The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Mabon 2005

Mabon 2005

"È solo con il cuore che si può vedere in modo giusto. Le cose essenziali sono insivibili all'occhio."
"Le cose essenziali sono invisibili all'occhio", ripeté il piccolo principe, così che fosse sicuro di ricordare.

Antoine de Saint-Exupéry: "Il Piccolo Principe"


Quando ero nel periodo delle telefonate di avviso della mia prossima paternità, un amico mi chiese, con, forse, un po' troppo orgoglio, se avessi davvero avuto qualcosa da insegnare a mio figlio. Credo di essermi sentito offeso in quel momento. Forse perché ognuno crede che sarà un buon padre e che suo figlio sarà il miglior figlio al mondo. Io adesso guardo Morgan crescere, ogni giorno sembra imparare qualcosa di più... e lui è la definizione prima di, capienza da essere riempita. Lo guardo e penso che lui, se potesse, avrebbe il privilegio di sentirsi "a zero". Nel senso che non ha passato, non ha pensieri che ti guastano le giornate, non ha altre sicurezze che "il biberon", "il ciuccio", "le coccole", "il passeggino", "la nanna" con una riserva importantissima per sua madre, senza la quale, è un dato di fatto, non riesce a stare più di dodici ore senza sentirsi abbandonato. Se potessi, mi sentirei invidioso nei suoi confronti... ha così tanto mondo da vedere, così tante cose che non conosce. Pensate ai sapori, agli odori... non sa cosa sono. Il sapore del mare in bocca, l'odore dell'erba appena tagliata, l'ebbrezza di uno spino in riva al mare in una notte di esbat. Deve imparare tutto.
Io mi chiedo... ma chi di voi non darebbe un dito di una mano per sentirsi la metà di quello che sono i bambini? È incredibile quello che sono capaci di insegnarti. Morgan si sveglia alla mattina e sorride. Ogni mattina da quando ha imparato a farlo. Chi di voi può dire di fare la stessa cosa? Morgan non sa neanche cosa sono i rimproveri; ci sono cose che lo spaventano, e allora si mette a piangere, forse perché inconsciamente, non saprebbe cosa altro fare. Lo guardo e lo imploro sempre di insegnarmi di nuovo ad avere la sua stessa curiosità, il suo stesso spirito di avventura, la sua stessa energia, la sua stessa allegria, senza fronzoli. Sono cose che ho dimenticato, ahimé, e me ne rendo conto guardandolo. Sembra che ci sia sempre qualcosa di più importante, che si fa a spazio a gomitate, dentro di noi e che, a lungo andare, è capace di guastarti le giornate, è capace di non farti stare tranquillo e sereno e riordinare le priorità della tua vita.
Ci sono momenti in cui desidererei che Morgan parlasse ora, in questo istante, e che avesse un vocabolario abbastanza vario da potermi spiegare cosa sente, come vede il mondo. Perché lui lo vede davvero con innocenza. Di sicuro non lo vede con i filtri che utilizziamo noi e che lo cambiano, lo stravolgono, lo rendono diverso. Lui vede il mondo che noi gli facciamo vedere per quello che è. Persone, alberi, sassi, animali. E decine, centinaia di cose che non hanno nemmeno un nome, un suono, un sapore.
Ah, se potessi parlare ora... e descrivermi il tuo mondo, affinché io lo possa capire, comprendere. Sono troppo istupidito ormai per capire la tua lingua di grida e pernacchie. Mi sento ignorante perché mi paiono davvero solo versi... e invece sono il tuo modo di parlare. Ma devo attendere ancora... e deliziarmi di vederti ridere per quelle cose semplici e sorridere a chi ti sorride, indistintamente e sorridere anche a chi ti rimprovera, come se conoscessi solo il sorriso come merce di scambio.
Davanti a tutto questo ripenso alla domanda del mio amico: "cosa ho io da insegnare a mio figlio?", mi chiedo. Niente. È lui che mi sta dando lezioni. E io sono proprio un pessimo alunno... ma sto cercando di applicarmi.
Parola di lupetto...

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