The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Samhain 2011

Samhain 2011

La mia resurrezione
È fatta di morte


Micaela Balice: "Araba Fenice"

Dove sono fuggiti i giorni? Come nuvole nel cielo, svaniti; via. Ancora non si è asciugato il sapore del biscotto dell'anno scorso, ed ecco che è giunto il momento di mangiarne un altro. Come le barchette di carta ecco che le settimane si sono inabissate. E come disse Camus? O luce! Questo è l'urlo di tutti i personaggi degli antichi drammi messi faccia a faccia con il loro destino. Questo ultimo risultato fu anche il nostro, e lo abbiamo capito ora. Nella cuore dell'inverno ho infine scoperto che dentro me vige un'invincibile estate. Strascichi lunghi come code di spose, infiniti. Niente di ciò che rinasce sopravvive. Non può. È come chiedere ad un fiore di non sbocciare, ad una passiflora di non chiudersi, ad un cactus di non pungere. Incolpare il coltello della ferita che fa quanto è comodo?
Si comincia sempre con la luce, piccola, nel centro dell'oscurità, come le fauci spalancate del vuoto. Si comincia con quel lacerante dolore, accecante, come passare sotto una cascata gelida, sipario d'acqua e sangue. E dentro, nel profondo, quell'urlo belluino che sale, crescente come la divorante musicalità delle ossa che si frantumano mentre l'aria ti viene strizzata fuori dai polmoni. Si comincia sempre così. Perché morire fa male e rinascere pure. E perché il punto non è cercare di farlo in modo diverso: il punto è riuscire a lacerare quella placenta, nuovamente e strisciare dalla parte opposta, vincere la paura del fuoco. Sentire la terra in gola, pastosa, soffocante. Ah, come mi ricordo quel momento, quando parlammo io e te e tu mi dicesti che invidiavi il modo di vivere di noi pagani. E mi dicesti che eravamo capaci di battere la sofferenza e il cordoglio della separazione da chi è andato via perché il corpo è carne e il soffio è anima. Mi parlavi quasi pensando che essere pagani significava non soffrire per la morte delle persone, come se fossimo al di sopra del mero dolore degli esseri umani; c'era quel tono di invidia nella tua voce.
Oh, sai caro ragazzo. Quando la morte arriva, a volte con passi felpati, passandoti a fianco, mettendoti una mano sulla spalla per invitarti a spostarti e a volte invece urlando e digrignando i denti, bavosa non fa differenza. Ci affezioniamo alle persone, agli animali e a tutto ciò che vive esattamente come tutti gli altri. E quando la dea torna a reclamare viviamo lo stesso cordoglio. Forse sì... abbiamo quella possibilità di vedere un ciclo infinito innanzi a noi. Come quando quando sei mancata tu, in quel modo così feroce e quella mia cara amica mi ha chiamato per chiedere che fosse successo e io ho dovuto dirglielo; dirle come era successo e lei, allampanata nella voce, con quel tono che di assurda sospensione che abbiamo tutti quando le notizie ci sconvolgono mi fa: "Sai... ho mandato un sms per avvisare una persona e in risposta... lei mi ha detto: 'viva la vita, ma viva la mortÈ. E mi ha fatto stare meglio. La morte è arrivata", mi hai detto "ma so che questo significa che sta per ricominciare di nuovo, da un'altra parte".
Proprio ora.. mentre un evento spiacevole mi attanaglia lo stomaco, ragiono e rifletto sul ruolo che ha la morte nella nostra vita e il ruolo che abbiamo noi nella nostra vita in relazione alla morte stessa. Un caro amico mi ha insegnato che siamo spazzini energetici, come gli avvoltoi, i corvi e tutti quegli animali che mangiano ciò che altri scartano, che fanno pulizia. E rifletto pensando che a volte essere pagani, nella vera accezione assurda del termine, paradossalmente quasi non ci permette di essere incazzati con la morte perché ci porta via chi amiamo. Non ci permette di essere incazzati con chi è morto prematuramente nella nostra vita lasciandoci senza una guida, come se pazzescamente, fosse colpa loro; ma ci farebbe sentire meglio forse o è anche quello uno stadio dell'elaborazione del lutto. Ci tocca stare sempre attenti a dover trovare il significato oltre le cose e quando uno sbanda, scivola, perde l'equilibrio subito c'è qualcuno che è pronto a ricordargli che ogni cosa è ciclo, ogni cosa vive e muore perché fa parte di questo ciclo, nessuno escluso. Tutti pronti a riprenderlo a rimetterlo in carreggiata, quando a volte vorremmo solo poterci sentire addolorati, furiosi, feriti nel nostro momento di cordoglio. Ci piacerebbe cadere a terra e rimanere lì, immobili, senza doversi rialzare per forza. Lasciare che il volto affondi nella terra morbida, come se potessimo smontare ciò che siamo e rilasciarlo nella terra che lo assorbirà, lo metabolizzerà. E questo vale anche per chi va via, senza necessariamente morire, ma comunque lontano dalla nostra vita. Perché a volte non ci è quasi concesso (da noi stessi poi) essere tristi, arrabbiati, feriti? Quando avremmo invece solo voglia di urlare e alzare i pugni al cielo, picchiare i piedi per terra, sbattere la testa contro il muro dobbiamo mantenere quel contegno di chi sa che chi muore intraprende un viaggio diverso, di rinascita, di vita diversa, di inizio di un nuovo ciclo. E sì, cazzo lo sappiamo. Ma questo deve togliere lo spazio alla nostra emotività?
Io urlerò questo Samhain. E che gli dei, tutti, mi sentano. Dal principio alla fine. Perché quando una ferita fa male non è da duri nascondere la propria sofferenza.
 

  • Sono rinato urlando. Il velo come una doccia gelida. E tu, dall'altra parte. Tu. Sì. E la consapevolezza mentre ero tra le tue braccia che non avrei voluto nessun altro. Come diceva quella poesia? Tu l'inverno e io; io il silenzio e le mie lacrime.
  • Ho rimosso gente da msn e Skype. Il mondo va avanti.
  • Ho suonato dal vivo e per la prima volta nella mia vita mi sono vergognato. Sono sceso dal palco incazzato nero e ho abbandonato la band al secondo gradino. Forse è vero che a tretatré anni alcune cose non si possono fare in quel modo. Mi sono sentito un ragazzino di quindici anni alla sua prima esperienza dal vivo. Mai più così.
  • Ho cantato nel cerchio di Samhain. Una canzone che amo.
  • Mi ha chiamato la banca. Volevano chiedermi se dovevano autorizzarmi un bonifico di quota Euro 8 a mio favore da parte dell'Editoriale l'Espresso e intestato a Danny Glick. Dopo un paio di minuti di sognante incomprensione per il fatto che la banca mi chiami perché qualcuno vuole darmi dei soldi ho capito che cos'era. "Sono i miei cazzo di diritti d'autore", ho detto. "So che fra poco non ci compro le sigarette ma quel poco non toglietemelo!" È stata una sensazione strana essere pagato per aver sputato sangue su delle pagine.
  • Ho aperto un cerchio dopo aver bevuto e non me lo ricordo nemmeno. Me l'hanno raccontato.
  • Ho aggiornato la lista delle cose che ho fatto nella mia vita. E ho ovviamente aggiunto la questione di cui sopra.
  • A dicembre ho sposato le due persone che non ho potuto sposare a ottobre. È stato un rito romanticissimo e molto dolce. Ad un tratto, durante le promesse, la sacerdotessa mi ha guardato con le lacrime agli occhi e commossa mi ha detto: "Mah... sono davvero convinti...!!" La scena è stata assieme comica e dolcissima, così le ho detto: "Eh... spero proprio di sì!"
  • Ho svolto quattro rituali in tempi diversi per quattro streghe perché si dedicassero e perché prendessero il nome.
  • Ho lasciato che l'affetto delle persone mi donasse la forza di smettere di fumare. E ce l'ho fatta, cazzo. In culo anche alle Camel.
  • Ho inciso sul mobile del mio soggiorno, con il mio bolline, la mia stima per un uomo che ha saputo battere Gene Simmons. Grande man!
  • Ho vinto la mia personale ed epica battaglia contro l'amaca. Era qualcosa che si protraeva da alcuni anni. Ha sferrato qualche duro colpo di cui porterò sana cicatrice a ricordo ma alla fine sono riuscito ad avere la meglio e l'ho domata. Un altro punto a mio favore. In culo anche a Bear Grylls.
  • Ho finito, dopo due anni e mezzo, di scrivere le quattro meditazioni sugli elementi.
  • Ho legato le mani ad una coppia di cari amici. Abbiamo fatto una festa incredibile, lunghissima e bellissima degna di Dioniso; e come sostengo sempre (soprattutto dopo qualche birra): "Perché a me mi piace festeggiare, e ai cristiani ortodossi non ci piace festeggiare come mi piace a me che sono pagano". Tra danze, canti, risa, taaaanto idromele, birra, situazioni commoventi (a volte ero così emozionato che non riuscivo a parlare - il che è dire tutto).
    Una festa di matrimonio bellissima che è durata due giorni, tra danze, canti, risa, idromele, grigliate di carne e tantissimo amore, grande, immenso.
  • Ho visto ancora la mia seconda insegnante ubriaca fradicia. Ma sono stato onesto e non l'ho ripresa mentre parlava per prenderla per il culo dopo. Ti è andata bene!
  • Ho assistito al lancio del bouquet e proprio lui, l'insospettabile, ha allungato la mano nel mezzo delle ragazze urlanti e, mentre si teneva il volto con l'altra in un raptus di pentimento e consapevolezza di ciò che aveva fatto, l'ha colto al volo, così, come si raccolgono dieci euro da terra. Il gelido silenzio è calato sulla combriccola. Che guaio essere così alti, eh, ragazzo? Oh... ma lo sai che ti prenderò in giro per tutta la vita e oltre, anche per le altre vite! O si spaccano le tradizioni profetiche in pezzi e quindi se tu non ti sposerai mai nessuna di quelle che erano lì a cercare di prenderlo si sposerà mai oppure... beh... magari toccherà anche a te. E chissà che non sia una persona che sappia tenerti testa, se non in altezza, quanto meno nella vita. Ti ho nei pensieri man. Cerca di stare bene.
  • La mia seconda insegnante dopo quasi dieci anni mi ha regalato il primo strumento: il suo mitico calderone (e forse perché era sporco di fuliggine, pieno di legna che bruciava e troppo pesante). Ma sì sa... è sempre una cosa che fa sentire speciali. Soprattutto perché glielo ho sempre invidiato.
  • Jess mi ha dato ragione. Evento assolutamente unico!
  • Ho fatto collezione di attimi meravigliosi con te. E spero che ne potrò collezionare almeno dieci volte tanti.
  • Ho regalato un libro di poesie ad una persona che amo.
  • Ho riaperto il gruppo di studio e ho così avuto l'opportunità di conoscere persone nuove.
  • Ho festeggiato un Beltane senza precedenti in un luogo meraviglioso con un palo bellissimo, tanti fiori e fuochi gemelli.
  • Ho accompagnato Morgan al suo primo giorno di scuola. Ero così emozionato che non stavo nella pelle. Ora mi leggo i suoi quaderni in cui tentenna a imparare a scrivere numeri e parole con le lacrime agli occhi. Non mi sembra vero che stia già imparando a leggere. Mi sembra di essermi rincoglionito ma cazzo i tempi corrono da matti. Era solo ieri che stavo intagliando la zucca e mettevo gli addobbi alle finestre e ora... ho già comprato quelle nuove. Ed era bellissimo con il suo zaino dei Pokemon e l'astuccio del Sommo Luminescente con tutte le matite temperate e i pennarelli belli in ordine. Oh cazzo, come mi fa sentire fiero. È stato un po' difficile ambientarsi ma pare che stia riuscendo ad inserirsi. Mi ricordava tanto il mio primo giorno. C'erano tanti di quei genitori che facevano foto che praticamente tutto è stato ritardato di un'ora. Alcune cose sono sempre uguali.
  • Ho dovuto saltare il PPD quest'anno. Spero che non ricapiti ma non potevo proprio.
  • Finalmente (forse) il mio animale guida si è deciso a farsi vivo e alcuni tasselli stanno andando al loro posto.
  • Ho accompagnato Gaemon, il gatto di mio fratello, nel suo ultimo viaggio. Lui non ha avuto cuore di sopprimerlo forse. Dopo diciotto anni ha atteso stoico che il padrone partisse per le vacanze perché voleva morire da solo, come tutti. Ha atteso, soffrendo ma resistendo, che le persone che amava fossero lontane perché non lo vedessero spirare. Alcuni legami sono troppo forti. Mi ha chiesto se potevo occuparmene io nel caso fosse venuto a mancare. Ovviamente non mi sono tirato indietro. Solo per le volte che ti ho grattato dietro quell'orecchio piegato e guardavo il tuo sguardo compiaciuto so di averti amato tanto. Ho così detto a mio fratello che doveva liberarlo prima di partire, lasciarlo andare, senza spezzare il legame che si è creato. Ho cercato di fargli capire che doveva salutarlo come se lo rivedesse, anche se sapeva che non sarebbe stato così. In questo modo non sarà mai un addio ma un arrivederci. Ha capito cosa intendevo. Oh, è difficile pensare alla fine fino a quando non la vedi dinanzi a te. Pensi sempre che in qualche modo sia un'illusione. Doveva solo salutarlo, avrei pensato io al resto. Credo sia rassicurante sapere che ci sia qualcuno che può sollevarti da questi macigni, anche se credo che sarebbe stato giusto fosse stato lui a farlo. Sono della vecchia scuola, quindi ognuno deve seppellire i propri cari con le proprie forze. È il pegno del dolore. Ma sono sicuro che lui lo farebbe per me.
    E tu, dolce creatura, che hai sofferto così tanto... là, sotto quel letto a miagolare disperato. Ci sono lavori che dobbiamo fare noi. Non c'è niente da fare. Ci possiamo chiamare in decine di modi ma alla fine siamo sempre noi: e non conta il vestito di carne che porti o il volto che indossi, sotto siamo energia, illuminati. E il nostro compito è chiaro. Noi abbiamo questo sporco lavoro da fare: dobbiamo accompagnare chi deve andare. Chiunque sia. È il nostro compito. Ed è doloroso, cazzo. Oh sì che lo è. In ogni momento dobbiamo fermarci sul confine, sapere fin dove possiamo andare prendendoli per mano ma rimanere sempre da questa parte: non ci è concesso andare oltre. Ho avuto modo di sentirmi sfiorato dall'alito gelido di Cailleach altre volte e forse, sapete, col percorso che facciamo abbiamo dentro di noi quel lato oscuro che è parte dell'accettazione della morte, sempre che si riesca ad accettarlo e renderlo parte equivalente. Siamo un po' caronti. Io ho sentito la morte addosso a quell'animale già da mesi e se non fossi disceso nell'oscurità molte altre volte non avrei potuto riconoscerla o percepirla come la sentivo. È proprio un odore diverso, una sensazione quasi fisica. La sentivo lì, seduta vicino a lui, come un avvoltoio. Stava solo aspettando che lui decidesse di mollare. Ma ha tenuto duro perché mio fratello era ancora in casa e cercava il contatto umano, gli ultimi barlumi di calore. È una cosa che ho già visto. Quando sentiamo il nostro momento molto vicino e percepiamo la fredda oscurità della soglia cerchiamo un ultimo contatto con la vita.
    E così, in una notte di pioggia ho scavato la fossa e ho tagliato il cordone, lasciandogli l'obolo per il traghettatore e l'ho lasciato a riposare là, sotto un albero curvato a creare una camera in un prato di achillee. Arrivederci piccolo.
  • Sono tornato su Answer e mi sono pentito dopo circa cinque minuti. Che brutto avere lunghi momenti vuoti eh?
  • Ho pulito e consacrato una location sul lago di Como dove abbiamo poi svolto alcuni rituali estivi.
  • Con altre nove streghe (in aumento) ho riconsacrato nuovamente la Cabotina a Triora. Anche questa volta rituale molto molto forte, dieci volte più dell'ultima (ma si sa... sono anche i partecipanti che fanno il cerchio, non solo il luogo). Una gatta è venuta a tenerci compagnia nel cerchio per tutto il rituale e si è strusciata sulle gambe di ognuno dei partecipanti mentre aprivamo, seguendo il perimetro.
  • Ho capito che devo fare un tatuaggio sul braccio destro. So già quale fare... ma ovviamente mancano i soldi!
  • Niente ferie nemmeno quest'anno. E sti cazzi.
  • Ho comprato una macchina. Battezzata Michelle. Una bellissima Ford Focus SW grigio metallizzato e ho fatto fare l'impianto a gas (perché voglio inquinare meno e risparmiare di più). Ora devo una marea di soldi ai miei e glieli sto ridando a 100 euro al mese.
  • Sono stato invitato a partecipare ad un progetto di una band Soul con il mio ex bassista. Ce la si può fare cazzo!
  • Ho pubblicato la raccolta di racconti che ho fatto scaricare qui sul Reef aggratis.
  • Ho sistemato in casa molte cose che andavano sistemate. È stato necessario ma ora è moooolto più abitabile.
  • Ho finito un puzzle da 2000 pezzi per scoprire che me ne manca uno. E poi uno non deve incazzarsi! Leggo sul sito della Ravensburger come fare a farmi mandare il pezzo mancante e scopro che devo mandargli tre pezzi del puzzle, il codice a barre e l'immagine della scatola e loro me ne rimandano uno completo! Non ho parole.
  • Ho costruito un athame nuovo e l'ho consacrato con il gruppo di studio.
  • Ho riconsacrato il mio athame e la mia coppa e ho deciso che mi costruirò una nuova bacchetta.
  • Ho regalato la mia scopa e il mio pestello.
  • In una notte gelida, con l'aria di mare che mi strappava a morsi la carne mi sono privato di ogni vestito e mentre altre tre streghe tenevano su il cerchio mi sono immerso nelle oscure acque per ricevere la purificazione e per dare ciò che andava dato. Là risiede e risiederà. E il salino e gelido sapore dei tuoi flutti ne riempirà la gola. E affonderà nell'oscurità del tuo abissale abbraccio senza che mai più possa rivedere la luce. Nella tua stretta di alghe e madreperlacea tridacna, tra le fauci dello squalo e il veleno del pesce palla, sul borbottio delle balene e il pungere della medusa, tra le scaglie del guscio di testuggine e il tocco urticante dell'anemone rimarrà insabbiato, come una sogliola e un paguro, sul fondo del mare, dove gli abissi oscuri non sono raggiunti da nessuna luce, dove il calamaro gigante lotta con il capodoglio e dove fantasmi di navi spettrali giacciono corrose dai tuoi morsi. Nelle profondità insondabili dove niente sopravvive e dove il freddo è così pungente da assiderarti e schiacciarti e dove tu comunque regni, ivi giacerà, sommerso, defraudato dalle incrostazioni calcaree, divorato dai bianchicci granchi dei fondali che ne strapperanno bocconi con le piccole chele. Sii sempre benedetta!
  • Ho imparato a cucinare alcune ricette specialissime. Mica tante a dire il vero ma cazzo... mi sto organizzando. E queste ricette sono state anche fruttuose...
  • Ho fatto pace con una persona dopo anni. L'ho salutata prima che partisse per una nuova vita. E ho sentito che era giusto. Fai buon viaggio. E non guardarti indietro.
  • Mi dispiace di non averti risposto. Mi dispiace davvero. Non era ciò che desideravo succedesse... e non mi sono dimenticato... solo ho sentito che non era tempo. Io, dentro, so che tu capisci che intendo dire. Forse avevo solo bisogno che i tempi fossero coincidenti e non lo sono stati. O forse dobbiamo continuare a non incrociarci. Io volevo solo farti sapere che sono contento che la tua vita sia ciò che desideri che sia e che l'amore abbia bussato alla tua porta di nuovo. La Dea lo sa che non è sempre concesso a tutti di avere una seconda possibilità ed essere capaci di coglierla. O come dice quella canzone... ci sono sogni che non possono realizzarsi e ci sono tempeste che non possiamo prevedere.
  • Ho consolato chi aveva perduto. Sapevo esattamente come ci si sente.
  • Ho aiutato la mia ex moglie a fare il suo trasloco. Ho visto quella casa che è stata il mio rifugio, il mio muro, il mio mondo per otto anni smontato, distrutto, fatto a pezzi, come un animale gettato sul tavolo del macellaio. Ho visto i sacchi colmi dei piatti in cui ho mangiato per anni. Ho osservato a lungo quelle pareti vuote, come fossero pallidi fantasmi di qualcosa che mi parlava di mondi inesistenti, che ho conosciuto solo in un perduto sogno svanito al risveglio. Mi hanno parlato di urla, baci, carezze, dolci momenti, calore umano, tristezza, incomprensione, di bisogno di essere capiti, supportati, di trovare qualcuno nell'altra persona che sia il tuo rifugio, di tanta rabbia. E che strana e aliena è quella sensazione di estraneità mista ad un certo tipo di stupore perché qualcosa sta cambiando per sempre. Come quando saluti qualcuno e saprai che, escludendo una coincidenza incredibile di diverse situazioni, non rivedrai mai più. Quella razionalità che ti causa emozione. Entri in casa, e saluti quelle pareti. E sai che è un addio quello che stai pronunciando a mezza voce prima di chiuderti la porta alle spalle.
  • Ci sono momenti in cui mi manchi così tanto che vorrei poterti tirare fuori dalla mente, dal cuore, dai pensieri, dai sogni per abbracciarti. Come dice Elisa... come fiori dall'asfalto. Nelle ferite, quelle profonde, che ti spaccano in due anche lì, dove credi di essere più forte, dove hai saputo erigere quelle fortezze incredibili e invincibili, inattaccabili, inviolabili e inespugnabili... è proprio lì che crescono quei bellissimi fiori, meravigliosi, con colori e profumi. Non te ne andare così. Non così.
  • Sono impazzito a trovare le zucche da tagliare quest'anno. Sembra che le gente ignori il business che ci può essere dietro la vendita di quei semplici ortaggi non commestibili.
  • Ho deciso di non masterizzare più. Passerò la palla al ladro/stregone del party. Ne avevo un po' piene le palle
  • Ho finito un nuovo giro di B&A e ne ho cominciato un altro. Alcuni sono andati via, altri sono arrivati. Tra dolori e ferite il mio progetto va avanti ancora.
  • Ho creato una supercompilation di 1750 canzoni da ascoltare in macchina. 5 giorni, 3 ore, 5 minuti e 24 secondi di musica continuativa, ventiquattro ore su ventiquattro. Da Loredana Berté ai Napalm Death, dai Depeche Mode alle Moving Breathe, dai Pink Floyd a Ian Dury, dagli Abba ai Ratti della Sabina, da Daitarn 3 a Elio e le Storie Tese.
  • Ho perso le cazzo di chiavi della macchina. Porcaccia! Quegli stronzi del bar a fianco a casa me le hanno raccolte e me l'hanno aperta. Non vi dico come giravano le eliche! Una marea di soldi per mettere a posto tutto. Una MAREA! Se c'è una cosa che detesto è avere debiti. E non riesco a liberarmene.
  • Sono andato a festeggiare Imbolc nella valle delle Sfingi, in un punto dove potevo vedere la location dove ho festeggiato Beltane l'anno scorso. Mi ha fatto un effetto strano tornarci.
  • Ho assistito al messaggio in cui un caro amico di Napoli mi diceva di essere rincoglionito per essere diventato zio. Eh caro mio... benvenuto nel club!
  • Sono uscito una sera con un vecchio amico e sono tornato a casa sui gomiti cantanto e valutando (a dire di chi mi ha visto) il suono che facevano alcuni nomi. E naturalmente non me lo ricordo.
  • Ho appreso della morte di un grande artista che non conoscevo personalmente ma del quale ho più volte ammirato l'arte, sia alla festa di Beltane a Biella che a diverse manifestazioni. Che il sonno ti sia lieve, Bran.
  • Il giorno del mio trentatreesimo compleanno due ragazze del mio gruppo di studio mi hanno trascinato con l'inganno nella location dove svolgiamo gli incontri e lì, al buio, ho trovato (quasi) tutti i ragazzi ad aspettarmi seduti intorno ad un tavolo a rappresentare l'ultima cena di Leonardo. E indovinate a chi era riservato il posto centrale? Un sogno adolescenziale è diventato realtà. Anche se la foto ancora non ce l'ho... eh ma quando nella vita una persona nasce "mia massa a post'" come sono nato io, non può aspettarsi amici diversi. E non ne vorrebbe di diversi. Chi è che diceva se è più pazzo il pazzo stesso o il pazzo che lo segue?
  • Ho assistito alla nascita di due divinità: Bardie Magia di Lammas e Samhainna.
  • Ho aperto i sette occhi.
  • Ho deciso che farò l'idromele. E che cazzo. Gli dei vanno onorati!
  • Ho ricevuto un IPhone 4 dalla 3. Ce l'ho lì a fare un cazzo perché "a me la tennologgia mi sta sul cazzo". Che poi non è vero ma una scusa qualsiasi per non usarlo la dovevo avere. E poi 30 euro di ricarica li faccio comunque, quindi è come averlo aggratise. Anche se poi alla fine non mi serve. Ma se per questo ci sono anche un sacco di altre cose non mi servono ad un cazzo ma le tengo lo stesso.
  • Mi sono arrampicato sul prugno davanti a casa, pieno di frutti, e per la gioia dei bambini che stavano di sotto, mi sono messo a scuoterne violentemente le fronde per far piovere prugne. È stata una cosa che avevo sempre desiderato fare.
  • Mi hanno fatto scoprire quello splendido cantautore che è Voltaire. Un genio che canta le sue death death death devil devil devil evil evil evil songs!
  • Insieme con amici siamo andati a cercare e consacrare alcune fonti nei boschi nei pressi di Como in tempi. Luoghi MERAVIGLIOSI con una fortissima energia naturale, quasi schiacciante. Mi sono immerso in alcune di queste fonti per ricevere una benedizione splendida, potente e incredibilmente energizzante.
  • Mi si è guastata la macchina andando a cercare una di queste fonti. Eh sì. E nelle condizioni migliori. Passato il confine per Chiasso si accende la spia del motore, quella stronza arancione che ogni tanto lampeggiava... come l'occhio di Terminator. Ma come sempre, la percentuale di probabilità con cui queste cose possono avvenire diventa esponenziale quando si sommano i seguenti fattori (che nella mia occasione si verificavano appieno) affinché non possa correre assolutamente il rischio di poter risolvere la cosa:
    1) che sia domenica o giorni festivi, quando le officine sono chiuse
    2) che tu abbia in macchina un bambino e persone che non hanno la minima idea di come funzioni un motore
    3) che tu sia nel punto più lontano raggiungibile e se possibile in un altro stato dove l'assistenza non è compresa
    Ovvio. Palese. E così apriamo il cofano, come del resto farebbe chiunque. Come ho scritto nell'appunto di viaggio: "Lugano - Andata e Ritorno, un racconto Wiccan": Al che, come farebbe chiunque e come non mi sono esentato dal fare, decido di aprire il cofano. Cigolando si apre, lo fermo. Davanti a me, come un'enorme massa alchemica, cresceva il complesso sistema iniettivo del motore a scoppio; ai miei occhi composto da: batteria, cavi elettrici, una mezza dozzina di tubi neri che si infilavano di qui e di là, una boccetta di plastica con del liquido bluastro, una scatola nera di plastica, la levetta per la misurazione dell'olio, un'altra boccetta di plastica con un liquido rosso, un oggetto centrale di grosse dimensioni molto sporco con scritto sopra a mano in bianco "70.000 km". Un altro oggetto che pare essere una dinamo e che sospetto essere l'alternatore. Alcuni bocchettoni con indicato il simbolo del libretto di istruzioni che (naturalmente) avevo dimenticato a casa dal momento che dovevo cambiare un fusibile e mi serviva lo schema per l'amperaggio; simboli che parevano dirmi: "Dato che non capisci un cazzo, meglio che leggi" e un'altra massa di tubi e cose strane che si infilavano di qui e di là. E così, come ramapitechi di fronte al fuoco siamo rimasti lì, in quattro, con le mani in tasca, ad osservare atterriti e intristiti quello strano aggeggio così alieno, senza sapere che fare, che dire. Forse in attesa che una voce ci dicesse: "Hey, sono il problema! Sì e sono qui! E vuoi sapere come posso risolvermi? È estremamente semplice, basta che continui a guardarmi con quell'aria da ebete ancora per cinque minuti!". Mi sembrava di essere Zoolander, quando devono far funzionare il Mac e cominciano a picchiarlo come scimmie mentre in sottofondo suonava la musica di Odissea nello Spazio. Ogni tanto qualcuno indicava tipo un pezzo ammettendo di credere di riconoscerne il funzionamento: "Quella deve essere l'acqua del radiatore". "Ma è rosa!". "È per via dell'antigelo". "Ah".
    Ragazzi che frustrazione. Cito Shakespeare a memoria e non ho idea di come cazzo sistemarmi la macchina quando non funziona. A volte mi viene da pensare che abbia sbagliato tutto.
    Alla fine siamo tornati a casa, con questa spia come monito che mi ricordava: "Non capisci un cazzo del perché sto accesa eh? E io continuo ad avvisarti imperterrita, così che tu possa continuare a ricordarti che non capisci un cazzo del perché sto accesa".
    Condizionato dal pc quando ho spento la macchina credevo che accendendola sarebbe andato tutto a posto, come per magia... e invece no. 200 euro per cambiare un cazzo di cavo della candela. Dovevo studiare meccanica.
  • Ho regalato a Morgan i miei Masters of the Universe, ancora intatti. Ci sono affezionato, erano i miei, quando ancora ci giocavo e li ho tenuti come cimeli... ma era come se urlassero il bisogno che qualcuno giocasse con loro e così mi sono flashato e ho cominciato a cercargli su E-Bay quelli che mancavano e che avevo sempre desiderato. Ho compiuto la mia piccola ordalia alla ricerca dei giochi di quando ero bambino.
  • Ho cambiato ufficio. Il caffé della macchinetta fa cagare a spruzzo uguale ma c'è un bar in cortile dove costa veramente poco, tipo 1,20 caffé e brioche. Ficata da urlo.
  • Ho avuto notizia che il Cruscotto Informativo, dove lavoro, verrà chiuso. Presto dovrò dire addio al mio compagno di avventure.
  • Ho trovato alcune erbe velenose e le ho coltivate sul balcone: elleboro e digitale per dirne due.
  • Trapiantando l'Aloe Vera che Potnia mi ha regalato l'anno scorso ho visto che ha fatto alcuni figli e così le ho trapiantate e regalate.
  • Ho fatto per la prima volta una delle mie meditazioni, quella sulla terra.
  • Lascerò andare ancora... prima di passare il velo. E così morirò e rinascerò. E mi presenterò dalla parte opposta senza alcuna vergogna. Sono pronto, Madre. Sono pronto.
     

Vento Notturno

D.