The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

La Luna

 

LA LUNA

Così non andremo più vagando,
Nella notte fonda
Anche se il cuore vuole ancora amore
E la luna splende luminosa...
Lord Byron

Il termine "luna" ha un principio etimologico rumeno: lunâ, che arriva dall'antico slavo, sloveno, boemi e polacco lùcna o lùcina; lusna o lôsna che hanno la radice nel latino lux, luce, lucèo, che significa "splendo" o anche da luča che significa "raggio". Troviamo però un'altra etimologia nella radice indoeuropea leuk che significa "luce" o leuksna che significa "luminosa" o nell'avestico raoxsnà che significa "brillante".
Alzando il volto al cielo notturno è difficile non cercare con lo sguardo il suo pallido chiarore. Ha ispirato poeti, musicisti, innamorati, ed è da sempre simbolo divino di bellezza eterea. La Luna, come astro notturno, domina la nostra sfera emotiva, il nostro lato oscuro. Sorella del Sole, a lei sono stati dedicati i canti più romantici, alla sua luce argentea gli innamorati hanno legato i loro incanti più potenti. È raro che un qualsiasi poeta non abbia dedicato a lei almeno qualche verso nella sua bibliografia.
La Luna percorre il nostro immaginario in moltissimi modi. La sua peculiarità di cambiamento attraverso le diverse fasi ha permesso che la si associasse con più facilità ad una natura mutevole, non fissa, e quindi al femminile, che al contrario del maschile, vive in un aspetto cicliclo di metamorfosi dettato dal "percorso rituale" della gravidanza e dell'aspetto di fertilità cadenzato dal ripetersi dei cicli mestruali.
L'osservazione della Luna ha portato a tantissimi aspetti e valorizzazioni diverse. Anche la semplice osservazione del comportamento vegetale e animale, nonché delle stesse maree ha fatto intendere già agli uomini dell'antichità come la Luna abbia una forte influenza sulla vita delle creature che popolano il nostro pianeta, come il suggestivo spettacolo del canto dei lupi al suo cospetto, o il comportamento peculiare di molte specie animali, come i granchi australiani che a milioni attraversano, sempre e solo in luna piena, lunghissimi tratti di strada, invadendo città, campi per arrivare alla spiaggia, accoppiarsi e deporre le uova. La Luna, nel corso del tempo, è stata associata quindi al cambiamento, alla morte, alla rigenerazione e a lei venivano associati tutti gli animali che possedevano peculiarità come questa: lucertole, rane e serpenti. Ma anche la lepre, il cane, la civetta o gli animali notturni sono considerati animali lunari e quelli che cadono in uno stato letargivo, come gli orsidi; anche il cavallo venne associato alla Luna, e i bovini per via delle corna e del latte, ma anche il ragno, in quanto tesse la sua tela in una notte soltanto e il cambiamento l'ha associato alla creazione dell'intreccio tipico dei fusi a cui sono associate dee lunari come Ishtar o comunque chi determinava il fato e il destino, come Ecate o Manat o le stesse parche Cloto Lachesi e Atropo che misuravano, intrecciavano e tagliavano il filo della vita degli uomini sulla terra. Anche la chiocciola è un animale lunare: dal suo guscio spiraliforme ci giunge l'aspetto di rinascita e riscoperta, di metamorfosi tipico della Luna. Sono lunari anche i crostacei per via delle loro carni bianche e tutti gli oggetti a forma circolare o falciformi. La luna era quindi associata in questo modo all'agraria, per la sua peculiarità di scandire il tempo in modo ciclico, e infatti è con una falce che si svolge il rituale del raccolto e con uno stesso falcetto dorato i druidi raccoglievano le loro erbe sacre e i legni nelle notti adatte.
In antichità si credeva inoltre che la Luna fosse la meta per il viaggio verso l'aldilà e la connessione con la morte, la rinascita, l'ha portata ad essere legata a doppio filo con la via iniziatica e misterica che ritroviamo in molti culti (come quello di Iside ad esempio, anche lei Dea lunare) o anche con divinità ctonie come la stessa Ecate o Persefone.
Il suo simbolismo, soprattutto come falce di Luna, ripercorre moltissimi aspetti politici, araldici. La ritroviamo ad esempio nella bandiera turca, bianca su sfondo rosso, o comunque addosso a moltissime divinità lunari.
Quando parliamo di Luna si apre un mondo di culti, credenze, mitologia e aspetti di ogni tipo.
Nella stregoneria la Luna ha un ruolo fondamentale, e questo non solo per il suo ciclico rincorrersi attraverso il tempo e scandire così i diversi momenti della nostra pratica, ma anche per i suoi influssi e la sua peculiare attinenza con le nostre vite nella fecondità e nel lavoro magico. Ogni aspetto della Luna ha un suo particolare simbolismo che una strega conosce e utlizza a suo personale vantaggio.
Da sempre ad esempio, l'aspetto della Luna piena coincideva con festività cardine nei culti religiosi di moltissime popolazioni. Basti vedere che ancora adesso la Pasqua, sia quella cristiana che quelle ebraica cade esattamente durante il plenilunio seguente alla domenica delle Palme, divenendo così l'unica festività cristiana con una data variabile e collegata al moto sinodico. Anche la Luna nuova aveva un aspetto e un ruolo nei culti religiosi antichi. Ad esempio gli aztechi ritenevano il novilunio come un momento infausto in quanto pensavano che Metzli venisse man mano ingoiata. La stessa malattia che qui conosciamo come "lebbra" per loro era nota come "Essere divorati dagli Dei" e la riconducevano agli aspetti lunari delle fasi attraverso le quali passava. Il novilunio, come momento di profonda oscurità tuttora è adatto ad un certo tipo di aspetti magici, legati alla trasformazione alla divinazione o al lato oscuro della magia e secondo alcune antiche tradizioni anche ai riti orgiastici da cui ci giunge anche il nostro stesso Carnevale.
Un aspetto molto interessante della Luna era quello cataclismico associato alle eclissi, ossia quando insieme al Sole si incontrano per un brevissimo lasso di tempo, sullo stesso piano. In questi momenti, ritenuti assolutamente infausti, si determinavano profezie, esattamente come avveniva con altri fenomeni astronomici come il passaggio delle comete. Erano tutti interpretati come segni funesti. Pare che si verificò un'eclissi e il passaggio di una cometa sulla città azteca di Tenochtitlan prima dell'invasione spagnola da parte di Hernàn Cortéz nei primi anni del sedicesimo secolo e che i maghi e gli astrologi di corte avessero interpretato questi segni come la caduta dell'impero... una cosa che in effetti si realizzò.
Troviamo come la Luna rispecchi moltissimi aspetti dell'essere umano. Le leggende sulla licantropia, o anche solo sullo stato mentale osservato in molti casi psichiatrici documentati ci porta al lato oscuro di noi, alla trasformazione. Il licantropo infatti era colui che era maledetto a doversi trasformare in un animale (in genere un lupo) durante le notti di luna piena per uccidere e nutrirsi delle carni dei suoi simili. Il primo ad essere afflitto da questa malattia fu il Re di Arcadia Licaone. Noto per essere uno sciagurato, ricevette la visita in incognito dello stesso Zeus che si voleva accertare delle voci che giravano sul suo conto. Per avere la prova che fosse davvero un dio, gli fu servito da mangiare le carni del nipote di Licaone. Infuriato Zeus lo maledisse a trasformarsi in un lupo e a doversi nutrire di carne uamna, come ci narra Ovidio nelle Metamorfosi. Nell'antica Roma il lupo mannaro era noto come versipellis ossia "pelle rivoltata" perché si riteneva che si rivoltasse la pelle per trasformarsi.
La Luna, in seguito, si scoprì avere un ruolo fondamentale in alcune patologie psichiatriche e si accertarono casi in cui persone comuni, sotto l'influsso di questa malattia psicotica, nelle notti di plenilunio subissero una sorta di trasformazione che li costringeva a camminare a carponi, ad ululare alla Luna e a volte anche ad aggredire e uccidere persone ed animali. Pare anche che la Luna, secondo alcuni studi, abbia influenza proprio sulle menti deboli e che i casi di omicidi a sfondo passionale e violenze carnali siano più frequenti durante le fasi di plenilunio, come del resto ci fa notare anche lo stesso Shakespeare nell'"Otello": "È tutta colpa della luna. Quando si avvicina di più alla Terra fa impazzire tutti."
Plutarco invece sosteneva che l'uomo fosse composto di due parti distinte: anima e corpo. Ad ogni parte dell'uomo era associato uno dei due astri. Il Sole era sssociato alla mente, quindi lo spirito, l'anima. Mentre la Luna patrocinava il corpo, quindi la sfera sessuale e carnale, gli istinti stessi. Questo troverebbe un riscontro anche con la psichiatria criminale, a quanto abbiamo visto.
Carl Gustav Jung, mediante le sue osservazioni sulla psiche umana, giunse alla conclusione di definire la Luna come un archetipo, ossia un simbolismo mitologico che è entrato a far parte di una sorta di inconscio collettivo. Secondo i suoi studi, i sogni di molti pazienti diversi mostravano sempre gli stessi simboli riferiti alla Luna, gli stessi simbolismi che avevano portato gli antichi culti ad identificarla con divinità matriarcali e con la via della trasformazione, i riti di passaggio e iniziatici, quindi sempre morte e rinascita.
Questa stessa riconduzione alla via iniziatica lega anche la Luna all'acqua, al quale è legata anche per via del moto delle maree, che vengono influenzate dall'attrazione lunare. L'acqua, in moltissime mitologie è associata alla morte, all'iniziazione. Come abbiamo visto su un articolo sull'elemento acqua di qualche tempo fa (vedi riflessione sugli elementi): "(...)Vediamo qui come l'acqua è collegata alla morte. I fiumi dell'inferno, ad esempio. Nelle opere di Omero, Virgilio, Ovidio, Platone, Stanzio e Dante vengono citati tutti e cinque: Acheronte, Cocito, Piriflegetonte, Lete e Stige. Ancora una volta l'acqua diventa il "confine" che divide due mondi. Infatti Caronte, il traghettatore degli inferi, si recava da una parte all'altra del fiume Acheronte per portare le anime dei morti nel regno di Ade e Persefone. Una via a senso unico che solo pochi hanno avuto l'ardire di ripercorrere a ritroso. Il primo a parlarne fu Virgilio nell'Eneide, quando nel canto IV descrive i regni d'oltretomba. Ma anche Dante lo attraversa durante il suo viaggio nella Divina Commedia. (...)
L'attraversamento dell'acqua quindi porta alla morte, ma per alcuni porta all'iniziazione. Un'iniziazione che vediamo nel ciclo Arturiano. Attraversare un lago era l'unico metodo sicuro per raggiungere l'isola di Avalon, costantemente avvolta dalle impenetrabili nebbie. Solo i traghettatori del popolo della paludi consentiva alle sacerdotesse il passaggio. Ma l'iniziazione è legata anche alla Dama del Lago, Viviana, per alcune tradizioni madre e per altre allevatrice di Lancillotto del Lago. Colei che donò la magica spada Excalibur al leggendario Re Artù. Alcuni la ricollegano a Teti, moglie di Peleo e madre di Achille, che gli donò un'armatura e uno scudo forgiati dal dio zoppo Efesto, esattamente come Viviana donò un anello protettivo a Lancillotto. E l'iniziazione dell'acqua è visibile proprio quando Teti immerge Achille nello Stige tenendolo per un tallone, ma anche, per rivedere un messaggio più vicino a noi, quando lo stesso Harry Potter, alla fine del sesto libro della fortunata serie, in compagnia di Albus Silente, attraversa il lago dei morti affogati per raggiungere l'isola dove dovrebbe trovarsi l'horcrux, nascosto da Voldemort."

Vediamo come la Luna ritrova un aspetto nella psicologia, nella nostra religione, nel nostro metodo di scandire il tempo, nella nostra cultura, nel nostro immaginario, nel folklore delle popolazioni, nelle coltivazioni, negli aspetti fisici stessi del nostro corpo e del pianeta stesso su cui viviamo... smette quindi di essere solamente un ammasso di roccia e residui che gira intorno alla Terra e comincia ad essere anche qualcosa di più complesso perché ci fa sentire la sua presenza ogni giorno.
Troviamo come gli aspetti della Luna nella cultura matriarcale sia andata perduta in un'antichità ormai dimenticata, come ci fa notare Luciana Percovich nel suo "Oscure Madri Splendenti": "La cultura del patriarcato è specialista nel dare la morte, nell'invertire la direzione della creazione, sia producendo atomiche che semi incapaci di riprodursi. Per rientrare in contatto con quello che un tempo sapevamo anche noi, ora dobbiamo andare a trovarlo in luoghi e culture lontane" e come ora sia relegata dai più a mere superstizioni prive di alcun fondamento. Nonostante ciò ci sono comunque tuttora studi in corso e ogni anno qualche nuova prova inconfutabile sugli influssi della Luna sulla nostra vita torna ad emergere. Nella spiritualità pagana la Luna ha una sacra connessione con il lato femminile, con la Dea, con il mutamento, con la rinascita e la ciclicità della vita. Ed è una lenta riscoperta nell'osservazione e non nell'accettazione, in quanto non si parla di pura e semplice formalità rituale o religiosa, ma di vera e propria esperienza, che ognuno di noi può vivere sulla propria pelle. Ecco perché il sacro, la Dea, il femminino che è andato perduto trova di nuovo spazio nella nostra meravigliosa e variegata cultura pagana. E badate, parlo di sacro, non di divino perché, come ci fa notare sempre la Percovich: "La nozione di sacro nasce collegata al corpo femminile e alla conoscenza interiore, intima: designa la soglia tra umano e sovrumano, tra vita e morte, tra niente e vita: è legata al concetto di sofia, sapere spirituale ma collegato all'esperienza, che passa attraverso la complessità delle percezioni del corpo e l'attivazione di energie più sottili di quelle della mente.
Quella di "divino" sorge in presenza di un corpo maschile, successivamente al furto delle funzioni connesse al sacro; dalla percezione di una separazione (dal figlio dalla madre, dalla mente dalla materia) e dalla razionalizzazione di una mancanza (la capacità di generare direttamente); è sempre connessa con personificazioni gerarchiche e con vicende umane e storiche di eroi o semidei; filosoficamente si concettualizza come
logos in tutte le -logie, connotate dall'essere sapere intellettuale astratto.
La spiritualità basata sul sacro si trasforma in regime di patriarcato in teologia, che è "teologia della separazione", discorso sul divino, interrotto qua e là dalle irruzioni del rimorso in forma di "misticismo".
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