The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Câd Goddeu - La Battaglia Degli Alberi

CÂD GODDEU - La Battaglia degli Alberi
  
  


Sono stato in molte forme,

prima di conseguirne una congeniale.

Sono stato la stretta lama di una spada.

(Ci crederò quando apparirà). 

Sono stato una goccia nell'aria.

Sono stato una stella splendente.

Sono stato una parola in un libro.

Sono stato un libro, in origine.

Sono stato la luce di una lanterna. 

Per un anno e mezzo.  

Sono stato un ponte per traversare sessanta fiumi.

Ho viaggiato in forma di aquila.

Sono stato una barca sul mare.

Sono stato uno stratega in battaglia.

Sono stato i legacci delle fasce di un bimbo.

Sono stato una spada in una mano.

Sono stato uno scudo in battaglia.

Sono stato la corda di un'arpa

incantata per un anno

nella schiuma dell'acqua.

Sono stato un attizzatoio nel fuoco.

Sono stato un albero di una macchia.

Nulla c'è in cui non sia stato. 

Ho combattuto, seppur piccino,

Nella battaglia di Goddeu Brig, 

davanti al Sovrano di Britannia,

dalle flotte numerose.

I bardi mediocri simulano, 

simulano un animale mostruoso,

dalle cento teste,  

e un combattimento atroce

alla radice della lingua.

E un'altra battaglia si combatte

nel retro della testa. 

Un rospo che ha sulle cosce 

cento artigli,  

un serpente crestato maculato

per punire nella carne 

cento anime per i loro peccati. 

Ero a Caer Fefynedd,

là si affrettavano erbe ed alberi.

I viandanti li scorgono,

i guerrieri sono attoniti

al rinnovarsi di scontri

come quelli sostenuti da Gwydion.

Si invoca il Cielo, 

e Cristo perché compia 

la loro liberazione,

il Signore Onnipotente. 

Se il Signore aveva risposto,

con formule magiche e magica arte,

assumete l'aspetto degli alberi più importanti,

con voi schierati

trattenete la gente 

senza esperienza di battaglie.

Quando gli alberi subirono l'incantesimo

ci fu speranza per gli alberi, 

di riuscire a frustrare l'intenzione

dei fuochi tutt'intorno... 

Son meglio di tre all'unisono,

che si divertono in cerchio,

mentre uno di loro racconta 

la storia del Diluvio  

e della croce di Cristo,

e del giorno del Giudizio che è prossimo.

Gli ontani in prima linea, 

furono loro a dare l'inizio.

Il salice e il sorbo selvatico

furono lenti a schierarsi.

Il susino è un albero

non amato dagli uomini; 

di natura simile è il nespolo

che vince una dura fatica. 

Il fagiolo porta nella sua ombra

un esercito di fantasmi.

Il lampone costruisce

non il migliore tra i cibi.

Al riparo vivono 

il ligustro e il caprifoglio

e l'edera durante la sua stagione.

Grande è la ginestra spinosa in battaglia.

Il ciliegio era stato rimproverato. 

La betulla, pur molto magnanima,

si schierò in ritardo;

non fu per codardia,

ma per le sue grandi dimensioni.

L'aspetto del [...]

è quello di uno straniero e di un selvaggio.

Il pino nella corte,

forte in battaglia, 

grandemente lodato da me

alla presenza di re,

gli olmi sono i suoi sudditi.

Non si volge di lato per lo spazio di un piede, 

ma colpisce giusto nel mezzo,

e all'estremità più lontana.

Il nocciolo è il giudice, 

le sue bacche sono la tua dote.

Benedetto è il ligustro.

Capi forti in guerra

sono il [...] e il gelso.

Prospero è il faggio. 

L'agrifoglio verde scuro

fu molto coraggioso: 

difeso da ogni lato dalle punte,

che feriscono le mani. 

I pioppi durevoli 

molto franti in battaglia.

La felce spogliata;  

le ginestre con la loro progenie:

il ginestrone non si comportò bene

finché fu domato.  

L'erica offriva consolazione

confortando la gente. 

Il ciliegio selvatico incalzava.

La quercia che si muove agilmente,

dinanzi a lei tremano cielo e terra,

Robusto custode della porta contro il nemico

è il suo nome in ogni terra.

Il gittaione avvinto assieme

fu offerto per essere bruciato. 

Altri furono respinti 

a causa dei vuoti creati

dalla grande violenza

sul campo di battaglia.

Molto furente il [...],

crudele il cupo frassino.

Timido il castagno, 

che rifugge dalla gioia.

Vi sarà una nera tenebra,

vi sarà un terremoto sul monte, 

vi sarà una fornace purificatrice,

vi sarà in primo luogo una grande ondata,

e quando l'urlo verrà udito,

le cime del fabbio stanno mettendo nuove foglie,

mutando e rinnovandosi dal loro stato avvizzito;

le cime della quercia sono aggrovigliate.

Dal Gorchan di Maelderw.

Sorridendo accanto alla roccia

[era] il pero non di natura ardente.

Né di madre né di padre,

quand'io fui fatto, 

erano il sangue o il corpo mio;

di n ove tipi di facoltà,

del frutto dei frutti,

di frutti Dio mi fece,

del fiore della primula di monte,

dei germogli di alberi e cespuglil, 

di terra della specie terrestre.

Quando fui fatto 

dei fiori dell'ortica,

dell'acqua della nona onda,  

fui legato con incantesimo da Math, 

prima di divenire immortale.

Fui legato con incantesimo da Gwydion,

grande mago dei Britanni, 

di Eurys, di Eurwm, 

di Euron, di Medron,

su miriadi di segreti

io sono dotto quanto Math...

Io so dell'Imperatore 

di quando fu bruciato a mezzo. 

Io so la conoscenza astrale 

delle stelle prima che [fosse creata] la terra, 

da dove sono nato,

quanti mondi vi sono.

è usanza dei bardi compiuti 

recitare le lodi del loro paese.

Ho suonato a Lloughor, 

ho dormito nella porpora.

Forse che non ero nel recinto

con Dylan Ail Mor, 

su un giaciglio nel centro

tra le ginocchia del principe

sopra due lance spuntate?

Quando vennero dal cielo

i torrenti giù nell'abisso, 

precipitandosi con impeto violento. 

[Io so] ottanta canzoni, 

per soddisfare il loro piacere. 

Non c'è veliardo né infanti,

oltre a me quanto alle loro poesie, 

nessun cantore che conosca tutte le novecento che io conosco

riguardo alla spada macchiata di sangue. 

La mia guida è l'onore.  

Il sapere vantaggioso viene dal Signore.

[Io conosco] l'uccisione del cinghiale, 

il suo apparire e scomparire, 

la sua conoscenza delle lingue.

[Io conosco] la luce il cui nome è Splendore,

e il numero delle luci regnanti 

che diffondono raggi di fuoco

in alto sopra l'abisso. 

Sono stato un serpente maculato sopra una collina; 

sono stato una vipera in un lago;

sono stato un tempo una stella maligna. 

Sono stato un peso in un mulino [?].

La mia tonaca è tutta rossa.

Io non profetizzo alcun male.

Ottanta sbuffi di fumo 

a chiunque li porterà via: 

e un milione di angeli  

sulla punta del mio coltello.

Bello è il cavallo giallo, 

ma cento volte migliore

è il mio color della panna, 

veloce come il gabbiano,

che non può superarmi 

tra il mare e la riva. 

non sono io preminente nel campo del sangue?

Io ho cento parti del bottino. 

La mia corona è di gioielli rossi,

l'orlo del mio scudo è d'oro. 

Non è nato nessuno valente come me,

né mai se ne è conosciuto uno

tranne Goronwy, 

dalle valli di Edrywy.

Lunghe e bianche sono le mie dita, 

lungo tempo è passato da quan'ero un mandriano. 

Ho viaggiato sulla terra 

prima di diventare un uomo erudito. 

Ho viaggiato, ho compiuto un circuito,

ho dormito in cento isole, 

ho abitato in cento città.

O druidi eruditi, 

profetizzate voi di Arthur? 

O è me che essi celebrano, 

e la crocifissione di Cristo,

e il giorno del Giudizio che è prossimo,

e uno che riferisce 

la storia del Diluvio?

Da un gioiello dorato montato in oro

io sono arricchito; 

e indulgo al piacere

grazie alla fatica opprimente dell'orafo.