The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Etimologia della parola Esbat

 

 

 

Etimologia della parola "Esbat"

Esbat, è una parola che, nell'accezione pagana di rituale collegato al ciclo lunare, ha un'origine abbastanza determinata e recente.

È Margaret Murray che la rispolvera nel suo "Witch Cult in Western Europe" cap. IV - The Assemblies, scrive: "Estebène de Cambrue (1567), l'autorità per il termine "Esbat" l'ha applicata agli incontri, dicendo che: "les petites assemblées qui se font pres des villes ou parroisses, où il n'y va que ceux du lieu, ils les appellent les esbats: & se font ores en vn lieu de ladicte paroisse, ores en vn autre, où on ne faict que sauter & folastrer, le Diable ny estant auec tout son grand arroy comme aux grandes assemblees", ossia, letteralmente: "le piccole assemblee che si tengono nelle città o villaggi, in cui non vanno che quelli del luogo, le chiamano esbat e si tengono ora in un lugo del detto villaggio, ora in un altro, ove non si fa che saltare e folleggiare, il diavolo non essendoci, con tutta la sua pompa, come nelle grandi assemblee".

- Nd VN - In una ricerca più approfondita a riguardo, condotta da Cordelo di Quart su mia richiesta durante la traduzione del passo dal francese arcaico all'italiano, è emerso un passo ulteriore. Cito direttamente dalla mail di Cordelo: "in realtà la povera Estebène, accusata di stregoneria, ha citato l'esbat (la prima citazione in un documento ufficiale con questo termine) durante un interrogatorio. La prima a citare il termine, nei testi moderni, è effettivamente Margaret Murray in "The Witch Cult in Western Europe". La Murray lo ha probabilmente trovato nel libro di un inquisitore francese, Pierre de Rostéguy de Lancre, pubblicato nel 1612 "Tableau de l'inconstance des mauvais anges et des démons" o forse da Richard Payne Knight "Account of the remains of the worship of Priapus" in cui l'autore ne cita estesamente per la parte che ci interessa.


"Je commenceray par une fort ancienne déposition que j'ay trouvée puis peu de jours, d'une Estébene de Cambrue, aagée de 25 ans, de la paroisse d'Amou, du 18 décembre 1567, (qui marque que deslors cette pauvre paroisse en estait déjà infectée), qui dict que les sorcières n'alloient en la grande assemblée et au grand sabbat que quatre fois l'année, en dérision des cérémonies que l'église célèbre les quatre festes annuelles. Car les petites assemblées qui se font près des villes ou paroisses, où il n'y va que ceux du lieu, ils les appellent les esbats et se font ores en un lieu de ladite paroisse, ores en un autre, où on ne faict que sauter et folastrer, le diable n'y estant avec tout son grand arroy, comme aux grandes assemblées. Que le lieu de cette grande convocation s'appelle généralement par tout le pays la Lanne du Bouc. Où ils se mettent à dancer à l'entour d'une pierre qui est · plantée audit lieu, sur laquelle est assis un grand homme noir, qu'elles appellent Monsieur, et chacun de l'assemblée luy va baiser le derrière."

Tradotto letteralmente:
"Comincerò da una deposizione molto vecchia che ho trovato da pochi giorni, di una Estébene de Cambrue, dell'età di 25 anni, della parrocchia di Amou (N.d.T. dipartimento Landes, in Aquitania) , del 18 dicembre 1567, che denota che già allora quella povera parrocchia era già infettata, che dice che le streghe non andavano alla grande assemblea e al gran sabba che quattro volte l'anno, in derisione delle cerimonie che la chiesa celebra nelle quattro feste annuali. Poichè le piccole assemblee che si tengono nelle città o villaggi, in cui non vanno che quelli del luogo, le chiamano esbat e si tengono ora in un lugo del detto villaggio, ora in un altro, ove non si fa che saltare e folleggiare, il diavolo non essendoci, con tutta la sua pompa, come nelle grandi assemblee. Che il luogo di questo grande convegno si chiama generalmente in tutto il paese 'Il prato del capronÈ. In cui si mettono a ballare intorno ad una pietra conficcata in quel luogo, sulla quale è seduto un grande uomo nero, che chiamano Signore, e ognuno dell'assemblea gli va a baciare il didietro."

- fine nota VN-

Varrebbe anche la pena di citare il Roman de la Rose (in italiano Romanzo della Rosa) che lo precede addirittura di circa tre secoli:

Il s'esbat iluec et solace, O ses gens, car plus bele place, Ne plus biau leu por soi joer, Ne porroit-il mie trover... Tradotta letteralmente: Si reca là e diverte, Con quelle persone, Poiché più bel posto, Né più bel luogo per gioire, Non potrebbe trovare di meglio...

La parola è quindi di antica origine francese, presente sia nel piccardo che nel provenzale. Oggi nel linguaggio comune si scrive ébat e il verbo ébattre vuol dire "sbattere" in italiano, cioé battere preceduto da un prefisso intensivo, sia in italiano che in francese.

L'etimologia di "battere" è da riferirsi al "piede" che in sanscrito è traslitterato in *pàd*, in altre parole "pestare col piede".
Da qui al "far casino" tipico dei nostri Esbat il passo (col piede) è relativamente breve. L'Esbat francese è in effetti una festa di campagna, un gioviale ritrovo con canti e balli.
"Battere" per chiamare il tempo lo ritroviamo in nostre tradizioni nostrane come il "Bàter Marso" o "battere il San Martino".


Nd VN - Cordelo mi suggerisce anche l'etimologia francese "s'esbattre" (divertirsi) a sua volta deformazione di s'ébattre (da ébat, piacere passatempo), secondo Perione dal greco spatalan (vivere nelle mollezze), secondo Caseneuve dal greco ezbateuein (andare, camminare, passeggiare); secondo Ménage dal latino spatiari (passeggiare).

 

Bibliografia:
http://www.sacred-texts.com/pag/wcwe/wcwe04.htm
Guillaume de Lorris - Jean de Meung: "Roman de la Rose"
Margaret Murray: "The Witch Cult in Western Europe - A Study in Anthropology"
Pierre de Rostéguy de Lancre: "Tableau de l'inconstance des mauvais anges et des démons"
Richard Payne Knight: "Account of the remains of the worship of Priapus"