The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

La Tigre sorda e cieca

 

I Sogni
 

A cura di Proue
 

 

 


La Tigre sorda e cieca

Ero con un gruppo spirituale che frequento, in una sorta di casa diroccata, senza tetto. Alcuni erano svogliati e sembrava una sorta di lezione scolastica. Una stanza senza porta dava su una zona buia piena di gatti, ma dove c'era anche una tigre cieca e sorda. La guida teneva una lezione di qualche tipo e io ad un tratto mi sono addormentato facendo un sogno brutto da cui mi ha svegliato lei, con gentilezza. Nella stanza a fianco io riuscivo a parlare con i gatti in lingua nahuatl, come normalmente faccio e li ho fatti uscire tutti, chiedendo chi di loro voleva graffiarmi e poi chiedendo loro perché credevano che li avrei graffiati. Ma ricordo anche che ci fossero dei topi. Comunque c'era un letto a terra e dei mobili sconclusionati. La stanza aveva un soffitto, al contrario di quella dove ci trovavamo che, invece, era piena di terra e macerie, tante che per uscire si poteva salire lungo le macerie e prendere la via del soffitto in una zona ad angolo. Io ero posizionato nell'angolo opposto all'uscita, quindi essendo un quadrato, quello a sudest, mentre l'ingresso senza porta era a sudovest e le macerie erano a nordest. La porta che dava sulla stanza buia era a fianco a me, infatti io voltavo la testa a destra per parlare con i gatti. La tigre non mi dava molta preoccupazione, ma avevo la sensazione che non fosse la sola.
Ad un tratto è uscita la tigre ed io ero con la mia compagna e siamo dovuti fuggire per salvarci la vita. Fuori dalla casa c'era un'isola, molto grande e selvaggia, con alberi molto contorti. Ho cercato di mettermi in salvo con lei ma ero sicura che dato che la tigre era cieca e sorda non ci avesse trovati, peccato che aveva l'olfatto fino e conoscesse l'isola a menadito. Ho cercato di rifugiarmi su un albero ma per difendere la mia compagna la tigre mi ha azzannato e ho quasi rischiato la vita. Se non che sono riuscito a fuggire fino ad una zona dove c'era una sorta di nave bloccata su un albero e il terreno era paludoso. Man mano che scappavo mi sono reso conto che i piedi mi affondavano e ho visto delle sorte di sabbie mobili dove delle persone, imprigionate ma completamente coperte di fango, come fossero state avvolte in bozzoli di ragno, si agitavano. Una voce maschile mi ha detto che quel luogo era pericoloso e mi ha dato ad intendere che uno di quelli una volta era il suo compagno. Ho cercato di tornare indietro, rendendomi conto che si era fatto buio e che mi ero allontanato molto più di quanto mi fossi reso conto. Sono però riuscito a ritrovare la strada e sono salito su quella nave sull'albero. Non ricordo altro perché polpetta mi ha svegliato facendosi le unghie sul mobile.


Interpretazione

Ero con un gruppo spirituale che frequento, in una sorta di casa diroccata, senza tetto. Alcuni erano svogliati e sembrava una sorta di lezione scolastica. Una stanza senza porta dava su una zona buia piena di gatti, ma dove c'era anche una tigre cieca e sorda. La guida teneva una lezione di qualche tipo e io ad un tratto mi sono addormentato facendo un sogno brutto da cui mi ha svegliato lei, con gentilezza.

L'ambientazione del sogno parte abbastanza sciatta. Sia il clima che la “scenografia” sembrano prive di stimoli e di entusiasmo. Il gruppo di cui si parla sembra essere sul posto ad ascoltare la lezione senza troppa voglia, il che lascia intendere il timore che ci siano in atto il rischio di non avere più niente da imparare/insegnare/condividere nel gruppo, condizione tipica di gruppi di studio dopo lungo tempo senza nuovi stimoli.
I gatti nell'altra stanza mi sembrano invece la trasposizione delle “anime” dei ragazzi di cui si parlava prima. Il gatto come potente e simbolico alterego di persone che seguono un cammino spirituale insieme. In una stanza quindi corpi e cervelli abbastanza annoiati, nell'altra anime vagabonde e guidate dall'istinto. Una immagine particolarmente pregna di significati, e che vale più di tante parole che chi sogna. La tigre sorda e cieca è con tutta probabilità l'incarnazione dell'anima del sognante, in cui la differente esperienza si rende visibile nella stazza diversa del felino e gli anni di percorso e di prove affrontate che lasciano i loro segni (l'essere sorda e cieca).
Impossibile non citare e affrontare il parallelismo con Odino, dio del patheon germanico, definito il Padre di tutti gli dei e associato all'ispirazione poetica, alla profezia e alla sapienza nonché scopritore del codice e sistema alfabetico runico divenuto cieco per ripagare i doni ricevuti.

Nella stanza a fianco io riuscivo a parlare con i gatti in lingua nahuatl, come normalmente faccio e li ho fatti uscire tutti, chiedendo chi di loro voleva graffiarmi e poi chiedendo loro perché credevano che li avrei graffiati. Ma ricordo anche che ci fossero dei topi. Comunque c'era un letto a terra e dei mobili sconclusionati.

Il sognante, in un evidente stato di alterazione di coscienza (ovviamente reso in questo modo originale nel sogno...) riesce ad essere nello stesso momento tra i corpi e tra le anime in maniera attiva, tanto da poter comunicare con queste ultime senza alcuno sforzo. Il codice di linguaggio utilizzato tra l'altro è diverso e molto ricercato: parliamo di Nahuatl, ovvero di una lingua azteca in uso tra i nobili, per cui doppiamente di nicchia.
I topi presenti, invece, sono interpretabili facilmente come eventuali ospiti, persone non fisse del gruppo che ogni tanto si aggiungono agli incontri. Niente di particolamente significativo insomma.

Ad un tratto è uscita la tigre ed io ero con la mia compagna e siamo dovuti fuggire per salvarci la vita. Fuori dalla casa c'era un'isola, molto grande e selvaggia, con alberi molto contorti. Ho cercato di mettermi in salvo con lei ma ero sicura che dato che la tigre era cieca e sorda non ci avesse trovati, peccato che aveva l'olfatto fino e conoscesse l'isola a menadito. Ho cercato di rifugiarmi su un albero ma per difendere la mia compagna la tigre mi ha azzannato e ho quasi rischiato la vita.

La tigre si ribella, ciò che sembrava sotto controllo e che non destava alcuna preoccupazione, per cui è stato messo da parte in attesa di un tempo che non sarebbe mai arrivato, reclama la sua attenzione. Questo di seguito è un chiaro esempio di lotta interna tra conscio e subconscio, tra razionalità e istinto ed impulsi interiori. Niente di più cristallino. Si tratta del classico tentativo, tutto umano e tutto vano, di mettersi in salvo da sé stessi scappando, invece di affrontare le proprie paure. Perchè non si ha tempo, non si ha voglia. Perchè c'è sempre qualcosa di più importante e più urgente di fare...

Man mano che scappavo mi sono reso conto che i piedi mi affondavano e ho visto delle sorte di sabbie mobili dove delle persone, imprigionate ma completamente coperte di fango, come fossero state avvolte in bozzoli di ragno, si agitavano. Una voce maschile mi ha detto che quel luogo era pericoloso e mi ha dato ad intendere che uno di quelli una volta era il suo compagno.

Il sogno continua il suo viaggio e rinforza il suo avvertimento, dando al sognante la visione del suo “futuro” dovesse continuare a scappare: persone racchiuse e costrette in un bozzolo di fango, che limita o cancella del tutto i tratti distintivi, rendendole tutte uguali, omologate e, per questo, tristi.
Ora la domanda da porsi è: quale è la strada sbagliata? Qual è la strada che sembra esser la migliore perchè vista con occhi accecati dall'entusiasmo e rinsorditi dalla novità? Al sognante la riflessione sulla eventuale risposta.

Ho cercato di tornare indietro, rendendomi conto che si era fatto buio e che mi ero allontanato molto più di quanto mi fossi reso conto. Sono però riuscito a ritrovare la strada e sono salito su quella nave sull'albero.

Qualche che sia la risposta alla domanda di sopra il sogno si conclude con uno spiraglio di luce. Chi sogna riesce, se non a tornare indietro, a compiere la scelta di tornare. Una scelta solitamente evitata per orgoglio o per principio. Tornare indietro richiede coraggio ed umiltà. Qualità che, a quanto pare, per fortuna al soggetto sembrano non mancare per il momento. Buona fortuna :)