The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

ALTARE

 

STORIA

L'etimologia della parola altare ci parla bene della sua funzione a del motivo per cui nasce in antichità. "Altare" deriva infatti dal latino "Altàrium", che a sua volta deriva da àltus/àlitus participio passato del verbo "àlere che significa "nutrire". L'altare quindi in origine era il luogo dove gli officianti e i devoti posizionavano le offerte per gli dei. Questo tipo di offerte avevano varie forme a seconda delle divinità. L'Altare quindi prende l'aspetto di un tavolo dove gli dei si sedevano a mangiare e nutrirsi dei doni che gli uomini lasciavano loro.
Sotto alcune altre forme si interpreta àlere come la forma metaforica di "crescere", "sollevare", quindi indicativo di una sorta di "scalino" o di "ponte" per connettersi con le divinità. Nell'antica Roma erano noti come ara che alcune etimologie fanno rialire al termine ardeo che significa "brucio". Questa connessione potrebbe avere senso inerente agli altari di Vesta, la dea del fuoco alla quale le vestali, le sacerdotesse, sacrificavano esseri umano bruciandoli vivi con la mola salsa, una sostanza ottenuta con l'impasto di sale e farina che veniva cosparsa sul corpo della vittima. Il termine "immolare" riferendosi al sacrificio col fuoco o all'auto sacrificio deriva proprio da questa sostanza. Questa pratica, oltre che la detenzione dell'eterno ed inestinguibile fuoco di Vesta che le sue sacerdotesse (in principio tre vergini e in seguito sei) continuò fino al 391 quando l'imperatore cristiano Teodosio I lo fece spegnere.
La forma delle offerte è sempre stata varia in ogni caso. Per alcune culture si trattava di frutta, per altre come abbiamo visto, sacrifici umani o animali, ma a volte anche solo fiori, farfalle, incenso, cibo. Il punto focale è sempre il "sacrificio" in onore delle divinità.
Troviamo che l'altare ha spazio in ogni forma religiosa, dal cristianesimo all'ebraismo, dal buddhismo all'induismo e soprattutto alle diverse culture e religioni pagane vecchie e nuove. Nella forma iconografica che tutti ricordiamo l'altare è un piano fisso, in legno o pietra che è costruito, intagliato o ottenuto in modo da poter assurgere alle funzioni richieste dai rituali che vi si svolgono. Ad esempio l'Altare di Tonatìu, il dio solare della cultura azteca a Tenochtitlan (l'attuale Città del Messico) era circolare e in arenaria; rappresentava il volto del dio con la bocca spalancata al centro mentre a raggiera era stato inciso ad hoc il calendario. Tale pietra era nota come la Pietra del Sole ed oggi è ancora passata come un semplice ciondolo noto come "il calendario azteco". I sacrificandi venivano posizionati stesi sull'altare e il sommo sacerdote con un pugnale rituale praticava una ferita tra le costole, strappava loro il cuore, lo schiacciava contro la bocca del dio e poi lo gettava nella cavità formata dalla rappresentazione del dio dalla bocca spalancata.
Ma non sempre l'altare è costruito da mani umane o tenuto in luoghi esposti alla pubblica adorazione. Ad esempio gli altari di Jemanjà, la dea delle acque nella mitologia Yoruba, sono costruiti in luoghi nascosti, in caverne accessibili solo a nuoto e costituiti da scogli, conchiglie e decorati da alghe e coralli. Alcuni altari vengono ricavati da tronchi d'albero tagliati o cavi o anche solamente pietre naturali poggiate a terra. Spesso gli altari trovano spazio all'interno di caverne per divinità ctonie o nei pressi di ruscelli, sorgenti per divinità acquatiche, a volte sono veri e propri alberi (come il Noce di Benevento).
Ovunque in ogni caso si ritrova l'altare come funzione di "mensa" per le divinità o per le creature ad esse sacre.
Alcuni altari, ad esempio quelli cristiani, contengono un'alcova dove sono raccolte delle reliquie sacre di qualche santo. Nella religione induista invece gli altari prendono l'aspetto di veri e propri santuari dove vengono bruciati incensi e lasciate offerte. Nel corso del tempo l'altare ha trovato posto anche nelle case e non solo nei templi. Anche adesso ci sono persone che tengono la foto di un parente defunto o le sue ceneri in un'urna tra candele e simboli sacri in loro onore e ricordo.

COS'È?

Nella wicca tecnicamente l'altare non è altro che un piano mobile o fisso dove potrete svolgere i vostri rituali. Addobbato per ogni festa, può essere ricoperto da un panno di diverso colore a seconda del periodo dell'anno. L'altare, generalmente dovrebbe essere rotondo e avere tre gambe, ma secondo alcune tradizioni è bene anzi che sia rettangolare o quadrato in modo che si possano esporre i lati nelle diverse direzioni. La forma tonda aiuterebbe lo scorrere delle energie che vengono "respinte" dagli spigoli, mentre quella quadrata sarebbe una scelta puramente tecnica.

USO

Nella disposizione dell'altare c'è uno schema da seguire: la sinistra dell'altare andrebbe dedicata alla Dea, mentre la destra al Dio. Il centro è riservato all'Akasha.
Sull'altare celebriamo, disponiamo le nostre offerte, i nostri oggetti e mostriamo la nostra devozione agli dei. La posizione degli stessi non è preordinata, ma in genere ci sono alcune disposizioni che sono uguali per tutti. Sull'altare non dovrebbero mancare le rappresentazioni degli elementi, sotto forma di una candela per il fuoco, un incensiere per l'aria, una ciotolina con dell'acqua e delle pietre o del sale per la terra. In genere c'è una candela bianca/argento per la dea e una gialla/oro per il dio. Se lo avete è possibile metterci sopra anche il pentacolo da altare, al centro, simboleggiante l'Akasha e le effigi della Madre e del Padre.
Addobbare l'altare per le feste diviene quel piccolo rito che le renderà speciali. È possibile scegliere diversi panni per i diversi colori dell'anno. Questi sono i colori che uso io.

Samhain: nero/arancio;
Yule: bianco/azzurro;
Imbolc: blu/vinaccia;
Oestara: viola/lilla;
Beltane: rosso o rosso e bianco;
Litha: rosa o verde e bianco;
Lammas: giallo;
Mabon; marrone/verde;

Nei rituali all'aperto spesso l'altare diviene un tronco d'albero, magari cavo, o una pietra. Girando per l'Italia mi è capitato di vedere altari naturali di ogni tipo. L'uso di altari naturali rende più suggestivo e mistico il contatto con il divino, soprattutto se l'altare è vivo.
Gli altari esistono in qualsiasi culto e vengono purificati, benedetti e consacrati mediante ogni tipo di rito. Anche la wicca ha il suo altare, e deve essere mantenuto in ordine, purificato e consacrato. Secondo il feng-shui dovrebbe essere rivolto verso nord per attirare saggezza e conoscenza o verso est per attirare iniziative, ma ovviamente ognuno sceglie quale posto e quale posizione gli è più congeniale, anche se per tradizione la wicca richiede che sia posizionato verso nord.
La stessa posizione degli oggetti dovrebbe seguire un certo schema, a seconda dello scorrere delle energie. Non tutti, ovviamente seguono questo scorrere, nemmeno nell'evocazione degli elementi, ad esempio, nei quali si dovrebbe iniziare dall'Est per chiudere con il Nord, seguendo il senso orario in apertura e in senso antiorario per chiusura cominciando dal Nord e arrivando all'Est. Ma le tradizioni sono diverse e molteplici, e questo rende la magia più potente.
L'altare fisso andrebbe purificato ad ogni esbat. Si può fare un passaggio con una piccola scopa o delle campanelle per allontanare la negatività, pulirlo dalla polvere e mantenerlo energeticamente carico. Non è bene lasciare sull'altare fiori morti, secchi o frutta che sta marcendo. Cercate di tenere l'altare vivo o al massimo istituitelo ogni volta che ne avete bisogno.