The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Il Loop dell'Aeroporto

 

I Sogni
 

A cura di Proue
 

 

 


Il Loop dell'Aeroporto

Sto andando all'aeroporto di Cracovia da Cracovia città (ero ancora a Cracovia in vacanza) e mi sono reso conto di essermi dimenticato qualcosa, ma non sapevo cosa.
Arrivato all'aeroporto mi accorgo di avere già il biglietto strappato e mi ricordo di essere già tornato a Roma (la mia città).
Non sono solo ma con amici, ed infatti appena mi rendo conto dico agli altri che probabilmente stiamo facendo uno strano sogno in comune e che quindi quella non è la realtà.
Intanto arrivo all'imbarco ed evito di mostrare il biglietto.
Quindi mi rassegno ad effettuare per una terza volta per la terza volta la tratta Roma/Cracovia.


Sto andando all'aeroporto di Cracovia da Cracovia città (ero ancora a Cracovia in vacanza) e mi sono reso conto di essermi dimenticato qualcosa, ma non sapevo cosa.

Questo tipo di sogni, in cui ci si ritrova in una sorta di loop (che solitamente è spaziale ma talvolta si manifesta anche in una dimensione temporale), sono viaggi onirici molto particolari, che si concentrano per focalizzare l'attenzione del soggetto su un disagio in cui è, in qualche modo incastrato.
Un senso di inadeguatezza ed ansia trapelano già dal viaggio. Il sognante percepisce che c'è già qualcosa che non torna in quel passaggio.
La sensazione, fastidiosissima e preoccupante, di essersi dimenticato qualcosa lo invade.
Non sappiamo assolutamente di cosa stia parlando, e a quello che ci racconta neanche lui.
Ma se ci concentriamo sulle emozioni che la situazione provoca è semplice leggere il primo spunto di quello che poi sarà il tema portante (e probabilmente anche il messaggio) del sogno.

Arrivato all'aeroporto mi accorgo di avere già il biglietto strappato e mi ricordo di essere già tornato a Roma (la mia città).

Analizzando gli spunti simbolici derivanti da questo sogno si inseriscono uno dopo l'altro, tutti i concetti che tradizionalmente creano ansia e l'idea di “esser fuori luogo”.
L'ambientazione (iniziale molto nebulosa e non meglio specificato e che poi resterà forte per tutto il sogno). Da un mezzo pubblico (ma è una intuizione, il passaggio è talmente poco impresso che neanche viene menzionato), arriviamo in un aeroporto, per lo più sconosciuto al sognante (non è quello del suo Paese di provenienza).

Non sono solo ma con amici, ed infatti appena mi rendo conto dico agli altri che probabilmente stiamo facendo uno strano sogno in comune e che quindi quella non è la realtà.

In questo caso particolare il sogno è, di può dire, quasi lucido, ovvero c'è nel racconto, un momento di consapevolezza che porta il soggetto a valutare l'idea che quello vissuto sia effettivamente un prodotto onirico. Dal racconto purtroppo non si evince lo stato d'animo nel momento dell'epifania, anche se è semplice pensare che, aggiunto alla condizione di poco agio, questa informazione venga condivisa affinché in qualche modo, rendendo edotti della situazione i suoi amici, il sognante possa proteggerli.

Intanto arrivo all'imbarco ed evito di mostrare il biglietto. Quindi mi rassegno ad effettuare per la terza volta la tratta Roma/Cracovia.

Questo è il terzo elemento che ci spiega come il soggetto sognante sia in uno stato di perenne disagio e ansia. Il non avere il biglietto e cercare di andare così contro la legge, lo rende ufficialmente fuori dalla norma, e, di conseguenza, dalla calma e la serenità che una vita fatta di azioni convenzionali in qualche modo assicura. Il loop continua, come una sorta di punizione karmica, autoinflitta dal proprio inconscio e poeticamente riversata su un viaggio che si ripete, lasciando il soggetto costantemente su un territorio che non ha una propria identità geografica, essendo in perenne “metà strada”.

Dunque, una visione complessiva di questo sogno porterebbe a chiedersi quale scelta di vita sia entrata da poco nelle corde del soggetto, creando nel contempo questa serie di dissidi e dubbi, tali da lavorare in sordina per creare l'allarme in lui attraverso la vita onirica.
È possibile che la scelta di cui sopra non sia già radicata nella sua vita, ma che sia a livello di idea valutabile. Non vedo personalmente messaggi che indichino come errata o pericolosa tale novità, ma soltanto un sostrato culturale e sociale in cui il cui radicamento si prevede decisamente difficoltoso e denigrato, come qualunque scelta meno convenzionale o più ardimentosa si tenti di vivere oggi.