The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Felini e Autostima

 

I Sogni
 

A cura di Proue
 

 

 


Felini e Autostima

Mi trovavo a casa mia, seduta sul divano, con il mio cane, un carlino. Nella stanza c’erano moltissimi gatti di dimensioni e colori differenti. I gatti erano tutti minacciosi gli uni verso gli altri. Si soffiavano e si graffiavano.
Nessuno di loro era minaccioso nei miei confronti ma io temevo lo stesso per me stessa e per il mio cane che invece appariva tranquillo e dormiva sul divano.
Mentre il mio cane dormiva a fianco a me mi sono accorta che aveva gli occhi biancastri, come se avesse una sorta di cataratta davanti alle pupille e che dalle zampe fuoriuscivano degli artigli retrattili, bianchi anche loro, simili a quelli dei gatti.
Ad un certo punto un gatto mi ha attaccata e si è aggrappato con gli artigli alla mia schiena, senza farmi male, ma io non potevo vederlo. Così mi sono rivolta ad un’altra persona che era lì con me, chiedendogli di confermarmi che ci fosse un gatto aggrappato alla mia schiena e dopo avermelo confermato gli ho chiesto di togliermelo. La persona ha tolto il gatto che era aggrappato a me e io mi sono svegliata con la netta sensazione di minaccia e angoscia.


Mi trovavo a casa mia, seduta sul divano, con il mio cane, un carlino. Nella stanza c’erano moltissimi gatti di dimensioni e colori differenti. I gatti erano tutti minacciosi gli uni verso gli altri. Si soffiavano e si graffiavano.

Il sogno si ambienta in una unica scena, almeno nella parte che viene riportata dal racconto, con connotazioni familiari e che ispirano tranquillità e ozio. Il divano è quello di casa, la stanza dove si trovano presumibilmente pure. Il cane al fianco della sognante pare non essere affatto disturbato dalla presenza degli animali estranei al contesto e con aria minacciosa.
Questo è in effetti il primo punto di scontro tra realtà e fantasia, tra vita reale e elaborazione dell'inconscio.
La situazione che si trova davanti al soggetto in effetti è una esagerazione di una piacevole visione.
I gatti che interagiscono tra loro e si muovono in uno spazio familiare non hanno assolutamente nulla di pericoloso o minaccioso, sono anzi un chiaro simbolo di pace interiore, vitalità positiva e un occhio sensibile al lato piacevole della vita.
Quando la loro presenza viene aumentata e resa minacciosa però si ha una spinta di una situazione di calma in qualcosa di grottesco, e quindi in questo caso pericoloso.

Nessuno di loro era minaccioso nei miei confronti ma io temevo lo stesso per me stessa e per il mio cane che invece appariva tranquillo e dormiva sul divano.

Dunque nonostante il mancato interesse dei gatti verso sognante e cane l'atmosfera si fa comunque elettrica e nervosa, tanto che la paura “preventiva” si instilla nel soggetto del sogno. Parliamo in questo caso di un fenomeno molto noto nei sogni, ovvero un rispecchiare di timori razionali su situazioni che razionali non lo sono. Questo procedimento sottolinea uno snodo importante in cui è racchiuso un messaggio che dalla vita reale passa attraverso l'inconscio e viene reso presente nella situazione onirica.
Si tratta di paura infondata, che non ha precedenti o motivazioni logiche, ma che piuttosto è legata all'esperienza, e che dunque, pur essendo estranea alla situazione di riferimento, vi fa calare l'ombra del timone del “se succedesse come l'altra volta...”.

Mentre il mio cane dormiva a fianco a me mi sono accorta che aveva gli occhi biancastri, come se avesse una sorta di cataratta davanti alle pupille e che dalle zampe fuoriuscivano degli artigli retrattili, bianchi anche loro, simili a quelli dei gatti.

Ecco immediatamente il risultato dell'aver permesso che una paura nata dall'esperienza affligga anche una condizione presente. Ciò che per natura è amico e degno di fiducia, comincia ad assumere tratti sconosciuti, misteriosi e, per questo, spaventosi.
Ma la visione dei suoi cambiamenti è dovuta unicamente all'occhio che osserva, e che ormai è influenzato da paure e ansie e che quindi non riesce più a discernere la verità dalla menzogna auto-costruita. Niente di più sbagliato, e triste. E pericoloso per il futuro della sognante.

Ad un certo punto un gatto mi ha attaccata e si è aggrappato con gli artigli alla mia schiena, senza farmi male, ma io non potevo vederlo. Così mi sono rivolta ad un’altra persona che era lì con me, chiedendogli di confermarmi che ci fosse un gatto aggrappato alla mia schiena e dopo avermelo confermato gli ho chiesto di togliermelo. La persona ha tolto il gatto che era aggrappato a me e io mi sono svegliata con la netta sensazione di minaccia e angoscia.

Altra dimostrazione di ciò che ha inizio nel periodo precedente. Un gatto sale, non fa alcun male, ma resta aggrappato. Immediatamente il soggetto chiede aiuto a chi le è vicino per rimediare alla situazione, senza assolutamente pensare alla motivazione per cui il gatto è salito da lei, ha cercato il contatto. La reazione immediata è stata di togliere il gatto, nonostante non ci fosse stato alcun danno.
Ed è evidente che da sola la sognante non si basta alle sue sensazioni, e chiede la “prova del 9” senza affidarsi al suo istinto.
Dunque i “problemi” venuti a galla grazie al sogno sono complessivamente due.
1. Il soggetto non riesce a donare fiducia a persone o situazioni nuove, offuscata come è la sua memoria a causa di esperienze spiacevoli in ambiti simili.
2. La poca fiducia in sé stessa e nelle sue capacità di percezione/acquisizione/elaborazione della realtà portano il soggetto a tirarsi indietro davanti ad occasioni che potrebbero essere invece produttive e di grande sviluppo per la persona, anche se si presentano come nuove o “alternative”. Consiglio un lavoro profondo sull'autostima e sulla valorizzazione delle proprie capacità (fisiche, mentali, professionali, di relazione) per ricominciare a pensare e decidere con la propria testa, senza attaccarsi pigramente alle esperienze passate. Imparare và bene, vivere di cadaveri con la paura di vita e novità assolutamente no.