The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Estia



A cura di Bardo

ESTIA

Introduzione
Estia (Vesta per i Romani) fu una Dea tenuta in grande onore, eppure "invisibile", talmente invisibile da non esser mai stata rappresentata nelle sue fattezze esteriori, e col tempo addirittura estromessa dal Dodecatheon per lasciare il posto a Dioniso. Estia era l'impersonificazione del focolare: si trovava quindi in ogni Tempio, a illuminare gli altari e i credenti, in ogni casa, a portare luce e sicurezza, nel pritaneo di ogni città, ove bruciava la fiamma che vegliava sui cittadini e non si estingueva mai. La prima offerta votiva nei rituali domestici era sempre rivolta a lei. Dea della casa, protettrice della famiglia e delle congregazioni umane, non aveva un volto rappresentabile perché era una cosa sola con il fuoco, formava il punto di congiunzione del sentimento della comunità, sia famigliare che civile.
Estia fu la prima figlia di Cronos e Rea, sorella quindi di Ade, Era, Poseidone e Zeus. Inghiottita dal padre per prima, seguita dagli altri fratelli e sorelle, fu poi l'ultima a esser liberata da Zeus. Anziana senza età, Estia era una Dea vergine, una delle poche capaci di resistere alle tentazioni di Afrodite. Poseidone e Apollo si offrirono come potenziali compagni, ma lei li rifiutò in favore del suo compito di contemplazione.
Estia possiede un legame forte con la veggenza, nella forma di profezia inespressa; nel cuore del tempio di Apollo a Delfi, dove le Pizie in presenza dei bracieri ardenti canalizzavano profezie, si trovava l'essenza della Dea.
Come guardiana della casa, invece, ha un legame con Ermes: laddove lei abitava il focolare all'interno, Ermes vegliava sull'ingresso, la porta, sotto forma di una pietra eretta a mo' di colonna, chiamata proprio "erma".
Estia è rappresentata dalla forma del cerchio: il fuoco domestico, circoscritto, domato, non pericoloso, il braciere contenitore; i templi di Vesta a Roma erano gli unici ad avere forma circolare, ed erano inviolabili, il segreto vigeva sugli ambienti interni abitati solo dalle Vestali, sacerdotesse vergini guardiane della Fiamma e dei suoi misteri. Lei stessa era vergine, per questo inclusa nella classificazione delle Dee indipendenti. La sua indipendenza tuttavia appare molto diversa da quella di Artemide e Atena: non è attiva, esplicita, quanto più interiore. Se anche possono risultare distanti, le tre vergini spartiscono una qualità: sono "complete in se stesse".
Vediamo come a Estia appartenga profondamente il silenzio, l'invisibilità: un volto velato che ricorda molte usanze religiose, un corpo senza fattezze, una contemplazione tutta introversa che penetra i misteri del mondo ma non ne fa parola, li trasforma in combustibile che alimenta la fiamma. C'è qualcosa di originario, impenetrabile in questo Archetipo, un mistero immanente e impalpabile che lo rende sfuggente. Non è un caso che ai nostri giorni sia così difficile da ritrovare: in un periodo storico dominato da Ermes, dalla comunicazione, il movimento, lo slancio esteriore e la socialità, è naturale che la contemplazione e il contatto con il mistero siano diventati particolarmente rari. L'assenza di riferimenti fisionomici rende ulteriormente nebulosa l'individuazione di Estia. A lei possiamo giungere per approssimazione, empiricamente, valutando quei tratti che sfuggono alle altre caratterizzazioni e si manifestano negli individui che esplicano le caratteristiche estiane.
Estia è un Archetipo che ha bisogno di essere riscoperto - ancor meglio, raggiunto. Per molte donne si tratta della riscoperta di sé, del proprio centro e della propria autosufficienza, del contatto con lo Spirito e con la fonte interiore di energia infinita; così pure per gli uomini, che tramite Estia possono raggiungere l'intuizione del Mistero che non necessita razionalizzazione o espressione. Nei (rari) casi invece in cui sia presente - anzi, troppo presente -, l'eccesso di influenza estiana si può manifestare con malattie psichiche ed estraniazione dalla realtà materiale: la redenzione dell'Archetipo in questo caso è auspicabile per un riequilibrio delle percezioni e del rapporto con l'esterno.

Morfologia
Estia è un metatipo risultante dalla combinazione di tre Archetipi di base: Terra, Saturno e Apollo. Ha il misticismo distante del Dio solare, combinato all'accesso siderale all'astratto mondo delle idee saturnino, il tutto incarnato nella materica fattività di Terra. è quest'ultima che garantisce a Estia la stabilità necessaria all'autosufficienza, proprio come la brace su cui il fuoco arde. C'è un'altra opzione che vede l'aggiunta di Luna nel trittico descritto: queste Estia incarnano il pallore, dei colori e del carattere, e possiedono un accesso al mondo psichico fortemente privilegiato. Possiamo vedere Saturno e Terra come un'asse verticale che congiunge cielo e suolo, tempo e spazio, mentre sole e luna in asse orizzontale simboleggiano il fluire tra conscio e inconscio, luce e ombra: questa croce archetipica originale rappresenta una chiave che spalanca l'occhio ai mondi sottili. Non è raro che questa attitudine, se non ben canalizzata, sfoci in patologie di diverso ordine.
Estia si presenta assai simile per alcuni versi a Persefone: osservando la sua composizione ne vediamo le forti somiglianze, tuttavia a Estia manca completamente la componente sensuale di Afrodite, che rende Persefone intricata mentre la natura dell'altra - seppur segreta e difficilmente penetrabile - è assai limpida e lineare, ordinata. è proprio il paradosso della sua completa limpidezza che la rende così misteriosa a occhi esterni. Desumendo le sue caratteristiche fisiche vediamo una figura larga come Terra, ma allungata come Saturno: un busto stazzato, tronchiforme, con spalle e fianchi larghi ma slanciato, che pure non dà la sensazione di imponenza, quanto di compattezza. Se pure è magra e piccolina, la sua fisionomia è comunque "a sigaretta", rettangolare, rigida. La fronte è alta, arrotondata e liscia; l'occhio è scuro e smorto, nella variante Luna invece assume il tipico colore glauco pallido, come velato; il naso è aquilino e molto all'ingiù, la bocca sottile. I capelli sono biondo molto chiaro, oppure rosso carota, a spaghetto, secchi e serici alle punte, sfibrati.
Estia è pallida, lattea, presenta l'imbibimento della cute tipico del foglietto entoblastico che al tatto risulta umidiccia.
Il foglietto embrionale di Estia è difatti ento-ecto. Caratteriologicamente è un'amorfa para-apatica (comunque introversa). Il binario di medicina cinese corrispettivo è terra-legno, acqua-metallo o terra-metallo. Il corrispettivo maschile di Estia è ritrovabile in alcuni tipi Apollo, oppure Saturno.

Psicologia e caratteriologia
Donna femminile, ma casta, Estia è predisposta al sonnambulismo, all'estasi, alla catalessi, fenomeni spiegati dallo scontro dei suoi prototipi di base: tipo pesante, Terra; tipo melanconico, Saturno; tipo fragile, Apollo. è un essere che dorme in piedi, che veglia durante il sonno; i suoi appetiti e le sue aspirazioni si fondano su una sorta d'istinto mistico che ella spesso sviluppa attraverso l'uso di anestetici. La sua facoltà dominante è l'intuizione sensitiva: facoltà unica e preziosa, ma che mal si coniuga con il periodo storico attuale; poiché è arduo coniugare questo temperamento con le necessità dell'esistenza, spesso lo si taccia di follia, quando altro non è che l'armonia fisiologica di un organismo particolare.
Estia non è armata per le lotte della vita: Dea o santa, la si adora piangendola: è un idolo, oppure un'ombra. Il suo valore è impalpabile, fatto di sogni e deliquio; è un'anima benevola, sognatrice, mistica, silenziosa e riflessiva. Gli antichi custodivano queste donne per farne delle sibille, le Egerie che proteggevano i politici, perché adatte a ogni tipo di divinazione.
Con il tempo, e un addestramento appropriato coniugato a un regime di riposo, è possibile modificare questo temperamento. Non riconoscere Estia, significa sempre sacrificarla, o subirla.
In termini junghiani questo tipo possiede il dominio del Sé, ma ha una Persona debole: le manca l'interesse per le abilità mondane, lo status, il modo di fare bella figura o dare la giusta impressione; non è socialmente capace, insomma. Il percorso di apprendimento di queste competenze è spesso per lei lungo e penoso: nelle occasioni collettive, si troverà spesso intimidita, goffa, opterà per il silenzio e il ripiegamento in sé, troverà qualche attività ripetitiva che la isoli dall'ambiente (come lo sminuzzare la carta in piccoli pezzetti, o comporre palline con la mollica di pane a tavola, piuttosto che disegnare schizzi geometrici su un foglio), oppure un movimento, un gesto che la auto-conforti.

Disturbi fisici e malattie morali
La malattia morale di Estia è la melanconia, figlia dell'inappropriatezza e dell'incapacità. Se le manca la centratura (perché non ha avuto persone di riferimento che le inculcassero i valori di Terra, o perché l'influenza del prototipo è flebile nella sua combinazione personale) è facile la degenerazione in psicosi, depressione, atarassia e afasia. L'incontro con il mondo materiale sarà un continuo scontro per lei, che facilmente terminerà in una ritirata nel suo Iperuranio personale. Può capitare che Estia abbia una percezione sbiadita o assente del proprio corpo, che viva come uno sdoppiamento tra questo e il suo Spirito. Non è raro riscontrare anche qualche forma - anche lieve - di autismo nei tipi Estia. La redenzione di questo Archetipo passa proprio attraverso il radicamento: la presenza a se stessa, il vivere nel momento contingente senza fuggire, l'abitare coscientemente il proprio involucro di carne, l'esercitazione costante della percezione sensoriale, così come lo yoga e la meditazione sono tutte attività che la aiutano a svilupparsi armonicamente. Estia necessita di programmi stabiliti di veglia e sonno, che le consentano di regolare l'attività psichica e onirica.

La degenerazione del tipo si evidenzia immediatamente nelle guance scavate, gli zigomi ossuti sporgenti, l'occhio assente e "a palla", infossato, occhiaie grigie, la fragilità del corpo e della figura. Perennemente malata, non c'è ansito di vita in lei, nessun accenno di libido, potrebbe essere morta: in realtà è fuori di sé, naviga senza meta fluttuando nell'invisibile.

I rimedi omeopatici base per Estia sono Lycopodium e Thuya.
Di Lycopodium ritroviamo la sfiducia in sé, la misantropia, i disturbi mnemonici con la difficoltà nell'espressione verbale (confusione delle sillabe, delle parole); soprassalti nel sonno, sogni agitati. Figura magra nella parte alta del corpo, ha però l'addome dilatato; ipotonia muscolare, tendenza agli edemi negli arti inferiori. Ha disturbi del metabolismo con tendenza al dimagrimento, all'emaciazione, all'iperacidità delle secrezioni e delle escrezioni, iperuricemia e litiasi epato-renale. L'azione elettiva è su fegato e reni, con migrazione sull'apparato respiratorio - angina pectoris destra che si evolve poi anche a sinistra, rinite secca e cronica che peggiora di notte con pinnamento delle ali del naso, congestione broncopolmonare con focolaio destro, dispnea, intensa adinamia.
Thuya si presenta psicologicamente depressa: triste, a tratti si agita per poi tornare alla depressione; ha idee coatte, ha la sensazione di avere un essere estraneo nell'addome, che il suo corpo sia fragile come vetro; sente l'anima separata dal corpo, o percepisce la presenza di una persona accanto a sé che non c'è. Ha pelle pallida, oleosa, capelli sfibrati e secchi alle punte con forfora secca o grassa del cuoio capelluto; presenta pannicolopatia dei tessuti con infiltrazione acquosa e ipersensibilità al dolore. Insonne, fa sogni agitati e si sveglia precocemente verso le 4 del mattino; soffre di cefalea e nevralgie; può avere odontalgia con otite cronica e secrezioni purulente dalle orecchie. La voce è un altro punto debole: con la tosse, secca, può arrivare l'afonia; possibile la poliposi delle corde vocali. L'apparato urinario è interessato da condilomi a prepuzio/vulva e perianali, vaginismo, leucorrea, secrezioni uretrali giallastre e vischiose con dolore tagliente alla fine e dopo la minzione. La cute invece presenta verruche a cavolfiore, dermatite seborroica concentrata attorno al naso, unghie deformate; le traspirazioni sudatorie sono copiose alle ascelle e ai genitali, con odore di porri cotti.
Il rimedio diatesico caratteristico di Estia è Psorinum: per coloro che esprimono una tendenza anomala alla reattività tessutale e immunologica. Triste, apatico, sfiduciato, il soggetto Psorinum soffre di malattie croniche e recidivanti; sente sempre freddo, ha brividi e senso di febbriciattola; sulla pelle appaiono dermatosi croniche pruriginose e maleodoranti. Non riesce ad assimilare i cibi, fattore che rallenta il metabolismo e crea dispepsia; facile alla diarrea e alle eruttazioni acide, la sua cute ha un odore malsano. Ha paure legate all'incurabilità, alla morte, alla dannazione e alla follia; sente il corpo separato dalla mente. Astenico il giorno, diviene inquieto la notte. Soffre di cefalea ed emicrania oftalmica, durante le quali avverte senso di fame.
Come rimedi di fase, Estia può essere aiutata da Kali Carbonicum (quando viene interessato il cuore con aritmie e palpitazioni che arrivano alla fibrillazione ventricolare), oppure Causticum (in caso di shock emotivi, crampi, convulsioni e paresi localizzate).

Sviluppo
Come per tutti gli Archetipi, la descrizione psicologica che viene fatta in questa sede è del tipo base. Alcune di queste caratteristiche possono mancare nel metatipo dell'individuo preso in analisi, alcune fasi della vita possono essere dominate da altri Archetipi. Estia può manifestarsi in determinate situazioni, momenti di illuminazione spirituale o in seguito a grandi shock che ci separano dal mondo circostante; oppure in determinate fasi della vita, tipicamente in età molto giovane, o molto avanzata. Quando ci si immerge completamente in un lavoro tanto da perdere la cognizione del tempo e dello spazio, quando per qualsiasi ragione perdiamo la connessione con il piano materiale, Estia è presente in noi. Più difficilmente può essere la protagonista di momenti o ambiti definiti, come quello lavorativo, sociale o affettivo. Di seguito osserviamo comunque il percorso del tipo base.

Infanzia – I genitori
La piccola Estia è una bambina silenziosa e autosufficiente. Può essere che emani già da infante un sentore di saggezza, come fosse un'anima antica cosciente. Docile, compiacente, mai testarda o prepotente, può avere momenti terribili che però vanno e vengono, apparentemente generati da nulla. Potrebbe assomigliare a Persefone per queste caratteristiche, ma a differenza di lei Estia non fa nulla per attirare l'attenzione, neanche implicitamente: la sua compiacenza non ha traccia di auto-compiacimento; quando è sola, gioca contenta senza bisogno di direttive.
In epoche passate si voleva che la figlia minore si prendesse cura della vecchiaia dei genitori e della casa di famiglia: in modo meno canonizzato, questa cosa può tutt'oggi accadere a Estia. Nasce spesso contestualmente ad altri fratelli e sorelle, e come nel mito può succedere che venga "ingurgitata" da genitori prepotenti e volitivi. Se la coppia genitoriale ricalca quella mitologica (padre tiranno e madre debole) i figli tenderanno a impersonificarla a loro volta: i maschi diverranno piccoli oppressori, le figlie silenziose vittime. Può accadere anche il contrario, cioè una madre tiranna (tipicamente Atena, razionale, o Era furiosa) e un padre sottomesso, nel qual caso le figlie assomiglieranno a Furie velenose, mentre i figli maschi subiranno. Anche in questo caso il destino di Estia non cambia: incapace di crearsi una Persona, una faccia sociale, oppressa dallo stato delle cose esteriore, cercherà rifugio all'interno; Estia è al di fuori del canone maschile e femminile: non prende una parte, e resta schiacciata.
Se invece cresce in una famiglia armoniosa, con genitori attenti a non invadere il suo spazio e che comprendono la sua introversione senza giudicarla o forzarla, potrebbe non manifestare le caratteristiche salienti della Dea, divenendo una persona socialmente capace, piacevole, con un'ottima capacità di adattamento all'ambiente; sarà al suo interno che abiterà la Dea: nel suo distacco indipendente, nell'equilibrio emotivo e nella facoltà di concentrazione sulle cose.

Adolescenza e prima maturità – Il lavoro, i rapporti, matrimonio e famiglia
Proprio come la Dea che non prendeva parte agli intrighi amorosi, le guerre e le vendette che occupavano gli altri Olimpi, così la ragazza Estia non si lascerà sfiorare dagli psicodrammi adolescenziali, le passioni brucianti e passeggere, le alleanze tra amiche, gli andirivieni della moda. Può risultare di conseguenza isolata dalla massa, ai margini di qualsiasi attività - che non intraprende per scelta; viene vista come una ragazza indipendente, potrebbe però essere presa in giro per questo suo essere emarginata. Se invece ha sviluppato (come è facile) altri lati della sua personalità, si ingaggerà in attività con i compagni e coltiverà amicizie; gli amici apprezzano il suo calore silenzioso, la sua solidità, la capacità di ascolto che possiede. Magari la vorrebbero più partecipativa, attiva, ma c'è poco da fare con lei.
L'adolescenza può essere un momento di scoperta della profondità della religione. Sono diverse le spinte che avvicinano le ragazze al Sacro: Era diverrà cattolica per dovere di tradizione, Demetra per il concetto di "famiglia nello spirito", Artemide per l'attivismo; Estia, perché ne amerà la preghiera e la contemplazione, la comunione col Sacro che le restituisce la dimensione della sua purezza. Neanche a dirlo, sono tante le esponenti estiane tra le monache e le suore, come all'interno degli ashram e in generale nelle comunità religiose. Una scelta precoce in questo senso potrebbe portare a uno scontro con i genitori, che penseranno di poter far cambiare idea alla loro docile figlia ma prenderanno una bella cantonata: la scelta - in caso - viene solo rimandata.
La competitività dell'università e del mondo del lavoro non fanno per Estia. Se li intraprende, lo fa spinta da Archetipi diversi, o da altrui motivazioni. In entrambi troverà comunque una sua dimensione ritirata in cui svolgere le sue mansioni in modo routinario, ripetitivo, tranquillo. La troviamo impiegata d'ufficio, in mansioni tipicamente femminili, che lavora con lealtà, schiva i pettegolezzi e serve il caffè ai colleghi, creando un'atmosfera ordinata e accogliente; seppure invisibile, il suo apporto è considerato fondamentale all'ufficio. Estia è capace di enorme pazienza; riesce a stare immobile per ore intere: questo fa di lei una modella perfetta - c'è qualcosa nel suo sguardo che sembra guardare dentro, e le dona una luce particolare. Ma anche quando passa dall'altra parte dell'obiettivo ottiene ottimi risultati: osserva e coglie gli istanti giusti, i suoi scatti contengono piccoli frammenti di universo, sono fatti per la contemplazione.
Le amiche che ha accanto hanno anch'esse un lato Estia, che risuona con lei quando sono assieme, si dedicano a placide conversazioni o meglio ancora lavori di attenzione ripetuta come la maglia, l'uncinetto, il ricamo, il découpage o quant'altro; se le amiche non possiedono il fattore estiano, sono quelle donne che desiderano la quiete e trovano nell'amica il conforto caldo di un orecchio non giudicante.
Per gli uomini Estia non ha grande interesse. A meno della presenza di altre Dee (Afrodite tra tutte), la sua libido è assai bassa e facilmente traslata nella contemplazione; queste donne possono stare per lunghi periodi senza far sesso, e sentirsi completamente appagate (posto poi il cogliere un'occasione e trovare altrettanto appagamento). I rapporti eterosessuali e omosessuali seguono lo stesso canone.
Gli uomini che attira sono sedotti dalla sua fragile santità, dal "salvarla" dalla sua profondità radicata e al contempo delicata. Sono gli stessi che cercano Persefone: Apollo, Poseidone - ma non Efesto, che non trova in lei la sensualità oscura e la mutevolezza che lo attiva. Potenzialmente Dioniso, in ricerca dell'estasi spirituale, può essere attratto da lei. Ermes, in quanto suo "speculare" nella simbologia casalinga (lei il focolare, lui la porta, il passaggio) forma forse una delle coppie migliori: Estia è l'unica Dea davvero capace di rimanere auto-centrata e salvarsi dal turbinìo di Ermes, dandogli al contempo la possibilità di un ancoraggio sicuro e stabile che lui ricerca, sebbene teme.
Sposarsi o non sposarsi, non sposta una virgola nel percorso auto-centrato della Dea. L'icona della "buona moglie" vecchio stampo tuttavia - fedele, silenziosa, asessuata - è Estia. La fedeltà per lei non è un valore come per Era, ma la pratica implicitamente; ama l'ordine in casa, ma non come riflesso per diventare indispensabile come fa Demetra: mettere in ordine per lei è una sorta di meditazione dinamica, in cui l'ordine esteriore diviene interiore, e la purifica; Estia lo fa per se stessa. Esemplare è l'aneddoto che ha come fulcro l'apparecchiamento della tavola, ed esamina l'approccio delle diverse Dee: Era apparecchia solo se c'è il marito; Afrodite se è in compagnia di qualcuno; Demetra in particolare per i figli; nessuna di loro apparecchia se si trova a mangiare da sola. Estia è l'unica che, se anche sola, apparecchia da cima a fondo la tavola come se avesse ospiti. è senza dubbio definibile come "l'Angelo del Focolare" (la aiuta in questo senso la presenza di Terra nel metatipo). Se si sposa con un Ermes imprenditore, che viaggia molto, amerà fare riunioni presso la sua casa, sempre perfettamente in ordine e dalla perfetta atmosfera: lei resta sullo sfondo e rassetta, mentre lui, estroverso, tiene banco. Se dovrà spostarsi e seguirlo nei suoi viaggi, lo farà, posto il ricreare un nuovo focolare altrove: ma non è una donna fatta per trasferirsi continuamente.
Estia può essere davvero un'ottima madre, soprattutto se in lei si attiva Demetra ad aiutarla: altrimenti il suo affetto può risultare troppo distaccato a volte, rarefatto. è lontana dal giudizio comunque, e non coltiva aspirazioni sui figli, per cui li lascia crescere seguendo le loro personali aspirazioni. Può risultare manchevole però quando i figli, cresciuti, necessitano consigli sociali, di comportamento o di lavoro: per ragguagli sulla competitività, le ambizioni e la carriera dovrà sopperire il papà.

Mezz’età e vecchiaia
La mezz'età e la vecchiaia, in particolare, sono le fasi della vita di una persona in cui Estia fa la sua comparsa. Si tratta di momenti dell'esistenza in cui tutto si è stabilizzato, non è più necessario "spingere" per soddisfare i canoni di produttività della società moderna. Se anche non è stata evidente prima, ora Estia fiorirà nella sua chiarezza: la persona sentirà la necessità di approfondire le sue spinte spirituali, facilmente prenderà un nuovo nome ed entrerà in un ashram. Divenuta anziana in modo squisitamente elegante, gentile, avvertiranno tutti l'alone di mistica e placida saggezza che aleggia attorno a questa donna. La si trova facilmente nel ruolo di zia nubile, a dispensare orecchio e riparo. Possono sorgere delle complicazioni se, trovatasi vedova, deve riempire il ruolo di capofamiglia per cui non è tagliata.
Difficilmente danarosa, vive i suoi ultimi anni spesso sola, ma in pace con se stessa, senza alcuna paura della morte.

Vie di crescita e Redenzione dell’Archetipo
L'impulso Estia genera il distacco e l'anonimato, la cancellazione dell'ego che porta alla saggezza interiore. è una Dea pura, scevra da passioni o negatività perché lontana dagli altri Olimpi. Il problema della proiezione interiore di questo Archetipo è che difficilmente non si scontrerà con le altre personalità presenti in un essere umano: da qui nascono i conflitti. Quando la donna Estia esce dalla sua casa-tempio, si scontra inevitabilmente con il mondo, e nel cercare di applicare i canoni vigenti della società su se stessa può sentirsi frustrata, disadattata, di fatto incapace. Ma anche dentro casa, l'ordine che lei coltiva per il suo benessere personale può diventare veleno se viene turbato costantemente un attimo dopo che lei lo ha creato; i sentimenti di queste donne invisibili vengono facilmente calpestati e dimenticati, poiché esse non sono capaci di porre un limite. Dall'altra parte, il richiamo sottile che possono sentire proveniente dall'onirico e dalla pulsione spirituale possono fungere da alibi per una fuga dalla realtà in piena regola.
Estia è l'unico Archetipo che bilancia lo squilibrio di Ermes, il movimento compulsivo e il pensiero rapido ma superficiale. è l'unico Archetipo che possiamo contrapporre alla follia dei tempi moderni in cui viviamo: in questo giace l'importanza del suo ritrovamento, e della sua valorizzazione. Restituire a Estia il suo posto nel Dodecatheon è il compito che spetta a ciascuno di noi, trovando spazio per il Sacro, il silenzio, la quiete nella nostra vita.
Per quelle rare persone che invece lo possiedono come Archetipo primario ma non riescono a integrarlo, la redenzione è fondamentale: Estia può trascinare nel buio fino all'annullamento patologico, finanche alla fuga dalla realtà e alla follia; per evitare che ciò accada, è essenziale l'alleanza con altri Archetipi e lo sviluppo di parti di sé rimaste latenti.

Forgiare la Persona: Persefone, le Maschere, il Teatro
Abbiamo detto che Estia possiede un Sé determinato, formato, ma è carente nell'approccio con l'ambiente, nel sociale: psicologicamente parlando, le manca una Persona, una maschera, un'immagine dinamica da proiettare all'esterno. Dal momento che le abilità sociali di chi è portatore di questo Archetipo possono essere assai deboli, è possibile che una serie ripetuta di fallimenti pubblici possano causare svariate frustrazioni e una fuga ancor più marcata verso l'interno. Per evitare questo, c'è un ottimo strumento che consente il lavoro su se stessi e sull'espressività, che consente all'individuo di impratichirsi con l'impersonificazione, cambiare ruoli e rendersi flessibile, fino a forgiare le proprie maschere: si tratta della recitazione. è senz'altro la scelta meno intuitiva e spontanea che un'Estia farebbe: ma proprio per questo un corso di recitazione potrebbe risultare rivoluzionario per lei. Nell'incontro con l'anima del teatro, Estia incontra Persefone, la mutevole Regina dell'Oltremondo, che vista in quest'ottica si rivela proprio speculare a lei nelle sue caratteristiche: Persefone possiede tante maschere, tante Personae, ma non ha un Sé definito. Ecco che il matrimonio tra le due può fornire dei validissimi strumenti di lavoro per l'evoluzione. Al duo manca ancora un agente estrovertente per completare l'opera, un fattore che aiuti a proiettare all'esterno; vediamo di seguito come ottenerlo.

Temprare la fiducia nel Sé: il Principio Attivo del Fuoco
Se l'individuo possiede un Sé definito ma non ha fiducia in esso, il risultato è comunque l'incapacità di proiettarsi all'esterno. è difficile a volte in Estia discernere dove è solida e centrata e dove invece comincia la fuga: nell'uno e nell'altro caso lei non darà segnali eclatanti fuori di sé. C'è però una differenza profonda tra la donna che, come le tradizioni spirituali asiatiche predicano, "agisce senza agire", e colei che invece fugge dal mondo e ne subisce i capricci: la prima possiede il requisito della fiamma nel focolare, che placida sta e illumina attorno a sé senza sforzo alcuno, mentre la seconda è una candela nel vento.
Per manifestare la sua energia, la sua presenza vivifica e illuminante, Estia ha bisogno di un supporto solido, che le rimandi fiducia. Questo tipicamente deriva da figure nell'infanzia che abbiano esplicato il ruolo di Terra, donne matriarche solide, materiche, anche burbere, ma stabili e disposte ad appoggiare con affetto la bambina Estia; questo tipo di presenza la aiuta a rafforzare la Terra che è in lei, costruendo un sistema di riferimento fermo. Ci sono poi altri Archetipi che le vengono in aiuto nell'auto-affermazione: sono le altre vergini, Atena con la sua razionalità e strategia bellica, e Artemide con la capacità di puntare obiettivi e raggiungerli con arco e frecce infallibili da cacciatrice. Ma per introdurre un aspetto attivo nella propria persona, Estia beneficia soprattutto di un Animus ben sviluppato: una parte maschile interiore da chiamare in causa a prendere posizione quando a lei riesce difficile. Questa parte fa il ruolo di Ermes nella coppia sacra ideale, si occupa di fare da intermediario con l'esterno mentre Estia tiene calda e illuminata la casa; con la dovuta applicazione e il rafforzamento di questa personalità, Estia può completarsi in se stessa definitivamente, attivarsi ed emanciparsi dalla schiavitù dell'ambiente circostante.

Regolare il Grande Flusso: Tempo, Spazio, Luce, Ombra
La convergenza di Archetipi molto diversi e divergenti può essere fonte di grande arricchimento, come anche di grande caos. Specialmente quando Luna si unisce al mix del metatipo, l'accesso onirico e psichico a cui la persona può attingere rischia di portarla fuori controllo. Il consiglio principale in questo caso è lo stabilire delle routines che regolino le attività quotidiane, un ritmo controllato di veglia e sonno, e l'esercitazione costante tramite la meditazione - meglio ancora se tutorata da una persona competente. Lo yoga altresì è uno strumento che aiuta moltissimo l'equilibrio psicofisico, la flessibilità, il controllo e la presenza a se stessi nel momento contingente: Estia ne beneficia doppiamente, perché unisce un esercizio interiore con un'attività esteriore, che la porta a muoversi, a realizzare. Per lo stesso motivo, indicate sono anche le arti marziali cosiddette "interne", come il Tai Chi e il Qi Gong.
Con la pratica e l'autoregolazione, le Estia possono recuperare, incanalare e potenziare delle attitudini oggi assai rare: i doni di cui le Pizie veggenti erano portatrici, la precognizione, il vaticinio, sono tutte possibilità concrete per queste donne, che con il loro doppio radicamento in Cielo e in Terra, con un occhio nell'inconscio e uno nel mondo cosciente, riescono a parlare con la voce del Fato.