The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

8. Morte e Riti di Passaggio




Capitolo 8: Morte e Riti di Passaggio – Il Ponte di Nuvole

Nelle culture antiche i riti di passaggio erano considerati fondamentali: sancire un cambiamento radicale dell’esistenza con un rito consentiva di consapevolizzarlo, di assorbire ciò che era stato in precedenza e trasformarlo in energia per accogliere ciò che di nuovo stava arrivando. Il passaggio di età, il cambiamento di dimora, finanche la morte, erano tutti celebrati solennemente. Oggi di questi riti rimangono solo vestigia (la famosa festa dei 18 anni, il party di inaugurazione del nuovo appartamento… Sono “feste”, non più riti); solo la morte ha ancora una connotazione ritualistica in quanto passaggio ultimo: tuttavia di essa si è perso il punto cardine, quello che ci viene trasmesso con questo rituale è il senso di attaccamento, di dolore, di perdita (i “lamenti funebri”).

La morte è il principale ingrediente di qualsiasi rito di passaggio: come insegnano tutti i grandi misteri esoterici – Natura inclusa –, qualcosa deve morire affinché qualcos’altro possa nascere. Lo Sciamanesimo non fa eccezione a questo principio: attraverso l’esperienza del rito si esplora il culmine del momento di crisi, il picco spirituale della trasformazione; ma ancora più importante, esso ricollega chi lo vive a tutti gli uomini e le donne che l’hanno vissuto prima. Esattamente come un Oggetto di Potere, che espande i suoi legami spirituali nel tempo e nello spazio, così il rito diventa un punto di contatto con la vita che è stata e che sarà; a seconda delle culture, non a caso, viene consegnato un oggetto oppure impresso un marchio (un tatuaggio, un piercing) a memento indelebile dell’esperienza, che ne conservi l’energia fino al rito successivo. Persino nei culti funebri, spesso, gli oggetti venivano sepolti/bruciati con il morto (soprattutto quelli sacri), affinché nessuno potesse utilizzarli oltre in questo mondo, mentre lo spirito del trapassato li portava con sé nella nuova esistenza.
I riti di passaggio che si riconoscono fondamentalmente sono 12; non tutte le culture ne possiedono così tanti: alcune pongono l’attenzione su taluni che invece in altre non sono considerati. L’elenco che viene fornito qui di seguito è omnicomprensivo. Se li osservate con attenzione, potrete intuire il filo che li collega l’uno all’altro, e al contempo il filo che li collega alla vostra vita personale.

Nascita: con i riti legati alla nascita si celebra l’ingresso al Mondo di Mezzo, la consegna del Destino, il dono dell’Immortalità che si rinnova, la magia latente in ogni essere vivente.
Pubertà: (circa 12 anni) con la pubertà, il passaggio all’adolescenza, il ragazzo diventa guerriero; affronta se stesso per affrontare il mondo esterno, sfoggia la sua energia che è ancora selvaggia, non domata; qui viene sancito un primo sistema di credenze e convinzioni, prende forma l’Ego.
Iniziazione sessuale: (circa 21 anni) rito legato alla ribellione e alla conquista dell’indipendenza, spesso è legato anche all’abbandono della casa.
Separazione dal Femminino: (circa 24 anni) sono quei riti che preludono alle iniziazioni vere e proprie nel “mondo di appartenenza” del prescelto (conoscenza, forza, saggezza, resistenza), iniziano il ragazzo alla “professione” che deve assumere nella comunità.
Alleanza con il Maschile: (attorno ai 30 anni) qui si conclude il completamento del Sé; è quindi possibile lasciare il proprio segno nel Mondo, realizzare qualcosa di concreto.
Scoperta del Tradimento: (tra i 35 e i 40 anni) si compie qui il consolidamento finale delle proprie credenze fondamentali. Si cominciano a questionare le fondamenta delle credenze famigliari e della società; comincia, qui, la ricerca di nuovi sistemi di pensiero che completino quelli personali.
Demi-nascita: (tra i 40 e i 45 anni) la “Nascita di Mezza Vita” è in realtà una morte: la morte dell’Ego. Viene liberata la potenzialità nascosta, rimasta latente, cade l’illusione del controllo. Può cominciare a questo punto la ricerca del Vero Sé.
Riconnessione col Femminino: (tra i 45 e i 50 anni) ciò che è stato negato si accetta di nuovo; giunge un primo livello di illuminazione, maturità: attraverso l’immersione nel proprio sistema di credenze, si approfondisce il concetto di Verità. Raggiungimento dell’Equilibrio.
Iniziazione alla Verità: (circa 50 anni) questo tipo di riti, performati a questo punto dell’esistenza, mirano alla distruzione e ricomposizione dell’Ego, per innescare la trasformazione delle ferite in guarigione. Si supera, qui, la porta del multiverso, accettando la multiformità del concetto di “reale”.
Espiazione: (verso i 60 anni approssimativamente) anche chiamato “Perdono dei peccati di Sole e Luna”. Si tratta di una chiusura dei cicli karmici: tutto ciò che era in sospeso, aperto, viene chiuso, in special modo ciò che creava attaccamento e coinvolgimento.
Anzianità Spirituale: (dai 70 anni in avanti) l’iniziato diventa qui “Padrone dei Due Mondi”. è in questo momento che si riesce a guardare indietro e avere la visione chiara del percorso della propria esistenza. Molti, qui, possono ricevere in dono anche la visione della propria morte.
Superamento della Materia: sono i riti che celebrano il passaggio alla forma di Spirito e la rescissione dei legami terreni.
Le età indicate sono approssimative: si riferiscono a fasce verosimili secondo i nostri canoni di vita odierni. I riti di passaggio e le esperienze descritte si possono tuttavia presentare anche assai ravvicinate nel tempo, addirittura possono sovrapporsi in una sola esperienza. La descrizione è volta al maschile: per i riti femminili, occorre invertire ovviamente le polarità femminino-maschili.

Di tutti questi passaggi, voglio soffermarmi su uno in particolare: l’ultimo, la morte – probabilmente il più importante. Ho cominciato il capitolo dichiarando che i riti funerari odierni hanno perso la connotazione sciamanica: anziché sottolineare la rescissione dei legami e la liberazione, il ritorno al Grande Spirito, si concentrano molto più sulla perdita, sul controllo egoico, sull’emotività. Osservando la processione dei passaggi esistenziali citati sopra, si comprende il perché di questo: tutti i riti precedenti alla morte sono spariti. Di conseguenza, oggi si giunge facilmente alla morte impreparati, senza il bagaglio di esperienze spirituali necessario per la comprensione profonda e distaccata del passaggio finale. Metaforicamente, sarebbe come cercare di discutere la tesi di laurea senza aver dato neanche l’esame di scuola elementare.
L’attaccamento alla materia è l’impulso naturale della carne, che cerca il suo simile. Esiste un rituale sciamanico, il Ponte di Nuvole (presente in diverse tradizioni, tra cui quelle vietnamita e cambogiana), attraverso il quale si perfeziona la rescissione dei legami pesanti nei confronti dei defunti (animali o persone, senza distinzione). C’è una profonda connessione tra Amore e Morte, esplorata in lungo e largo dalla letteratura di ogni tempo. Tuttavia si parla poco dell’amore disinteressato, il famoso “Amore di 4° Chakra”: l’emancipazione del sentimento puro dagli orpelli pesanti, dalle ancore che lo trasformano in bisogno e possesso. Il Ponte di Nuvole mira proprio a questo: il ritrovamento della purezza e leggerezza del sentimento attraverso la liberazione.

Nella pratica, è necessario uno Sciamano che funga da guida: tiene dinanzi a sé un braciere o calderone con una fiamma viva, posizionato alla fine di un sentiero bianco (si può utilizzare un telo e delle pietre). I partecipanti si vestono di bianco e portano con sé un oggetto che rappresenti o che sia appartenuto al defunto. La prima parte del rituale si svolge come un Viaggio Sciamanico nel Mondo di Sopra: si visualizza un passaggio verso il cielo, finché non si incontra il Ponte di Nuvole. A quel punto, uno alla volta, si percorre il sentiero (a metà tra il mondo fisico e quello spirituale: è consigliabile tenere gli occhi chiusi durante il percorso); lo Sciamano guida tocca con il suo bastone la persona una volta giunta dinanzi al braciere: a quel punto, l’oggetto viene lasciato nella fiamma. Lo si lascia bruciare, osservandolo, visualizzando con esso i legami che si dissolvono. Molte persone trovano difficile pensare a questo rituale come benefico, positivo: la realtà profonda che ad esso soggiace è proprio l’accettazione della morte come valore, come liberazione dai vincoli; la possibilità di proseguire il proprio cammino, lasciando al contempo che gli altri proseguano il loro in assenza di “gravità”. Se si immagina la connessione tra un defunto e un vivente come un canale, si intuisce immediatamente che se esso è otturato da scorie pesanti, l’energia non potrà fluire liberamente; se, viceversa, il canale è libero, attraversato da sole energie leggere, lo scambio avverrà naturalmente, arricchendo entrambi. E la connessione risulterà, paradossalmente, più forte.