The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Le tredici Lune

 

 

LE TREDICI LUNE
 

 

 

Le Tredici Lune Nella tradizione stregonesca europea le diverse lunazioni rivestono un'importanza basilare; i loro stessi nomi derivano dalle attitudini e le abitudini delle popolazioni agresti che per prime le hanno riconosciute, nominate e vissute. In quanto streghe europee, ci basiamo sul clima temperato della nostra fascia continentale e quindi dell'emisfero boreale. La stregoneria, partendo quindi da un principio culturale agreste (seguendo anche la tesi Murray), lega le funzioni dei diversi periodi dell'anno alla lunazione a seconda delle esigenze e delle abitudini che avevano e che hanno le popolazioni che le celebrano. Questo allineamento ha portato a più nomi per la medesima lunazione, dipendenti principalmente dal luogo dove veniva osservata. Il simbolismo associato ad ogni luna del mese può essere differente da popolazione a popolazione: la Luna di Luglio nel Sahara non sarà di sicuro del Grano, come non lo sarà nella Terra del Fuoco o al Polo Nord.
Come abbiamo visto negli altri articoli pubblicati gli scorsi sabba, con il termine "luna" ci si riferisce ad un lasso di tempo, ossia si intende il mese sinodico o lunare: un periodo che misura circa 29 giorni. Indicativamente il periodo allineato con il ciclo mestruale di una donna. E questo, come abbiamo visto, ha portato a peculiari associazioni lunari-femminili-acquatiche. Volendo possiamo supporre anche che la Luna sia associata alla donna in quanto non splende di luce propria, ma solo come riflesso del Sole, ma di base dubito che in antichità avessero fatto queste supposizioni. Propendo più per un pensiero meno astronomico-simbolico e più acquatico: la Luna è femmina in quanto influenza le maree, i parti e il ciclo mestruale.
Le tredici lune quindi hanno molteplici nomi; quelli che uso io, e che sono tra i più comuni, sono questi (in ordine dalla prima del calendario lunare all'ultima): Marzo/Aprile - Luna della Lepre, Aprile/Maggio - Luna della Coppia, Maggio/Giugno - Luna del Miele, Giugno/Luglio - Luna delle Erbe, Luglio/Agosto - Luna del Grano, Agosto/Settembre - Luna dell'Uva, Settembre/Ottobre - Luna del Sangue, Ottobre/Novembre - Luna della Nebbia, Novembre/Dicembre - Luna della Quercia, Dicembre/Gennaio - Luna del Lupo, Gennaio/Febbraio - Luna del Ghiaccio, Febbraio/Marzo - Luna del Vento, Intrusa - Luna Blu.
Parlando con molte persone mi rendo conto che pochi sono quelli che si allineano alle energie delle diverse lune e che le celebrano nel loro pieno significato simbolico. Dato che dal mio opinabile punto di vista un pagano che possa definirsi tale, dovrebbe esserlo da quando apre gli occhi al mattino a quando li chiude la sera e rimanere allineato ai cicli lunari e solari, conoscere e celebrare questi cicli, anche solo con l'allineamento della propria intenzione è una cosa fondamentale. Purtroppo non sono molti quelli che possono affermare con certezza e con sincerità che sia così. Io stesso posso contare ben poche persone a mia conoscenza che seguono una via in un modo così completo e coerente.
Ciò nonostante i cicli lunari, nelle loro fasi e nei loro diversi nomi, hanno un ruolo cardine nella stregoneria e nella pratica di qualsiasi strega. È anche solo paradossale sapere che molte sedicenti streghe, o meglio, autoproclamatesi streghe, non saprebbero dire a caldo in che fase lunare siamo senza consultare Lunabar o un lunario. L'influenza della Luna e dei suoi cicli sulla natura ha presa anche sul lato magico e cerimoniale della stregoneria oltre che su quello spirituale, ed è un lato che non andrebbe assolutamente sottovalutato. Una cosa che invece sento fare molto spesso.
Quello che è importante da capire è perché le lune hanno diversi nomi. Per aiutarci innanzitutto a ricordarlo basterebbe scegliere nomi delle lune in base a ciò che è più vicino alla nostra cultura. Io sono una strega italiana, quindi le mie tredici lune non avranno mai i nomi celtici. Una sacerdotessa con la quale ho celebrato alcune volte ha scritto una bellissima filastrocca per ricordarsi i nomi delle tredici lune, indicativamente quelli che lei usa. La filastrocca, creata semplicemente per aiutarla a ricordare i nomi recita così:

A Gennaio la luna sorge per i Lupi
La Tempesta di Febbraio promette tempi cupi
A Marzo con la neve la luna è ancora Bianca
E la Lepre ad Aprile di saltare non è stanca
Le Coppie di Maggio sotto la luna stanno ad amoreggiare
E a Giugno il Miele trabocca dall’alveare
Nei campi le Erbe a Luglio raccogliamo
Le Granaglie di Agosto allegri falciamo
Con Bacco a Settembre il Vino non langue
La luna di Ottobre si tinge di Sangue
Novembre spande il suo manto di Neve
E la luna di Quercia a Dicembre sovviene
Se in un mese due volte la luna appare
è detta la Blu e tredici Esbat puoi contare


Le celebrazioni delle tredici lune hanno un'antica tradizione stregonesca. Una forte traccia scritta la troviamo nel Vangelo di Aradia di Charles Leland, da cui Doreen Valiente e poi a cascata Starhawk, Janet Farrar e Silver Ravenwolf hanno creato la "Charge of the Goddess" in quattro diverse versioni. In questo testo, di forte impatto, troviamo come Aradia insegni alle streghe a ritrovarsi durante ogni Esbat a celebrare la Luna e quindi sua madre Diana. Troviamo anche l'accenno allo skyclad, ossia il vestirsi ritualmente di cielo, la nudità rituale che ha una così forte importanza nella tradizione Gardneriana, che è poi il simbolo della reale libertà. In una miniatura del 1497 di Albrecht Durer intitolata The Four Witches che ho trovato per la prima volta su ABC of Witchcraft di Doreen Valiente vengono rappresentate quattro donne nude che stanno danzando. Le quattro streghe indossano differenti copricapi che le identificano come appartenenti a quattro ceti diversi della società, ma è in effetti l'unica cosa che permette ad un osservatore di distinguerle dall'essere quattro donne assolutamente anonime e uguali: costume paritario. L'essere liberi, come ci fa capire Aradia, è il poter essere privi di preconcetti o di temere il giudizio, privi di malintesi che possano dare ad intendere che qualcuno sia più elevato di te. Il modo è quello di celebrare le feste in onore alle divinità senza alcun vestito addosso. In un mondo dove l'abito fa il monaco, quanto meno nell'onore e nella celebrazione degli dei essere tutti allo stesso piano è una cosa importante. A riguardo Doreen Valiente scrive: "C'è la donna importante, con sulla testa un elaborato velo di materiale delicato. C'è la cortigiana, con i capelli sciolti e fluenti, legati solo con una corona di foglie. C'è la moglie del rispettabile borghese, con un disadorno copricapo che le copre tutti i capelli tenendoli chiusi in modestia. In ultimo, c'è la plebea, la contadina, che ha solamente un piccolo scialle o un foulard che le copre la testa. L'artista ci dice che queste sono sorelle nella stregoneria, e che le streghe arrivano da tutte le classi sociali. Quando sono nude, si incontrano come pari, e le distinzioni sociali vengono dimenticate."
Come ben sapremo quindi, la celebrazione degli Esbat denota il ciclico rincorrersi della natura. In ogni cultura che prevede una divinità femminile lunare in genere troviamo il suo culto incentrato sulla morte e rinascita della divinità solare maschile mediante l'intervento della sua controparte. La salita e la discesa delle maree, l'allineamento al ciclo mestruale, al ventre materno: tutto questo riporta alla celebrazione delle fasi lunari con molteplici simboli come la mezzaluna, il triskel, la spirale celtica a tre braccia che riconduce anche al simbolo del triscele e della trinacria, che appare nell'araldica della bandiera siciliana e sul blasone dell'isola di Man, sacra alla dea lunare Ana e dove proprio Gardner aveva il suo museo della stregoneria, aperto tutt'ora. Ma altri ancora sono simboli lunari che troviamo dappetutto. E questo perché il legame dell'uomo con la natura e i suoi cicli è stretto e a doppio filo e si rispecchia su molte cose, come il forte collegamento che corre tra la fase lunare e l'agricoltura ha portato alla celebrazione stessa delle tredici lune; infatti i loro nomi per molti casi sono attinenti alle quattro fasi agrarie: riposo, semina, crescita e raccolto. Fasi che si snodano lungo gli otto sabba e le tredici lune. Questa connessione con il ritmo di crescita delle erbe è stata osservata nel corso del tempo da molte popolazioni agresti dal Brasile alla Mesopotamia, dall'Egitto alla Britannia, passando per la Cina e la Polinesia. E tutte queste osservazioni sono state conformate all'intervento divino. La connessione del femminile alle fasi lunari ha portato qui all'associazione della Dea Madre che partorisce il Dio che la ingravida, o semplicemente al mito della Dea Lunare che riporta in vita il Dio Solare dopo il sacrificio (sia figlio che consorte). Il passaggio attraverso le fasi ci fa ricordare, anche nel mito, come ogni cosa che muore ritorna alla vita in un modo o in un altro, sotto altre forme, altre vie, altre manifestazioni. Abbiamo quindi figlie che vengono rapite e figli che muoiono, scompaiono, viaggiano, e che sono pianti disperatamente dalle divinità che poi li riportano alla vita, li riabbracciano, li vanno a cercare, attendono il loro ritorno, alle volte li ripartoriscono. Nel mito troviamo dee e dei scendere e tornare a rappresentare la luce che si allontana (Kore, Osiride, Tammuz, Adone, Attis) e dee vendicative a volte che maledicono la terra come Demetra, o dee che usano la magia per riportare il Sole nel mondo come Iside. È il ciclo senza fine, lo scorrere circolare, ciò che viene e va ritornerà, come le danze intorno all'antico noce mano nella mano. E infatti tredici lune come tredici sono i componenti di una congrega secondo la tradizione: dodici più uno.
Nel Vangelo di Aradia troviamo Diana (portata ad associazione con Artemide greca solo in un secondo tempo), nella rappresentazione di dea lunare romana consorte di Lucifero (letteralmente "portatore di luce"); ma si tratta anche della signora della magia, Dea Madre, colei che insegna ai propri figli (in questo caso Aradia) come vincere ed essere più forti. La luce quindi, portata dal padre, l'oscurità, portata dalla madre. E nell'oscurità la luna splende: un motivo in più per chiamarla Dea Bianca e trovare così un corrispondente nero al bianco, come Ishtar e Lilith, Parvati e Kali, Artemide ed Ecate. Dal momento che la luna si rincorre su due fasi: nuova e piena, bianca e nera, passando dall'una all'altra continuamente. E anche per questo motivo la celebrazione delle tredici lune in stregoneria non dovrebbe essere solo riferita al semplice plenilunio, ma a tutte e quattro le sue fasi: nuova, crescente, piena, calante. Ogni fase ha la sua forza, la sua attinenza. Anche se, nel Vangelo di Aradia troviamo questa parte in cui ci dice:

Quando io avrò lasciato questo mondo,
Di qualsiasi cosa abbisognate,
Una volta al mese,
Quando la luna è piena,
Venite in un luogo deserto,
Nella selva, tutte insieme,
E adorate lo spirito possente
Di mia madre Diana; e colei che voglia
Apprendere la stregoneria, e ancor non abbia
Penetrato d'essa i più profondi segreti,
Mia madre gliel'insegnerà; i segreti
Di tutte le cose ancora sconosciute.
E così, dalla schiavitù sarete liberi:
Liberi in ogni cosa voi sarete!
E in segno di tale libertà
Nudi vi mostrerete, uomini e donne.
E questo fino a quando
L'ultimo degli oppressori non sia morto.
E celebrerete il rito
Del cero di Benevento,
Estinguendo le luci;
Quindi appronterete
Una cena a tal guisa.


In ogni caso, ora, partendo dalla prima lunazione esaminerò il simbolismo delle tredici lunazioni, il perché portano alcuni nomi e il significato che hanno. Preciso immediatamente che ciò che seguirà non sarà una verità assoluta, come sempre del resto qui sul Reef, ma sarà parte di una ricerca svolta consultando vari libri e siti affidabili che segnalerò in bibliografia. Prettamente infatti ciò che caratterizza il significato delle tredici lune nei nomi e nel simbolismo è una questione culturale oltre che magica. Non possiamo quindi parlare, questa volta, di esperienza o attitudine, bensì di pura e semplice conoscenza e diffusione, nonché come dicevo, cultura.
Le stesse associazioni sono frutto di confronti e ricerche incrociate, quindi non saranno valide per tutti. Invito pertanto chiunque abbia qualcosa da aggiungere, o che ritenga che io abbia tralasciato qualcosa, a scrivermi per farmi la propria segnalazione, così da rendere il tutto più completo possibile.