The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Iperico (Hypericum perforatum)

Iperico

Nome scientifico: Hypericum perforatum Linne .
Sinonimi: -.
Nome comune: (IN VARIE LINGUE E/O DIALETTI): Iperico, erba di San Giovanni, St John’s wort (eng), beathnua (irish), millepertuis perforé (fr), hipérico (esp), Johanniskraut (deu).
Famiglia: Clusiaceae.
Descrizione Botanica: Pianta perenne, glabra, con fuso eretto percorso da due strisce longitudinali in rilievo. Le foglie sono piccole, opposte, oblunghe, presentano vesciche oleifere tondeggianti trasparenti: ponendo le foglie controluce, queste appaiono bucherellate (da cui deriva l’epiteto di specie perforatum). Sul margine fogliare, ma soprattutto sui petali, sono presenti delle strutture ghiandolari nere e ben visibili, che contengono l’ipericina (sostanza rosso scuro che conferisce il caratteristico colore rosso intenso all’olio essenziale di iperico). I fiori sono pentameri, dai petali giallo oro e molto delicati, portanti le stesse vesciche e ghiandole delle foglie, sono riuniti in corimbi che raggiungono la massima fioritura intorno al solstizio d’estate.
Distribuzione Geografica: Originaria delle isole britanniche, è oggi diffuso in tutte le regioni d’Italia e in tutto il mondo.
Habitat: Boschi radi e luminosi, campi abbandonati e ambienti ruderali.
Fioritura: Giugno.
Parte utilizzata: In erboristeria e in magia le parti aeree.
Raccolta: Giugno.
Principio attivo principale: Ipericina.
Usi Erboristici e/o Culinari: È dimostrato che l’iperico ha un'efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata. Si riteneva che l’ipericina fosse responsabile dell’effetto antidepressivo, ma recenti sviluppi hanno chiarito che molte classi chimiche sono da considerarsi corresponsabili dell'attività: naftodiantroni (ipericina, pseudoipericina), floroglucinoli (iperforina), flavonoidi (amentoflavone), ed altri composti con probabili effetti di sinergia sia farmacodinamica sia farmacocinetica.
In erboristeria è molto noto l’olio di iperico, un oleolita ottenuto facendo macerare la pianta in olio vegetale per 6-7 giorni al sole, che ha proprietà antibatteriche e antinfiammatorie, indicato per la pulizia di ferite, eritemi, scottature e piaghe.
Curiosità: L’iperico è comunemente noto con il nome di “erba di San Giovanni” perché anticamente si utilizzava insieme ad altre erbe per proteggersi dal male la notte del 23 giugno, notte in cui si riteneva che le streghe si riunissero per compiere i loro malefici. Il suo legame con il Battista sarebbe testimoniato dai petali che, se strofinati tra le dita, le colorano di rosso (per via dell’ipericina) come se contenessero il sangue del santo. Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significasse “al di sopra”, ossia più forte dell’oltretomba, e per questo veniva anche soprannominato “cacciadiavoli”. In molti paesi europei coloro che danzavano nella notte di San Giovanni si cingevano il capo con le fronde di questa pianta. Nel Medioevo veniva appeso alle finestre e alle porte per impedire ai demoni di entrare nelle case, inoltre si utilizzava per liberare le donne possedute dal demonio quando anche l’esorcismo falliva. Non a caso ancora oggi viene utilizzato per trattare alcune forme di epilessia, malattia che nel medioevo era scambiata per possessione demoniaca. Era anche usato dai Cavalieri di San Giovanni durante le crociate per curare le ferite. In effetti la pianta è efficace nel trattare le ferite sanguinanti. I petali e le foglie, se guardati controluce, sono costellati da piccole ghiandole traslucide che paiono tanti fori, simili a ferite. Per la dottrina delle segnature, quindi, la pianta comunicherebbe la propria virtù vulneraria tramite la sua “firma” (signo, appunto), costituita dai piccoli fori. Esiste un’altra varietà di Iperico (Hypericum tetrapterum Fr.) utilizzato nei paesi anglosassoni come protezione dal malocchio, ma solo se trovato per caso, e pare sia anche efficace per cacciare i fantasmi dalle case.
Usi Magici: L’iperico è una pianta magica potente, utilizzata nei rituali di bando e di protezione. Si può utilizzare in tutte le forme di magia (sacchettini, incensi, infusi, ecc.). L’iperico è una delle erbe di San Giovanni, quindi trova utilizzo nel rituale di Litha.
Bibliografia:
Fonti cartacee:
Maugini E. Maleci Bini L. e Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione; Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova.
Cattabiani A. (2010): Florario: miti leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano
Rangoni L. (2005): Il Grande Libro delle Piante Magiche; Xenia Edizioni, Milano.

Fonti elettroniche:
Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II http://www.liberherbarum.com/ [consultato: Giugno 2017]

A.A.V.V.: Hypericum perforatum – Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Hypericum_perforatum [consultato: Giugno 2017]