Ero una piccola creatura nel cuore
Prima di incontrarti,
Niente entrava e usciva facilmente da me;
Eppure quando hai pronunciato il mio nome
Sono stata liberata, come il mondo.
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri.
Stupidamente sono scappata da te;
Ho cercato in ogni angolo un riparo.
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.
Restituendomi
Al tuo abbraccio.
Mary-Elizabeth Bowen
Profumo di Notte
Torce.
Notte canterò, genitrice degli dei e degli uomini.
(Notte genitrice di tutto, che chiameremo anche Cipride)
ascolta, dea beata, dal cupo splendore, scintillante di stelle,
che ti rallegri della quiete e della calma dal molto sonno,
Letizia gradita, che ami la veglia notturna, madre dei sogni,
che fai dimenticare gli affanni e possiedi il buon riposo dalle fatiche,
datrice del sonno, amica di tutti, che guidi i cavalli, ti accendi di notte,
incompiuta, terrestre e ancora celeste,
periodica, danzatrice negli inseguimenti attraverso l'aria,
tu che invii sotto terra la luce e a tua volta fuggi
nell'Ade, perché la terribile Necessità domina tutto.
E ora, beata, Notte, molto felice, da tutti desiderata,
accogliente, ascoltando il suono supplice delle parole,
vieni benevola, e scaccia le paure che si accendono di notte.
Fonte: "Inni Orfici", ed Lorenzo Valla, trad. Gabriella Ricciardelli