The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

CAMPANA

 

STORIA

La campana è uno strumento musicale estremamente antico. Si dice che l'inventore di quella a batacchio, ossia quella più diffusa nel mondo occidentale, sia di origine italiana e che risalga a San Paolino, vescovo di Nola, che nel 420 ebbe l'idea di far costruire dei campanelli più grossi del normale per appenderli sulla cima di una torre e, mediante delle corde, farli suonare in coincidenza delle funzioni sacre. E fu proprio in questo paese dove cominciarono ad essere costruite e che ha dato origine al nome: aera campana, bronzi di Campania, l'antico nome della Terra di Lavoro che ha come capoluogo Napoli. Nonostante l'uso occidentale come lo conosciamo sia relativamente recente, altri tipi di campane sono da far risalire anche alla preistoria e ne sono state testimoniate da ritrovamenti provenienti dalla Cina e risalenti anche ad alcuni millenni prima di Cristo. La sua diffusione, legata soprattutto all'aspetto liturgico è legata al medioevo, circa ottavo o nono secolo. In ambito religioso ad adesso le campane hanno lo scopo principale di richiamare l'attenzione all'inizio e alla fine dei momenti rituali, anche perché diffondendo il suono per vibrazione, possono coprire lunghe distanze. Ma nel piccolo, come nel grande, il principio di un corpo di metallo cavo dove inserire un piccolo sassolino che, scuotendolo suona è di origine antichissima, come ad esempio i tintinnabula, piccoli giochi a forma di animaletti che contenevano un sasso nella forma cava e che, nella loro metamorfosi sono divenuti campanelli che ornavano la veste di sacerdoti ebrei.
Nella loro forma di balocco e sonaglio, i campanelli hanno origini preistoriche e la loro primordiale ideazione sprofonda nelle sabbie del tempo, ma sono sempre legate alla danza e alla sacralità. Le si trova nei danzatori di origine asiatica, africana e mediorientale. L'uso dei campanelli è considerato anche nell'antica arte del feng shui, che ritiene che il loro suono allontani la negatività irradiando invece energie positive e che protegga così la casa e chi vi abita dagli spiriti maligni.
 

COS'È?

Ci sono diversi tipi di campane. Tutti sono strumenti musicali appartenente alla classe degli idiofoni, ossia a percussione a battente. Quella diffusa in occidente è, generalmente, in bronzo e composta da due parti, un involucro a forma di calice a richiamare la forma del fiore che ne porta il nome: la campanula, e un pendolo, in genere di ferro dolce, noto come batacchio sospeso al suo interno che, oscillando colpisce le pareti interne della campana facendola vibrare e producendo quindi un suono.
È possibile distinguere due tipi di campane, quelle a percussione diretta e indiretta. Il primo tipo prevede che ci sia un evento esterno che colpisca la campana sulle pareti e che la faccia vibrare, come ad esempio la famosa campana che suona in Piazza S. Marco a Venezia dove due statue la martellano a turno, la seconda invece, prevede di far oscillare la struttura stessa della campana avanti e indietro e sfruttando così la forza di gravità e il principio fisico del pendolo, far sì che il batacchio colpisca le pareti interne facendo vibrare il metallo per ottenere il suono.
Nel primo tipo sono da enumerare anche le campane tibetane, che a differenza delle campane tradizionali, non vengono appese capovolte per permettere che il batacchio, penzolando, colpisca le pareti, bensì vengono fatte vibrare mediante un metodo manuale ed esterno: ossia colpendole o sfregandole con un percussore esterno.
La differenza del diametro e dell'altezza cambia il timbro e la nota che può essere suonata con la campana. Anche la forgiatura e quindi la lega di bronzo di cui è costituita può fare la differenza. Il bronzo ottimale, secondo quello che è indicato da OES, un'azienda cardine in Italia per la loro produzione, è composto da 78 parti di rame e 22 di stagno con tolleranza di percentuali di zinco e piombo non superiori allo 0,5%. "Esistono sul mercato diverse leghe di bronzo a seconda degli usi; per l'acustica della campana il bronzo ottimale è il sopra descritto in quanto l'alto tenore di stagno contenuto nella lega rende la campana molto sonora e con lunghi tempi di vibrazione, è vero altresì che la rende più dura e conseguentemente più fragile in senso strettamente meccanico; il valore del bronzo è quindi conseguenza del titolo di stagno contenuto". Questo per quanto riguarda le campane a batacchio, mentre per quelle tibetane circola una leggenda e un simbolismo religioso e mistico che merita di essere segnalato. Sembra infatti che il segreto della lega che le costituiva in antichità sia andato perduto dopo la persecuzione cinese dei monaci, unici antichi detentori della conoscenza della tecnica che li permetteva di fondere assieme e legare sette tipi di metalli diversi. Pare che la scelta dei sette metalli fosse di origine sincretica e che richiamasse il principio delle sette note fondamentali della scala armonica legate ai sette chakra e ai sette metalli planetari. Tuttora, grazie all'ausilio dei monaci nepalesi, in un'importante università canadese si è riuscito nell'intento di miscelare la giusta dose di metalli per ottenere la lega necessaria ma non è ancora stato possibile ritornare alla tecnica con cui questi strumenti venivano battuti in modo da registrare i timbri senza che queste si rompessero. Pertanto è da ritenere che le vere ed uniche campane tibetane ancora presenti sulla terra siano quelle forgiate nei tempi precedenti alla persecuzione dei monaci tibetani ad opera del regime cinese. Le uniche che è possibile trovare ora sono composte di una lega di cinque metalli, e pertanto hanno una durata di vibrazione del suono, una differenza di timbro e di colore decisamente diversi da quelle delle campane tibetane originali.
 

USO E SIMBOLISMO

La campana, nella wicca e nella stregoneria, trova spazio ed uso in alcuni momenti della ritualità: ossia, per aprire e chiudere una cerimonia o per caratterizzarne dei punti cardine. Il suono della campana spezza il silenzio e la solennità, introducendo così un nuovo periodo o una nuova fase del rito. Anche durante i riti cattolici viene suonata una campanella prima dell'eucarestia, in genere dal chierichetto che assiste il prete.
La campana, o i sonagli, a seconda della zona geografica e della tradizione, vengono usati all'inizio e alla fine del rito, rappresentando, con il loro suono, l'inizio e la fine della vita stessa, che è poi quello che, in genere, si celebra nei riti - seppur diversi - in ogni parte del globo: vita, morte e rinascita.
Nel caso della campana tibetana, gli armonici prodotti dalla sua vibrazione induce uno stato trance-ipnotico e favorisce l'induzione psicotropa nello stato theta del cervello. Inoltre, secondo la tradizione, il suo suono favorisce l'emissione di energia positiva e allontana pertanto la negatività. Così come i sonagli su cavigliere e braccialetti, i campanelli e le maracas, questi tipi di strumenti vengono anche utilizzati per cadenzare danze e per favorire l'innalzamento dell'energia spiraliforme, magari nella pratica del cono di potere.
La campana, tibetana o meno, insieme con i campanelli sono strumenti associati all'elemento Aria e Acqua, e la sua particolare forma racchiude sia la bacchetta che la coppa, quindi rappresenta la vera e propria comunione degli dei, che insieme portano il suono della vita e della nascita.