The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Despacho al Monte Bianco



sezione a cura di Bardo

 

Sciamanesimo Capitolo Bonus: Despacho al Monte Bianco – Cronaca di un Viaggio Sciamanico nel Mondo di Mezzo

Le chiamate degli Spiriti arrivano così. Inattese, improvvise, impellenti.
Ricordo che ero al computer nella mia stanza a Shanghai, all’altro capo del mondo rispetto a casa mia, quando il Monte Bianco è venuto a trovarmi. E’ difficile descrivere la visita di un Apu: è come averlo all’improvviso dinanzi a te, in tutta la sua grandezza e maestosità, in tutto il suo splendore; ti avvolge come una coperta di energia, una mano che carezza l’anima, una vibrazione che ha un sapore stranamente inconfondibile. La sua voce silenziosa mi ha detto che mi stava aspettando; mi ha comunicato che era il tempo di un’offerta. Io non gli avevo mai fatto visita prima, né mai ero stato in Val d’Aosta; la sua chiamata tuttavia mi era giunta già tempo fa: durante una delle tappe della mia iniziazione al sentiero andino la mia maestra mi comunicò che l’Apu del Monte Bianco era venuto da lei a dirle che “aveva qualcosa per me”. Per un motivo o per l’altro, non ero mai riuscito ad andare da lui; era una delle cose che finiscono per essere accantonate in un angolo della memoria. Ero sempre stato convinto di dover ricevere qualcosa da lui – un dono, una rivelazione –, ancora adesso non so di preciso cosa mi sia stato dato. Ma non avevo mai preso in considerazione che il “dono” potesse essere semplicemente l’opportunità di connessione e di offerta. La mentalità consumistica occidentale purtroppo deforma le nostre aspettative.
Così il Monte Bianco, l’Apu padre e guardiano della terra italiana, era venuto a ricordarmi il suo invito in un momento di svolta: all’alba del salto verso la Nuova Era, in un momento di crisi globale che grava sull’Italia in modo particolare, con lo Stato vicino al fallimento e in attesa del verdetto dell’Europa indecisa sul frantumarsi, il dissesto economico che scuote le fondamenta della società e porta ansia e paura trascinando gli animi verso il basso, ecco che lui si è presentato. Come tutti i momenti di passaggio, il momento prima del varco è quello più difficile, quello in cui serve energia per compiere il passo e muovere oltre; avevo l’opportunità di poter dare una mano, di svolgere la funzione che ho accettato da Sciamano, di aiutare la mia comunità, Pachamama, le persone, affinché il passaggio sia lieve, affinché le difficoltà scorrano naturalmente, affinché quante più persone riescano ad ottenere gli strumenti per compiere il salto ed evolvere, tutti assieme, in quanto uomini, in quanto fratelli, in quanto Terra. Potevo offrire il mio piccolo contributo per risollevare l’energia della mia comunità. E nel delinearsi di quest’avventura, mi sono apparsi due compagni di viaggio, chiari come la luce: Heiden, che conoscete per il prezioso contributo qui sul Reef, e Mirko. Non sapevo dire perché, ma sapevo che la loro presenza era parte integrante del viaggio, dovevano partecipare e apportare il loro aiuto in quest’impresa. E a distanza di tempo, posso ora dire che si sono rivelati compagni insostituibili.
Siamo partiti di buona lena in mattinata presto, diretti al monte. Il nostro Viaggio Sciamanico nel Mondo di Mezzo era già cominciato da prima, nel momento in cui abbiamo iniziato a pianificare l’itinerario e il contenuto del Despacho; tuttavia il vero percorso ci ha trovati lungo la strada, come accade sempre quando ci si imbarca in un’avventura: di ciò che era stato pianificato, ben poco non è stato stravolto. Ci ha accolto una pioggia torrenziale, un cielo minaccioso che avrebbe dissuaso chiunque dall’intraprendere una scalata; d’altronde stavamo accingendoci a compiere un’offerta in un momento di grande pesantezza energetica: toccava anche a noi superare il nostro scalino, ribadire la nostra determinazione a portare a termine la missione. Non distante dal campeggio abbiamo trovato un fiume dalle acque vive e selvagge, a cui abbiamo fatto un’offerta per essere ben accolti e per equilibrare l’energia acquatica che con la pioggia stava rischiando di compromettere la spedizione. Pochi minuti dopo è uscito il sole: era quello il segno. Eravamo dunque i benvenuti, il sentiero era quello giusto.
Zaini e Mesa in spalla, ci siamo avviati su per il sentiero; dopo una pausa a una polla d’acqua, a porre omaggio ai Pausilunas, gli Spiriti delle acque che scorrono, ci siamo addentrati nella foresta, fuori del tracciato, dove ci ha accolto una distesa blu di mirtilli e un anfratto tra le rocce dove ci siamo posizionati per metterci all’opera. Abbiamo cominciato con una pulizia dell’Aura con l’Agua Florida, l’essenza profumatissima che i Paqo andini utilizzano nei rituali; indi, abbiamo offerto una bottiglia di birra allo Spirito della foresta. Dopodiché, con una Teqse Paqo Meditation abbiamo ristabilito la connessione con tutti gli Spiriti, liberandoci della Hoocha in eccesso, abbiamo piantato i nostri alberi energetici per radicarci ancor più a fondo in quel luogo splendido e fondere la nostra bolla con Cielo e Terra, operando in comunione completa.
Quando è stato il momento di scegliere gli Apu da chiamare per il Despacho, ci siamo trovati tutti e tre concordi: la richiesta che stavamo per fare aveva una risonanza a livello globale, serviva l’aiuto di tutti i Teqse Apus. Così abbiamo richiamato, nell’ordine: Inti Tayta; Pachamama Mondo; Mama Wayra; Mama Qocha; lo Spirito di Shamballah, la Città della Sapienza, affinché apra le sue porte nel momento del passaggio alla Nuova Era; Apu Kilimanjaro, perché vegli dall’alto della sua vetta sull’umanità e perché porti a sollevarsi anche l’energia della terra d’Africa; la silenziosa Pachamama Siberia, assieme alle anime antiche dei suoi Sciamani; Pachamama di Città del Messico e di Teotihuacan, poiché è indicata dalle profezie come punto di alta concentrazione energetica nel momento del passaggio; Pachamama Cuzco per lo stesso motivo; Apu Monte Bianco, ovviamente; l’Apu vicino del Gran Paradiso; infine la Mama Qocha delle acque del luogo ove eravamo, per portare l’energia nelle sue correnti, diffondendola in tutto il globo. Per l’offerta sono state utilizzate le foglie di coca rituali, un liquore ai lamponi, una croce fatta con gli steli di grano per Wiraqocha e una grande conchiglia viola proveniente dal Perù per Pachamama; fiori di oleandro bianchi e rossi hanno formato l’Hanaq Pacha e l’Uju Pacha, rosa per il Kay Pacha; fiori viola hanno svolto la funzione delle stelle, un mazzetto d’iperico il sole, una tonda margherita la luna. E’ stato poi il turno delle Piante Maestre. Era importante che partecipassero in tante, che il contributo della loro saggezza permeasse quell’offerta, la loro energia si rendesse disponibile per l’umanità nell’attimo del passaggio: mandragora, timo, tè, artemisia, cannella. Perle d’incenso per la pioggia, incensi puri provenienti dalla Polinesia per lo Spirito e le sue infinite forme. Abbiamo anche colto un po’ di resina di abete nei dintorni, del muschio e sette mirtilli. Tre spighe di grano, a simboleggiare il nutrimento materiale e spirituale per tutta la gente. Piccoli doni vicini e lontani si sono susseguiti naturalmente: amaretti, cioccolato, una tegola (biscotto tipico valdostano), chicchi di mais peruviani; Heiden ha donato due splendide creazioni in pasta di sale a rappresentazione della Dea, Mirko cinque draghi dei cinque colori, intrecciati a mano, a rappresentare le energie globali. Come ultimo tocco – ormai è divenuto il segno distintivo dei miei Despachos – una pioggia di zuccherini colorati, a rappresentare Q’ichi, l’arcobaleno, la gioia e l’amore che riempiono gli spazi vuoti dell’esistenza e rinsaldano l’armonia universale.
Contemplare un Despacho una volta concluso è un’esperienza spettacolare: tutte le energie si fondono in un unicum di bellezza e forza, la presenza degli Apu che già si nutrono della sua meraviglia, le radici energetiche che si espandono nella trama della Vita. Abbiamo chiuso il pacchetto, legato infine con un nastro multicolore intrecciato da Heiden. Poiché l’intento dell’offerta necessitava di un rilascio di energia a lungo termine, abbiamo affidato il dono alla terra: non distante da dove eravamo, uno spacco profondo sotto una roccia offriva una buca naturale dove abbiamo deposto il Despacho.
Sono passate ore, che son sembrate pochi attimi. Quando siamo usciti dalla foresta, è ricominciato a piovere, siam corsi indietro verso la nostra tenda, dove il sonno ci ha colti immediatamente. A distanza di tempo, è difficile esprimere l’essenza vera del Despacho, la sens
azione maestosa di presenza degli Apu, la gioia dell’offerta, la sensazione di compiutezza. Se chiudo gli occhi, posso sentire distintamente il Despacho vivere, spandere la sua energia nel Grande Flusso. E la sensazione forte che questo Viaggio nel Mondo di Mezzo non è finito: è appena iniziato…