The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

9. Il Grande Spirito




Capitolo 9: Il Grande Spirito – Geografia Energetica e Ley Lines

La Natura è un sistema caotico, che presenta solo all’occhio attento il proprio ordine intrinseco. Per secoli l’uomo l’ha osservata, cercando di carpirne i segreti e i cicli per riconoscerli e seguirli. Gli Sciamani, padri di questi studi, lungi dall’osservare i fenomeni solo dall’esterno vi si sono immersi attraverso il contatto con gli Spiriti e la conclusione a cui sono giunti, in ogni parte del mondo, è che la caoticità del flusso vitale pervade ogni cosa: tutto è connesso da un unico filo, un’unica corrente identificabile con il Grande Spirito, l’essenza sacra dell’esistenza. Tale unità, tale essenza, è oggetto di contemplazione e continua ricerca per lo Sciamano, poiché è da essa che è generato l’ordito di trame visibili e invisibili, l’intreccio di ciò che è esperienziabile con i cinque sensi fisici e ciò che è percepibile con altri sensi, il filo invisibile che collega le esistenze.
Ora, è risaputo e accettato anche dalla scienza: alla base della materia c’è l’energia, ed essa tende a comportarsi e assumere forme dipendenti dalla diversa aggregazione che la materia stessa assume a livello molecolare, in un rapporto di dipendenza biunivoca. Persino all’interno degli oggetti, dei sistemi viventi, esistono delle mappe tracciabili su come l’energia scorre, si aggrega, si divide, si struttura. E se è vero che nei microcosmi si rispecchiano i macrocosmi, allora osservando il Grande Sistema complesso dell’Esistenza fatto di elementi differenti interagenti tra loro potremmo comprendere il movimento dell’energia vitale, invisibile ai nostri occhi ma ben riscontrabile sia da un punto di vista logico che intuitivo-istintivo.
Pronti quindi a prendere carta e penna? Perché se consideriamo ogni essere esistente come un punto, va da sé che l’oggetto di cui faremo uso, l’unico che sancisce il passaggio tra più luoghi geometrici, è la linea. In sostanza: dovremo unire i puntini, come nel famoso gioco enigmistico, per contemplare l’immagine risultante.
Tranquilli, non serve fare nulla del genere: sono stati fatti studi a riguardo, in diversi paesi e in diverse epoche storiche. Ci basta osservarli e carpire l’essenza sciamanica che ad essi sottende, applicandoli estensivamente al sistema Natura. Pensiamo ad esempio, per cominciare, allo studio dei campi magnetici o energetici in generale. Dall’ambito scientifico ci spostiamo a quello più esoterico osservando il Feng Shui e l’importanza della disposizione spaziale degli oggetti, al fine di creare un flusso armonico di energia. Ciò altro non è, in pratica, che il lavoro di riproduzione di situazioni affini al ciclo naturale: l’uomo, artificialmente, riproduce delle matrici già esistenti in Natura, per consentire al flusso di scorrere in sintonia.
Ora, se sistemi come questo sono stati canonizzati, vuol dire che è possibile in qualche modo risalire alla matrice originaria, ossia scoprire come e dove scorrono i flussi energetici madre, quelli principali, le arterie da cui si ramificano i flussi più piccoli che nutrono i diversi microcosmi.
Sono stati fatti studi specifici sulle cosiddette “Ley Lines”, o “Linee di Prateria”: rinvenute dall’archeologo Alfred Watkins nel primo ‘900, si trattava inizialmente di una mera constatazione di strade, larghe circa 2 metri, che correvano parallele e si incontravano perpendicolarmente, unendo un numero considerevole di luoghi di interesse geografico e storico-architettonico. Tali linee risalivano al Neolitico, e furono osservate nell’area del Regno Unito. Più tardi il termine venne utilizzato per teorie di stampo più esoterico, bollate da molti come non attinenti e opinabili. Ma a ben vedere, non si può non osservare che la precisione di questo sistema non solo è servita da orientamento per i primi uomini: è stata anche capace di allineare dei luoghi naturali tra loro. Ora, che l’intento energetico fosse esplicito o meno, importa relativamente: ciò che è importante, è che si tratta di un primo abbozzo di mappa energetica che viene da epoche sorprendentemente antiche.
Esiste una cosa simile, addirittura più sorprendente, in Italia, ma che ancora non è stata studiata approfonditamente quanto le Ley Lines: si tratta delle Vie Cave etrusche. Le Vie Cave rimangono tutt’oggi un mistero: veri e propri canyon scavati nella roccia, profondi anche 25 metri, che collegano necropoli, città, templi. Chi ha visitato la zona di Pitigliano, Sorano, Sovana, e ha camminato all’interno di queste gole ha senz’altro percepito la sensazione di trovarsi in una dimensione “altra”, in un flusso energetico tangibile, a contatto profondo con la terra. è un altro esempio di come popolazioni antiche siano entrate in simbiosi con il territorio, costruendo i loro luoghi sacri in punti di affinità specifica e collegandoli attraverso precise linee di flusso, affinché l’energia potesse scorrere armonicamente. Esempi di questo tipo si riscontrano in innumerevoli culture primeve.
Gli Inka, ad esempio, idearono un sistema energetico che è stato tramandato sino a noi. L’immagine è una foto che ho fatto a un quadro di un famoso artista peruviano, appeso in mostra permanente all’interno del Qorikancha, l’antico Tempio del Sole (oggi Chiesa di Santo Domingo) al centro della città di Cuzco. La rappresentazione mostra il sistema delle 42 Ceques (linee energetiche) che connettono radialmente tutti i punti nodali in cui – non a caso – è situato un tempio, un monumento o un Apu, uno Spirito naturale (una montagna, una sorgente, ecc). Il punto centrale, in cui convergono tutte queste energie, è – di nuovo, non a caso – il centro della Valle di Cuzco: il Qorikancha stesso (che a sua volta al centro ospita un pozzo, che attinge a una sorgente sotterranea).

 



Sono cerchi nei cerchi, piccoli sistemi dentro grandi sistemi. è interessante notare come in Perù il sistema di linee energetiche fosse radiale anziché perpendicolare come nell’area del Regno Unito; altra differenza, è che alle Ceques non corrispondono strade costruite, sono pure linee di flusso energetico.
Osservando i fenomeni ancor più dall’alto, dallo spazio, possiamo ricondurre ciascun piccolo sistema al grande Sistema Terra. La Terra presenta delle linee che sono il risultato di concentrazioni energetiche di grande entità. La linea più palese, nonché una delle zone più “calde”, è quella che unisce dei punti piuttosto importanti: Stonehenge, Roma, le Piramidi di Giza. La stessa linea passa poi per i poli e corre nell’altra direzione, attraversando l’America e passando per Cuzco. Si tratta di una cintura energetica portante per il pianeta; non è casuale che in mezzo a due poli antichi come Stonehenge e la Valle dei Re ci sia la sede della religione più potente al mondo. Il reticolo ha innumerevoli altre linee, più intense e meno intense, tra cui senz’altro l’equatore e le linee intermedie dei Tropici. Non è il nostro obiettivo qui identificarle tutte: ciò che è importante ritenere, è che la matrice energetica globale si può osservare, sia materialmente sia attraverso la percezione sottile. E dove le linee si incontrano, si formano dei punti che possiamo chiamare “Nodi”, o “Cray” (i nomi sono differenti, il concetto è il medesimo). I punti nodali sono centri di accumulo energetico, dove le barriere tra i diversi piani di esistenza si fanno più sottili; sono luoghi come quelli citati in precedenza, in cui spesso sono costruiti edifici sacri oppure sorgono entità naturali di rilievo. I Nodi, così come le Linee Energetiche, non sono immutabili: con il tempo possono cambiare, alcuni possono spegnersi, devitalizzarsi, alcuni altri possono sorgere nuovi, dando origine a nuovi flussi. Chiaramente, più imponente è la Linea o il Nodo, più difficile sarà la devitalizzazione. Tuttavia, di recente stiamo assistendo a un processo di spegnimento della cintura portante che collega Stonehenge Roma e Giza: si tratta di una questione seria, poiché è una delle arterie della Terra, che porta nutrimento a milioni di altri nodi. Gli eventi naturali particolarmente catastrofici avvenuti di recente in Italia sono evidentemente collegati a questo fenomeno. Sono molti gli Sciamani che stanno operando quotidianamente per riportare il flusso vitale nella fascia, non si sa se sarà possibile ripristinarla qual era un tempo oppure si vedrà un cambiamento nell’assetto energetico terrestre.

Nel nostro piccolo, è possibile contribuire alla rivitalizzazione delle energie di Pachamama. Ho affrontato nel capitolo 7 di Sciamanesimo Andino la questione del Seme Inka, e di come sia possibile creare la propria “rete energetica”, collegandosi ai diversi luoghi e agli Spiriti che li abitano per espandere il circolo attivo di energie che ci alimentano: si tratta esattamente della stessa cosa di cui stiamo parlando qui. Sono nuove Linee Energetiche che stiamo creando, nuovi Nodi che colleghiamo a noi, che alimentiamo e che ci alimentano: tramite queste, è possibile inserirsi nel reticolo terrestre e rinforzare il nostro pianeta, lo Spirito della Grande Madre, che ci ha nutrito finora.
Il sacro compito a cui lo Sciamano è chiamato, è prendersi cura di Colei che alimenta tutto il resto del creato. In quest’ottica, lo studio delle Linee Energetiche può essere un ottimo punto di partenza per la ricerca di una connessione con gli Spiriti che abitano i diversi Nodi: per poter restaurare le fondamenta sottili del nostro amato Mondo di Mezzo, e di tutti gli esseri che in esso vivono.