The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

La Gazza Ladra

 

I Sogni
 

A cura di Proue
 

 

 


La Gazza Ladra

Ero con mia madre e dovevamo prendere la macchina per andare da qualche parte. Dovevo guidare io, ma dopo aver aperto lo sportello del lato passeggero, mia madre mi dice "fai guidare me, c'è una gazza ladra morta qui e mi fa impressione" e io le rispondo "va bene, sicuramente saranno stati i gatti". Appena mi sposto nel lato passeggero mi accorgo però che non possono essere stati i gatti. Dentro la macchina, sul tappetino c'è lo scheletro di una gazza ladra, il suo cuore ancora pulsante e il fegato che però mi sembrava troppo grande per essere della gazza, c'erano anche due sacchetti di plastica di quelli per congelare il cibo. In uno dei sacchetti c'era la carne della gazza e nell'altro il suo sangue con dei pallini gialli che non so cosa fossero. Mia mamma continua a guidare tranquillamente mentre io guardo inorridita la gazza morta e continuo a ripetere che sicuramente ce l'ha messa qualcuno, che l'hanno fatto apposta, ma mia madre impassibile si limita a rispondere "poi la facciamo vedere a papà". Alla fine la curiosità prende il sopravvento e tra l'inorridito e il curioso prendo in mano il sacchetto che contiene il sangue e me lo rigiro tra le mani per cercare di capire cosa siano quei pallini. Ed è qui che mi sono svegliata.

Ero con mia madre e dovevamo prendere la macchina per andare da qualche parte. Dovevo guidare io, ma dopo aver aperto lo sportello del lato passeggero, mia madre mi dice "fai guidare me, c'è una gazza ladra morta qui e mi fa impressione" e io le rispondo "va bene, sicuramente saranno stati i gatti".

Ambientazione iniziale tranquilla e conosciuta. Compagnia di gente fidata e dinamiche di vita usuali: il sogno comincia con elementi di stabilità e fiducia, dunque l'animo del sognante è tutto sommato tranquillo, così come il periodo che sta trascorrendo nella vita reale.
La madre poi "rompe" l'abitudine facendo la sua richiesta, e dando la motivazione da cui scaturisce il fil rouge del viaggio onirico.
Entriamo dunque nel vivo del discorso: il cadavere di una gazza ladra.

Dunque, la simbologia della gazza è piuttosto complessa e variegata.
Se presa da sola, nella sua fattispecie, la gazza è legata purtroppo a cattiva fama.
Opinione comune e tradizioni popolari la vogliono fuoriera di cattive notizie, come i corvi, che appartengono alla sua stessa famiglia. Anche perchè, in natura, oltre a sottrarre oggetti che scitillano, specie se di metallo, sono solite anche rubare nei nidi altrui. Dunque cattiva, dispettosa, e un po' lunatica, sembrerebbe il ritratto di parenti poco affidabili o che peccano di ipocrisia.
Se però approfondiamo il discorso sulla gazza, lasciando da parte superstizioni e pregiudizi, e analizziamo il suo comportamento da un punto di vista più profondo saremo capaci di rivoltare completamente il suo messaggio nel sogno.
Non tutte le gazze ladre rubano.
Non tutte le gazze ladre lo fanno per dispetto.
Si tratta degli esemplari maschi adulti, che recuperano materiali luccicanti per "addobbare" e rendere estetiicamente bello il nido, in modo che esso attragga una femmina con cui condividerlo.
E questo perchè di suo, la gazza non ha un bel piumaggio, una voce soave o altri doni che può utilizzare per mostrare il proprio "impegno" nella ricerca di una compagna.
Dunque l'ingegno e l'arte di sapersi adattare rendono questo uccello un po' ladro ed un po' artista.
Un po' eremita, in cerca di una luce da avere accanto per la vita.
Un po' matto, che trova il modo più semplice e originale per mostrarsi diverso, interessante, nonostante sia nato, ahimè, anonimo, ed adoperando comportamenti che dalla società sono rifiutati e condannati.
Sotto questo punto di vista la lettura del sogno diventa più ampia, interessante, vera.
La gazza morta diventa la vittima sacrificale, il capro espiatorio di colpe non sue, o di azioni compiute con il cuore leggero, a fin di bene, o con innocente incoscienza.

Appena mi sposto nel lato passeggero mi accorgo però che non possono essere stati i gatti. Dentro la macchina, sul tappetino c'è lo scheletro di una gazza ladra, il suo cuore ancora pulsante e il fegato che però mi sembrava troppo grande per essere della gazza, c'erano anche due sacchetti di plastica di quelli per congelare il cibo. In uno dei sacchetti c'era la carne della gazza e nell'altro il suo sangue con dei pallini gialli che non so cosa fossero.

Dall'immagine romantica il sogno ci riporta, nella nuova visuale, alla verità più cruda. L'uccello viene trovato scarnificato, ridotto a scheletro e cuore, privato del piumaggio e di qualsiasi elemento estetico. Ridotto a carne da macello (vedi i sacchetti in cui sono stati recuperati carne e sangue sono al lato delle ossa).
Questi elementi rafforzano una interpretazione legata al timore di essere fraintesi, giudicati, additati e considerati non degni di fiducia. Probabilmente a causa di azioni intraprese d'istinto, credendo di essere nel giusto, oppure per idealismo o difesa di ideali propri o di cari. La situazione mi parla di qualche decisione presa in modo avventato dunque, in buona coscienza, che non è stata compresa da persone il cui giudizio per il sognante conta molto, o da superiori (parenti forse, o amici non troppo stretti ma con un potere giudizionale forte).
In questo caso la paura di essere giudicata è talmente profonda che chi sogna ha paura di perdere qualsiasi appoggio, addirittura il sostegno che le è sempre arrivato in maniera naturale (i pezzi sono raccolti in un contenitore, lo scheletro ha abbandonato il corpo).

Mia mamma continua a guidare tranquillamente mentre io guardo inorridita la gazza morta e continuo a ripetere che sicuramente ce l'ha messa qualcuno, che l'hanno fatto apposta, ma mia madre impassibile si limita a rispondere "poi la facciamo vedere a papà". Alla fine la curiosità prende il sopravvento e tra l'inorridito e il curioso prendo in mano il sacchetto che contiene il sangue e me lo rigiro tra le mani per cercare di capire cosa siano quei pallini.
Ed è qui che mi sono svegliata.


Le immagini evocate nel sogno sono molto forti, ed anche la forza di volontà della protagonista è altrettanto caparbia, quando vincendo l'orrore essa si lascia convincere dallo spirito "scentifico" per esaminare il sangue della gazza.
Questo passaggio è importante per capire che il nodo del problema segnalato dal sogno non è legato a fattori esterni. La soluzione è, letteralmente, nello studio nel proprio sangue, ovvero, nel ripercorrere, con calma, autocontrollo e senza timore, le proprie azioni e le motivazioni che hanno portato ad esse. Analisi consapevole dei pro e dei contro, per arrivare a capire se e dove si è sbagliato per poi, eventualmente, fare il sacrificio più grande: chinare il capo con saggezza ed ammettere il proprio errore, pur portando con sè le proprie motivazioni, cercare l'alternativa eventuale, offrire la propria disponibilità al recupero, alla soluzione, alla costruzione di un nuovo sorriso e di una nuova fiducia.
Non c'è periodo migliore di Yule per lavorare alla riconciliazione, al ricucire delle trame, all'apertura al nuovo tutelando il vecchio.
Nessuno è così sterile e duro da rifiutare un "mi dispiace" accompagnato da un "sono pronto a rimediare, a lavorare, ad impegnarmi". Quando il rimedio, il lavoro e l'impegno non restano parole vuote.
Offrire la soluzione quando si riconosce il problema è sempre la cura migliore del resto.
Perchè non lascia l'amaro in bocca, non appesantisce il cuore di chi ha avuto fiducia, e riscostruisce più salde le fondamenta dei castelli caduti con un soffio.