descrizione psicologica che viene fatta in questa sede è del tipo base (duplice, in questo caso). Alcune di queste caratteristiche possono mancare nel metatipo dell’individuo preso in analisi, alcune fasi della vita possono essere dominate da altri Archetipi. Persefone e Kore/Luna possono manifestarsi in determinate situazioni, ad esempio in concomitanza con il periodo dell’infanzia o dell’adolescenza, nel momento di grande dubbio prima di sposarsi o di decidere della propria carriera, nel rapporto con i genitori oppure con un partner; emergono anche quando si sperimenta una discesa nel proprio inconscio, in seguito a traumi esterni o per attitudine propria; altresì, quando si sperimenta una trasformazione di sé dovuta alla vicinanza e all’influsso di un’altra persona. Oppure possono essere protagoniste di momenti o ambiti definiti, come quello lavorativo, sociale o affettivo. Di seguito osserviamo il percorso del tipo base.

Infanzia – I genitori
Da piccola Kore/Luna presenta l’aspetto mutevole tipico dei bambini: timida e ritrosa un momento, l’istante dopo può gridare violentemente per un desiderio o un bisogno, recalcitrare perché non vuole fare qualcosa che di solito fa senza dar problemi, poi un istante dopo ridere e tornare docile. Rispetto ad Archetipi indirizzati come Era, che si impunta perché non intende davvero fare qualcosa (e spesso vince anche), le lamentele di Kore sono isteriche e infondate, tanto acute quanto passeggere: bastano un po’ di attenzioni e delle coccole per portarle via. è estremamente ricettiva e manifesta immediatamente la risposta emotiva agli eventi esterni.
Se invece la bambina nasce sotto l’influsso di Persefone, più introversa, sarà la “brava bambina”, tranquilla, educata, che porta vestitini di merletto bianchi e rosa, una vera bambolina; vuole compiacere, fa perciò tutto quello che le viene detto e si veste con ciò che viene scelto per lei.
Una madre (tipicamente Demetra) eccessivamente sollecita e presente favorisce la tendenza della bambina Kore/Persefone a essere cauta, trasmettendole l’idea di essere fragile e bisognosa di protezione: è più la paura che lei cada e si faccia male che la gioia per i suoi primi passi. Da questo la bambina registra inconsciamente il messaggio per cui intraprendere qualcosa di nuovo – e quindi la difficoltà – è sinonimo di rischio e di angoscia. è una creatura cha ha bisogno di pensare e focalizzare per poter trasmettere all’esterno il proprio mondo interiore, spiegare ciò che desidera, e questa caratteristica può essere presa per incapacità o eccessiva timidezza da una madre estroversa, che facilmente cercherà di forzarla a intraprendere attività imposte, con la conseguenza di peggiorare il rapporto di dipendenza e impedendo alla figlia di imparare a fidarsi del proprio istinto. Madri forti e decise come Artemide o Atena se non redente possono essere deleterie per la bambina Kore/Persefone, fomentando il suo senso di inadeguatezza; viceversa, se centrate e risolte possono invece aiutarla a sviluppare la chiarezza e la capacità di fidarsi di se stessa se si pongono come guide amorevoli, presenti, attente alla soggettività della figlia e non giudicanti, prone a concederle i tempi di cui necessita.
Spesso la figura del padre è assente nella vita di Kore e Persefone – proprio come nel mito era Zeus – vuoi perché la madre è troppo presente, vuoi perché l’uomo non si è lasciato coinvolgere dalla paternità. Ma può anche accadere in alcuni casi che sia il padre la figura incombente, per cui il mito si rovescerà e avremo una bimba schiacciata da un genitore Ade (o Poseidone) che le trasmetterà la paura della vita. Di nuovo, fondamentale è per la piccola Kore/Persefone avere un modello genitoriale che comprenda l’importanza dell’introversione, che le dia spazio e le insegni a fidarsi delle conclusioni a cui giunge e le lasci fare esperienze diverse. Solo così si possono porre le basi ottimali per una solida fiducia in sé, fondamentale per questo Archetipo per non cadere vittima del suo mondo interiore.

Adolescenza e prima maturità – Il lavoro, i rapporti, matrimonio e famiglia
L’adolescenza è la normale prosecuzione della fanciullezza per Kore/Persefone: facilmente starà ancora giocando con le bambole, nel suo mondo di fantasia mentre le altre amiche già si incuriosiranno del sesso (ha bisogno della spinta di Afrodite per uscire dal suo mondo interiore). Una presenza genitoriale incombente potrebbe qui impedire la formazione di un’identità autonoma: tipicamente le ansie, le opinioni e i valori di una madre Demetra sono capaci di influenzare fortemente le sue percezioni. Certamente la ragazza frequenterà tutte le scuole che le vengono poste dinanzi, ma solo perché le viene richiesto: la cultura per lei è un passatempo, i compiti sono forieri di fatica perché si distrae facilmente o manca della fiducia in sé necessaria per portare a termine. All’università potrebbe cambiare corso di laurea molte volte; se si ferma, lo fa perlopiù per seguire la via di minor resistenza, difficilmente per scelta attiva. Le si addicono gli studi legati alla psicologia, oppure le accademie artistiche.
Potrebbe rimanere l’eterna studentessa, oppure intraprendere la via del lavoro, ma in quest’ultimo caso tenderà a saltare da un impiego all’altro, nella speranza che almeno uno la tenti e la interessi davvero. Spesso viene licenziata perché non rispetta le scadenze e gli orari o si assenta per troppo tempo. Riesce bene in mansioni che non richiedono iniziativa, perseveranza o capacità direttive; perfetti sono i casi in cui ha un capo che vuole compiacere e che le impartisce direttive specifiche di immediata esecuzione: se ha mansioni a lunga scadenza, procrastina finché la gravità del ritardo la coglie impreparata, impedendole di consegnare oppure facendole passare intere notti in bianco. Quando però la donna abbia più Persefone Regina che Kore, o nel momento in cui passa dall’una all’altra, la situazione cambia molto: potrebbe allora sviluppare la determinazione e la volontà per avviare addirittura una propria attività, spesso in ambito psicologico, spirituale o creativo; quando lo fa, il suo modo di lavorare è assolutamente poco ortodosso e molto personale.

Kore e Persefone stanno bene con donne giovani come loro; spesso formano sorellanze, e spessissimo si circondano di personalità più forti, trainanti, che le coinvolgono (tipicamente donne Artemide); se sono di bell’aspetto, possono attirare l’amicizia di donne che non si considerano particolarmente femminili, che proiettano su di loro la propria femminilità non sviluppata e le trattano come qualcosa di speciale. Se sono omosessuali, facilmente sperimentano la bisessualità; il rapporto tipico è quello di Artemide con le sue ninfe, una donna più grande e di carattere che si prende cura di loro.
Con gli uomini sono donne-bambine dall’atteggiamento condiscendente e sbarazzino; Persefone Regina nasconde la volontà dietro il comportamento remissivo, ottiene ciò che desidera agendo in maniera indiretta sulla persona che ha accanto. Sono tre i tipi di uomini che attraggono: quelli giovani e inesperti come loro (tipicamente gli Apollo), in cerca del primo amore o di un amore idealizzato nei confronti di un essere sfuggente; quelli “duri”, che subiscono il fascino della loro purezza e fragilità (Efesto o Ade); in ultima analisi, quelli che si sentono minacciati da una donna più grande e ricercano una figura da dominare, che non li metta in discussione (Ade, Poseidone oppure Efesto). Facilmente si ripropone la condizione mitologica per cui l’uomo è l’espediente per Kore o Persefone di liberarsi dal giogo della madre incombente: con la sua passività, ella metterà sua madre e il suo uomo in competizione, e non è escluso che si sia scelta il compagno proprio in virtù della sua capacità di osteggiare il fronte materno.
La sessualità per Kore e Persefone è assente. Esse si sentono per lungo tempo come donne travestite da bambine, incapaci di provare l’orgasmo, vittime del desiderio altrui; capita che si sentano “violentate” dalla passione del partner nell’approccio fisico. Quando però Afrodite si sveglia in loro (è più facile che accada nelle donne Persefone che nelle Kore/Luna) si realizzano finalmente anche sotto quel punto di vista, scoprendosi profondamente appassionate e guadagnando enormemente in autostima.
Il matrimonio, come tante cose nella vita di Kore e Persefone, “accade”: loro non lo scelgono, è qualcun altro che le porta all’altare. Può capitare che un giorno si sveglino e diano la colpa di tutto al proprio consorte, accusandolo di aver rovinato la loro vita; oppure al contrario, l’evento potrebbe dimostrarsi un punto fondamentale di svolta e trasformazione per loro, l’incontro di nuovi Archetipi come Era e Afrodite.
Pur partorendo figli, non è affatto detto che in loro si attivi l’istinto materno di Demetra: molto spesso avranno la sensazione di star recitando un ruolo che non compete loro. Sono eccellenti nell’alimentare la fantasia e la capacità di gioco dei figli quando son piccoli; ma quando crescono, possono avverarsi diverse fattispecie: una figlia più forte di loro potrebbe imporsi e dir loro ciò che devono fare anziché il contrario (rapporti madre-figlia invertiti); oppure, se la figlia condivide il loro stesso Archetipo, può instaurarsi un rapporto simbiotico di sorellanza in cui le due diventano in tutto e per tutto simili. I figli maschi spaventano e minacciano Kore e Persefone, che li lasceranno fare senza metter loro limiti di sorta, oppure attuando modalità indirette per circuirli e convincerli a fare ciò che desiderano – moine, coccole, lacrime, vergogna: ogni arma è valida.

Mezz’età e vecchiaia
Kore e Persefone rimangono giovani a lungo, seppure il loro corpo è vittima del tempo. Tanto più sono di bell’aspetto, tanto più le rughe e gli inestetismi saranno vissuti con angoscia: ricorreranno alla chirurgia estetica e ai lifting facciali per negare il cambiamento, vestiranno con abiti eccessivamente giovanili, arriveranno infine alla depressione di mezz’età. In questo momento in realtà giace un punto di svolta fondamentale per loro: la potenziale fine di un’eterna fanciullezza e la presa di coscienza per un viaggio verso la maturità.
Se Kore si è evoluta in Persefone, raggiungerà la vecchiaia con la regalità e il portamento della donna saggia, conscia dei misteri della vita e della morte. Se sarà riuscita a mantenere un collegamento con la sua bambina interiore, una parte del suo spirito rimarrà eternamente giovane. Può addirittura accadere che giunta a questo punto un nuovo Archetipo si sia sovrapposto all’originario, adombrando completamente Kore e Persefone. Nel caso peggiore di mancata redenzione, la attendono la depressione e potenziali malattie mentali che la separano dal resto del mondo, accompagnandola verso la morte.

Vie di crescita e Redenzione dell’Archetipo
Di tutti gli Archetipi in assoluto, Kore/Persefone è il più amorfo e il più mutevole. Meno caratterizzata e meno definita di tutte le altre Dee e gli altri Dèi, ciò che la contraddistingue è la mancanza di orientamento e di iniziativa. Ciò comporta un potenziale di crescita immenso, una grande ricchezza, ma anche un pericolo enorme di smarrimento del Sé e insorgenza di deviazioni psichiche qualora chi ne è portatrice ceda all’inerzia e alla paura. Redimere l’Archetipo significa trasformare il vittimismo e la sfiducia in sé in flessibilità e adattamento, empatia, forza: quella forza vera, interiore, il motore invisibile che fa gravitare le cose attorno alla mente saggia.

Il Viaggio negli Inferi
Nell’estrema influenzabilità di questo Archetipo, può capitare che la donna da esso dominata passi da un’esperienza all’altra sfiorando la superficie, senza mai cogliere l’occasione per specchiarsi e riconoscere il proprio Sé profondo: la capacità di mettersi in gioco, di vivere appieno, non può prescindere dalla volontà di impegnarsi, di operare delle scelte, di proiettare la propria essenza e godere degli effetti che essa suscita. Il grande potenziale che c’è nella ricettività di Kore e Persefone può diventare la loro prigione, azzerando la loro personalità e lo slancio verso l’esterno. Senza mai tentare nulla, non è possibile sviluppare una fiducia in sé che faccia da presupposto per future nuove azioni: è un circolo vizioso che porta queste donne in fondo, nel baratro del nichilismo, alimentato da fantasie irrealizzabili. Sia Kore che Persefone hanno bisogno di affondare nella loro psiche per affrontare i propri demoni e poter risorgere più forti e consapevoli. Affinché ciò sia possibile, sono Archetipi maschili che tornano particolarmente utili: primo tra tutti Ermes, il valicatore delle soglie, seguito da Zeus il realizzatore. Nelle controparti femminili sono Artemide la cacciatrice e Atena la mentore quelle energie capaci di sdoganare Persefone e Kore dal giogo della passività. Atena in particolare, con la sua chiarezza di mente, rappresenta una chiave irrinunciabile per poter ordinare i pensieri e proiettarli verso gli obiettivi; Artemide poi concede l’energia e lo slancio agonistico per ottenerli. Con questi Archetipi al suo fianco, la fanciulla può finalmente diventare Regina, assumere il controllo della propria vita e, in seconda battuta, assumere il ruolo di guida per le altre persone. Persefone conosce il buio della notte dell’anima e la paura della debolezza: se diviene capace di trasformare il proprio irrisolto, può impiegare questo potere al servizio di tutta la comunità con enormi benefici, diventare un punto di riferimento luminoso come terapeuta, guida spirituale e interprete dei simboli dell’inconscio. Tutto ciò è ottenibile solo con l’esercizio della volontà, della scelta, dell’impegno profondo.

Risvegliare la Fiamma Profonda
Esiste un legame profondo tra Afrodite e Persefone: come se una fosse la sensualità estrinseca, liberata, mentre l’altra ne rappresentasse la matrice sotterranea, sopita. Non è un caso che oggi molti stereotipi di sensualità passino attraverso Persefone (Lolita, le donne-geisha). Il mito di Adone che accomuna le due Dee può essere visto come la rappresentazione di tale legame: come se il fuoco freddo che brucia nell’Averno (nell’inconscio) necessitasse di divenire fiamma viva e bruciare in superficie, alla luce. Eraclito similmente sosteneva che Ade e Dioniso, i due Dèi dalla matrice oscura per cui le donne impazzivano – uno freddo e distante, l’altro folle e focoso –, fossero due lati della stessa medaglia; addirittura, pare che Dioniso dormisse nella casa di Persefone allorché Ade non c’era. Ecco allora il parallelismo al maschile che torna a legare ghiaccio e fuoco, luce e ombra. Contattando la propria sensualità e la capacità di amare autonomamente, la donna Kore/Persefone può emanciparsi dalla freddezza e dalla passività, diventando attrice protagonista della propria esistenza. In questo processo può tornarle utile l’incontro con un uomo Dioniso, che la porti a esplorare la sua parte selvaggia, l’ebbrezza del rischio, del sentimento, della dedizione, della vita; una volta abbeveratasi a questa fonte – la fonte di Afrodite – la vita di Persefone non è più la stessa: la trasformazione finale in Regina è alle porte.

Spalancare il Terzo Occhio
Il collegamento forte che Kore e Persefone hanno con l’inconscio e l’onirico è uno dei punti più delicati da affrontare. Molte donne resesi conto di questa sensibilità scelgono di reprimerla per paura, oppure colte dall’ispirazione ci affondano fino a perdere il collegamento con la realtà. è molto difficile mantenere un’ottica razionale e lucida lasciando al contempo che la ricettività si diffonda ed esplori l’invisibile. Si tratta forse di uno dei sentieri più incerti che si possano intraprendere, in costante bilico tra follia e veggenza. Per la sua estrema sensibilità psichica, Kore/Persefone può contrarre malattie mentali, manie, psicosi assai facilmente: questo avviene quando diviene schiava della sua mente, si lascia controllare da essa finché anche il legame con il mondo tangibile si logora. Per poter sviluppare la chiarezza di visione necessaria per operare nell’invisibile (che sia veggenza, spiritismo o pratiche energetiche diverse) è necessario a questo Archetipo il supporto di Atena, che le fornisca la fiducia in sé e la centratura per sbilanciarsi e trovare la strada del ritorno. Quando Persefone trova il proprio centro, la sua capacità di visione si moltiplica esponenzialmente, rendendola un’eccellente potenziale sacerdotessa, un ponte di comunicazione con il Divino e un eccezionale canale per l’energia universale.