The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

LE TREDICI METE

 

LE TREDICI METE DELLE STREGHE

Per la completa e corretta stesura di questo articolo mi sono avvalso dell'aiuto e della preziosa consulenza di alcune streghe che desidero ringraziare con calore. Maria Giusi del Calderone Magico che si è prodigata per cercare info, Vanth del Pagan Pride Italia che ha esposto alcuni pareri preziosi a riguardo, Cronos del Circolo dei Trivi e la più importante, Nyx di Witchvox, che ha scritto un articolo sul sito a riguardo e che molto cortesemente ha accettato di aiutarmi nella mia ricerca rispondendomi su alcune differenze che ho riscontrato.

Quando parliamo di "cammino wiccan", parliamo di un sentiero magico e spirituale che permette ad una persona, nel corso del tempo, di diventare una strega; nel nostro caso una strega wiccan. La via è trasformativa, quindi ci porta a diventare qualcosa cambiando e mutando noi stessi, mediante la conoscenza e la pratica della stregoneria.
Si evince quindi che la Wicca è un sentiero spirituale. La Wicca è un cammino magico. La Wicca è una religione esoterica. In queste misure e in questo ordine. Diventare wiccan è un cammino e non è come aderire ad una dottrina che, priva di dogmi, ti dice di fare ciò che vuoi finché non fai male a nessuno. Le implicazioni stesse di questa formula magica "if it harm none do what thou wilt" sono molto più vincolanti di quanto, ad un primo acchito, una persona superficiale potrebbe pensare. Un cammino wiccan non è quindi uno stile di vita. Essere Emo è uno stile di vita, essere Hippie è uno stile di vita, essere rocker, motociclisti, vegetariani, vegani, dark, metallari ecc.. ecc.. sono tutti stili di vita. Essere wiccan no. Essere wiccan significa seguire un percorso di crescita magica personale che ci porta ad avvicinarci agli Dei e, ovviamente, ai cicli naturali della vita mediante la pratica magica e rituale, la meditazione e il rispetto di alcuni principi. Il che, per ovvietà, non esclude che io possa seguire anche uno stile di vita; infatti sono una strega, un metallaro che segue una via simile alla Wicca.
Seguire il sentiero wicca è una scelta, come moltissime altre cose nella vita. Nessuno può scegliere per noi. E non dovremmo nemmeno mai nemmeno permetterlo. Purtroppo non possiamo dire che sia sempre così. Essere wiccan è un percorso che comincia in un preciso momento, a volte senza che noi ce ne accorgiamo. Ci può apparire in molti modi. Per alcuni è curiosità innata, per alcuni è scoperta sentendone parlare da altri, per altri è rivelazione, per altri ancora è normale conseguenza e conferma delle proprie idee affini. Per quasi tutti, quando si prosegue dopo lunghi anni si rivela essere una sorta di "chiamata" cui si è sentiti di dover rispondere, seguendo un percorso magico iniziatico e diventando una strega.
A questo punto diventa ovvio palesare il fatto che non esistono streghe naturali, ereditarie o altro. No. Streghe si diventa, non si nasce. Ci vuole studio, pazienza, costanza, coraggio, devozione e umiltà. Le persone che sostengono di essere "streghe dalla nascita" equivalgono, a pari assurdità nel senso stesso del termine, a chi sostiene di poter dimostrare che Elvis Presley non è morto. Ci sono sì, persone che sono nate in una famiglia che pratica la stregoneria (niente è da escludere), ci sono certamente persone che hanno talenti innati, sensibilità, capacità scientificamente non spiegabili, ma tutto questo non le rende streghe. La stregoneria è un percorso che ha molte diramazioni, ma che partono tutte da uno stesso tronco, e la base di questo tronco è composto da conoscenza, saggezza ed esperienza. Nessuna di queste qualità si possono ottenere senza fatica, come dono divino.
Il cammino delle streghe, quindi, rispetta tredici mete fondamentali, tredici punti cardine che portano una persona alla scoperta della stregoneria fino al diventare una strega. Ovviamente queste tredici mete non sono punti di arrivo, ma punti di passaggio. Cosa si intende? Che non si finisce mai di metterle in pratica.
A mia discolpa devo ammettere che non sono riuscito a trovare le radici antiche di queste tredici mete, ammesso che ci siano. Non so esattamente chi le ha scritte, chi le ideate, chi le ha stilate e quanto vecchie possiamo considerarle. Come molte altre cose nella Wicca, anche le Tredici Mete sono avvolte da un alone di mistero. Anche il Rede ci appare misterioso, o la Runa delle Streghe. Queste due ultime citazioni mi fanno pensare a come spesso in passato fosse desiderio di molti far credere di essere entrati in possesso di una conoscenza arcana e misterica tramandataci da innominabili avi praticanti di stregoneria ed ermetismo, per non ammettere infine che la Wicca, come cammino magico, è nato in realtà negli anni cinquanta sul suolo inglese, grazie all'abilità di un'esoterista dell'epoca di saper prendere ciò che c'era di essenziale nelle altre pratiche magiche e affiancandole ad un culto agreste politeista in cui era stato iniziato. Dare l'impressione di non essere noi i depositari di alcuni punti fondamentali del nostro cammino magico, ma che siano stati altri a tramandarceli dà un tutto tondo differente ad una nuova corrente della stregoneria, ne convenite? Quindi c'è la grande possibilità (o probabilità oserei dire) che l'alone di mistero che aleggia intorno alle tredici mete delle streghe sia fittizio e che ad idearle non sia stato altro che qualche strega, probabilmente di origine statunitense.
A mio modesto parere, se una cosa funziona, è valida, e se inoltre rispecchia ciò che è davvero il cammino che sto seguendo, non ha alcun valore l'ancestralità della stessa per garantirmene la solidità spirituale. Io credo che le Tredici Mete siano un'ottima sintesi di ciò che una strega dovrebbe seguire per essere e per definirsi tale.
L'elenco delle Tredici Mete l'ho trovato per la prima volta sul libro "Wicca: A Guide for the Solitary Practitioner" di Scott Cunningham, una pubblicazione del 1988. Edito in Italia dalla Armenia solo nel 2001 con il titolo di "Wicca - Il Praticante Solitario", e tradotto prima da Gaian in via amatoriale e poi da Lupa proprio per la pubblicazione. In giro su internet se ne trovano altre versioni di persone che hanno cambiato gli aggettivi, ne hanno fatto delle poesie, ma la sostanza, per quanto rivoltata in differenti modi, in linea di massima non cambia.
Le Tredici Mete sono state attribuite appunto a Scott Cunningham e ad altri autori di cui, per il momento, non ho trovato traccia. Ho comunque coinvolto alcune streghe americane e italiane nella mia ricerca e in futuro magari potremo fare luce su alcuni aspetti oscuri. Uno di questi ad esempio è la lieve differenza che ho trovato in diverse pubblicazioni delle mete. Sul libro di Cunningham infatti abbiamo "Respira e mangia correttamente" e "Esercita il corpo" divise, mentre su un articolo scritto da Nyx sul sito Witchvox, ho riscontrato una versione lievemente diversa e di sicuro più affine al mio pensiero. Le due mete sopracitate sono fuse in un'unica meta: "Mantieniti sano" e dopo "Impara" troviamo "Abbi Pazienza", che è una cosa fondamentale. Consultandomi con alcune streghe abbiamo pensato che l'oscurità che nasconde le origini delle tredici mete potrebbe essere dovuta al fatto che sono effettivamente più antiche di Cunningham e che le differenze derivino proprio dal fatto che prima della pubblicazione di "Wicca - Il Praticante Solitario" negli anni '80, alcune persone potrebbero averle ripetute a voce, modificando ciò che ritenevano più consono ai loro insegnamenti. Una varietà che rispecchia il pieno spirito wiccan della ritualistica, infine. Le mete sono le seguenti:

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. CONOSCI TE STESSO
    • CONOSCI LA TUA ARTE
      • IMPARA
        • ABBI PAZIENZA
          • APPLICA LA CONOSCENZA CON SAGGEZZA
            • RAGGIUNGI L'EQUILIBRIO
              • MANTIENI LE TUE PAROLE IN BUON ORDINE
                • MANTIENI I TUOI PENSIERI IN BUON ORDINE
                  • CELEBRA LA VITA
                    • ARMONIZZATI CON I CICLI NATURALI
                      • MANTIENI IL TUO CORPO SANO
                        • MEDITA
                        • ONORA LA DEA E IL DIO

 

 

 

 

  1. CONOSCI TE STESSO

    La conoscenza di sé è il passo fondamentale per intraprendere un percorso spirituale. Quante persone possono dire realmente di conoscere se stessi? E in quali sfumature? Quante di queste sfumature? Ogni essere umano, dualmente energetico, ha dentro di sé un lato oscuro e un lato luminoso. Esattamente come la Dea ed esattamente come il Dio. Questi due aspetti, per quanto noi crediamo siano in disequilibrio tra loro, in realtà hanno un forzato equilibrio dentro noi. Il lato luminoso di noi rispecchia la parte conscia della nostra vita, quindi il lato materiale, la veglia e la parte pratica. Il lato oscuro invece rappresenta il lato inconscio, la sfera spirituale, il sonno e il lato artistico, meditativo di noi. Quanti di noi possono affermare di conoscere se stessi in profondità? Molti lo fanno, certamente, ma pochi mettono in questa risposta la piena coscienza di dare per scontati lati di se stessi. Parliamo ad esempio di una situazione di tensione, di pericolo di vita, di istinto irrefrenabile. Quanti di noi possono prevedere esattamente come reagirebbero di fronte ad una situazione che non possiamo considerare stando seduti davanti ad un pc? Questo è un aspetto della nostra natura che noi aborriamo. Il dolore, sia fisico che morale, spesso ha il potere di piegare le persone e portarle ad uno stato alterato e inconoscibile di se stessi, proprio perché non siamo soliti provarlo spesso; se fosse così il nostro Io cambierebbe e noi diventeremmo degli stoici dal cuore di pietra. Quattro anni e mezzo fa, nel buio di un ospedale, vedere la madre di mio figlio soffrire le doglie del parto e sentirla urlare ed implorare mi ha cambiato dentro. Mi ha fatto capire che una parte di me che non conoscevo era lì a bussare a dirmi che c'era e che io non l'avevo considerata. Aggredire il pediatra di turno quando mio figlio era in pericolo di vita una settimana più tardi perché non mi dava risposte e non si cimentava con la solerzia che ritenevo necessaria per una situazione così critica mi ha fatto esplorare un lato di me che non avevo mai conosciuto. Nel corso del tempo ne esplorerò altri. Prima di quei momenti potevo forse dire di conoscere realmente me stesso? No. Potevo dire di sapere a grandi linee come pensavo mi sarei comportato in una data situazione, con il dovuto margine di errore. Non di più.
    Quando ho sottoposto alle persone che frequentano il mio gruppo di studio il primo compito, mirato proprio alla conoscenza di sé, ho notato che molti di loro hanno preso questa cosa alla leggera. Ho fatto loro compilare due liste di qualità. Una di lati positivi, di punti forti e una di lati deboli e difetti. Dopodiché ho chiesto loro di far leggere le due liste ad una persona che, a loro parere, li conosceva molto bene e attendere correzioni e critiche. Al successivo incontro li ho visti sorpresi e in difficoltà. Molti hanno sostenuto di essere rimasti meravigliati della facilità con cui spesso hanno visto più lati negativi che positivi in loro stessi e di come chi ha letto quelle due liste ha aggiornato alcune cose, aggiunto dei lati positivi e depennato alcuni lati negativi. Ciò che vediamo di noi nello specchio spesso non è quello che vedono gli altri, quindi, e spesso ciò che vediamo noi di noi stessi è una visione distorta da alcuni condizionamenti. Un'anoressica allo specchio si vedrà grassa anche quando un colpo di vento starà per portarla via, un medico che dice ad un ipocondriaco: "lei è ipocondriaco" si sentirà rispondere: "Ed è grave?". Conoscere se stessi significa anche sapere ciò che vogliamo, capire che se siamo persone poco inclini a portare avanti un progetto fino alla fine, non è il caso che intraprendiamo un cammino magico come quello wiccan; insomma accettare che alcune cose non fanno per noi, anche se ci piacciono da impazzire ad un primo acchito; avere l'onestà interiore di non mentire a noi stessi. Significa che dentro di noi la verità su noi stessi la sappiamo sempre, anche quando diciamo menzogne. Capita a volte di non riuscire a vedere alcuni lati di noi stessi che vogliamo celare, mantenere eclissati, ma il più delle volte cerchiamo di mascherare qualcosa di noi che non ci piace, odiando negli altri i nostri stessi comportamenti, i nostri stessi difetti, proprio come gatti che alzano il pelo innanzi ad uno specchio.
    Proprio come la Quercia, che era sacra ai druidi perché aveva la medesima quantità di rami che si innalzavano al cielo per la medesima quantità di radici che affondavano nel terreno (così sopra, così sotto, ci avrebbe detto Ermete Trismegisto), ecco che noi affondiamo le nostre radici nel lato oscuro di noi, quello nascosto che non vediamo, ma che c'è per quanto grande è quello luminoso, che mette frutti e fiori e gemme. E in dati periodi della nostra vita o dell'anno, proprio come la quercia, le nostre energie sono rivolte al basso, in fase meditativa e oscura, mentre in altre fasi sono rivolte alla vita, alla rinascita. Conoscere se stesso significa farsi i conti con entrambi i lati di noi, quello oscuro e quello luminoso, ed accettarli. Rami e radici. Accettarli entrambi perché ci sono e fanno parte di noi, per quanto possa non piacerci avere a che fare con loro.
    Inoltre, ultimo ma non meno importante, conoscere te stesso per migliorare te stesso e migliorare te stesso per migliorare le altre persone intorno a te. Il primo, fondamentale passo per diventare una strega.





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  5. CONOSCI LA TUA ARTE

    La chiave di volta dell'essere strega è avere una mente aperta e sapere cosa si vuole. E cosa vogliamo? Questo dovremmo averlo capito con la prima meta. Nel momento in cui sai cosa vuoi, e stiamo parlando di seguire un cammino spirituale, dobbiamo conoscere ciò che pensiamo di volere. Sapere cosa vogliamo non significa spesso che sappiamo cosa sia realmente questa cosa, cosa implichi l'ottenerla. E se non conosciamo ciò che pensiamo di voler ottenere non potremo averla mai. L'Arte è divinità. L'Arte è la magia; e la magia è il movimento stesso delle energie universali che scorrono attraverso gli elementi in ogni cosa, fondendo tutto in una grande rete, un grande disegno, un immenso fiume che scorre attraverso di noi. Conoscere la nostra arte significa imparare gli aspetti oscuri e luminosi della magia e della nostra vita, accettarli e sapere come viverli. Significa imparare a rispettare ciò che vogliamo diventare, il sentiero che abbiamo deciso di seguire e che ci porterà ad essere streghe; ma prima di questo, persone diverse, più consapevoli e più sagge. Ricordiamoci infatti che il termine witch (strega) deriva da "wicce" che significa "saggia" e non possiamo non trovare un'analogia con il nome stesso che ha il cammino spirituale di cui stiamo parlando. Ma ricordiamo, come ho scritto nell'articolo sull'etimologia qualche tempo fa, che le streghe erano note anche come "sagae" che significa appunto "sagge". La Saggezza quindi di conoscere cosa siamo, cosa vogliamo diventare e che possiamo quindi anche ritradurre nella preghiera antichissima che dice: "Aiutami ad accettare ciò che non posso cambiare, a trovare il coraggio di cambiare ciò che è in mio potere cambiare e la saggezza di discernere la differenza". Conosciamo ciò che vogliamo imparare, per capire se è la nostra via. Non è detto che sia così per forza. La Wicca è una risposta, non LA risposta. E come tale ce ne sono altre che possono essere più affini a noi. Saggio non è solo colui che conosce, ma colui che sa anche discernere quale sia la cosa giusta per se stesso.
    Conoscere, in questo senso, non è quindi interpretabile come "mettila in pratica", ma solo accertati di cosa stai affrontando, sii pronto a ciò che hai deciso di seguire, cerca di capire se la scelta che stai facendo è quella giusta. Non lasciarti dominare dalla fretta di arrivare, rifletti sulle opzioni che il mondo ti offre prima di decidere quale sia la tua. Ritengo (e questo è un mio personale parere, che un giorno potrò cambiare, piaccia che sia così) la Wicca un cammino che non si può abbandonare; semplicemente se lo si abbandona non lo si è mai intrapreso veramente con la giusta serietà. La conoscenza in questo caso porta consapevolezza, e la consapevolezza ti dà la giusta saggezza per capire dove direzionare le tue energie nella crescita personale. Nel momento in cui capisci quindi cosa sia la Wicca (o qualsiasi altro cammino magico/religione ecc...), negli aspetti reali di quello che è, puoi decidere se seguirla o meno.
    Conosci la tua arte intesa anche come religione e conosci anche ciò che le altre religioni hanno da dire prima di scagliarti contro di loro e dopo che le hai conosciute, rispettale se pretendi che le altre religioni abbiano rispetto della tua.





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  9. IMPARA

    Impara. Ci sarebbero milioni di parole da spendere su questa meta. Impara cosa? Impara tutto. Impara ad interpretare i segni. Impara a sentire la voce degli Dei, che non smettono mai di parlarci. Impara a carpire dalla saggezza di chi sta in silenzio e di chi ti parla, anche se questa persona è un bambino o un anziano. Impara a trovare gli Dei negli alberi e nelle persone, nelle rocce e nelle nuvole. Impara a fidarti di te stesso/a. Impara a confidare negli Dei. Impara ad accettare ciò che è la tua natura, e ciò che ti sta attorno. Impara a non sentirti in alcun modo superiore a chi ancora non sa ciò che tu hai già imparato. Impara a non sentirti inferiore se gli altri sanno qualcosa che tu non sai, ma poniti in condizioni di cercare di carpire la conoscenza da queste persone senza risultare fastidioso o troppo arrivista. Impara che ogni cosa scorre. Impara che la morte fa parte della vita. Impara che vivi sul sacrificio della vita e che non esiste una vita più importante di un'altra. Impara che la magia è frutto di un'energia naturale e che come la natura stessa, non fa differenza tra innocenti e colpevoli quando coinvolta e convogliata. Impara che qualsiasi cosa farai, nel bene e nel male, la pagherai, e che non ci saranno mai sconti di pena per nessuno. Impara che gli Dei sono dentro e intorno a te e non confinati in un luogo specifico e che la loro grandezza si può percepire in ogni singolo chicco di riso, in ogni singolo granello di sabbia, in ogni goccia d'acqua, in ogni singolo alito che espiri. Tutto è specchio della loro grandezza e tu sei parte di quel grande specchio. Impara che sei completamente responsabile delle tue scelte. Sia di quelle giuste che di quelle sbagliate. Impara che non arriverai da nessuna parte se non sai da dove stai partendo. Impara ad ascoltare il tuo cuore e a fidarti del tuo istinto. Impara a seguire il naturale ordine delle cose e accettarlo. Impara che non finirai mai di imparare e poniti sempre nelle condizioni del dubbio, senza accettare le certezze come dogmi, ma solo come punti di vista. Impara tutto ciò che puoi da tutti quelli che desiderano insegnarti qualcosa. Impara dalle lezioni che la vita e gli Dei ti danno ogni giorno. Impara che le disgrazie che ti capitano, quando e se ti capitano, sono sempre paragonabili a quelle capitate ad altri, e che spesso questo confronto dovrebbe darti una reale dimensione di ciò per cui vale davvero la pena lamentarsi e ciò per cui non si dovrebbe invece aprire bocca. Impara a carpire gli insegnamenti delle piccole cose. Impara ad osservare la vita. Impara che prima di essere una strega sei un essere umano. Impara ad avere coscienza di te, del mondo in cui vivi, dell'esistenza in cui ti muovi. Impara che tutto è collegato e che l'energia è la rete che unisce queste cose, la magia è il mezzo per muovere queste energie e che il cambiamento grande deve cominciare da un cambiamento piccolo. Impara a trarre insegnamento dai tuoi errori, sia quando te li fanno notare le altre persone, sia quando te ne accorgi da solo. Impara, soprattutto, che quando tutto ciò che mi è venuto in mente fino ad adesso lo avrai imparato, non sarai nemmeno a un millesimo di ciò che puoi imparare.





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  13. ABBI PAZIENZA

    La pazienza è una prerogativa della stregoneria al pari della saggezza e della conoscenza ed è strettamente legata alla meta precedente, ossia: impara. Quando si parla di avere pazienza si parla di due punti di vista fermi e precisi. Il primo è quello dello scoraggiare l'arrivismo spirituale. La foga di arrivare, di praticare, di fare incantesimi prima di essere pronti; tutto questo porta, soprattutto per quanto riguarda i giovani che si avvicinano al cammino, ad una superficialità che è da evitare. I passi sono sempre i soliti: impara a girarti prima di gattonare, gattona prima di camminare, cammina prima di correre. Pazienza quindi, perché ciò che dobbiamo imparare richiede del tempo e questo tempo è ben speso se si imparano le cose in modo corretto. Lavorare con le energie della terra senza le conoscenze adatte a saperle gestire non solo è un comportamento assolutatente irresponsabile, ma anche privo di scopo. La consapevolezza di ciò che facciamo è fondamentale. Un cerchio si apre in tanti modi, ma l'invocazione delle energie che servono per aprirlo seguono sempre gli stessi canali e se non siamo in grado di invocarle dentro noi, stiamo solo facendo gesti a caso e recitando poesiole a memoria.
    Abbiate pazienza. La stregoneria è un'arte antica. La Wicca è un cammino magico, una sintesi recente di molte diverse tradizioni, ma le arti antiche sono sempre le stesse e non bastano due letture per mettervi in grado di fare magia. Magari la fate già e non ve ne rendete conto, ma finché non acquisite la consapevolezza necessaria pazientate. Fermatevi, tranquillizzatevi, riflettete, non correte. Non abbiate foga di mettere in pratica cose che ancora non capite e non abbiate fretta di trarre conclusioni sul cammino. Guardate dove state andando invece di pensare a dove volete arrivare. Guardate dove siete prima di partire a cercare qualcosa. Focalizzare sull'obbiettivo è fondamentale, ma conoscere quell'obbiettivo richiede tempo e pazienza. Sento moltissimi neofiti che si avvicinano alla stregoneria con il desiderio di risolvere problemi, di fare magia come se parlassimo di finire il nuovo capitolo di Alone in the Dark. Li vedo chiedere libri di magia pratica, pronti a rischiare di farsi male senza considerare nessun tipo di consiglio o di scoraggiamento che chi ha già praticato può dargli. Tutti gli adolescenti hanno una punta di arroganza. È una prerogativa dell'età ed è giusto che ci sia. Chi più, chi meno ma tutti gli adolescenti credono di sapere cosa valga la pena imparare e cosa no, credono di sapere che cosa servirà loro o meno nella vita, credono di essere in grado di gestire situazioni che non conoscono, credono di saper affrontare il mondo e pugni e ringhi, che sia sempre il modo giusto e soprattutto che sia anche una novità e che chi sta dicendo loro di agire in maniera diversa non sia stato giovane e non ci abbia sbattuto il muso prima di loro e che quindi non parli con una certa dose di esperienza vissuta alle spalle. La maggior parte dei neofiti è adolescente o comunque sotto i vent'anni e questa può essere una grande forza, una grande opportunità e un grande punto di forza, ma che per essere sfruttata a pieno dovrebbe essere accolta con meno caparbietà e con più umiltà. Bisogna anche fare attenzione a che la prudenza e la pazienza non si trasformino in paura di praticare. Anche questo è fondamentale. Abbiate fiducia nella vosta pazienza e nella vostra inesperienza, ma non rimanete con le mani in mano, la spiritualità non verrà a bussare a casa vostra se non la cercherete voi stessi. Approcciatevi con la giusta responsabilità, la giusta dose di acutezza e di pazienza.
    Nella magia si cela infine l'altro aspetto. Anche quando vi sentirete pronti e sarete davvero pronti a fare magia, sappiate attendere. Una strega sa aspettare il momento propizio. Se un incanto non dà i suoi frutti in due giorni, non significa che non sta operando, ma che richiede il suo tempo affinché le cose si sistemino. Sappiate aspettare che le energie siano corrette, non lasciatevi dominare dall'urgenza. Il bisogno muove la magia, ma ci sono momenti adatti a fare alcune cose e momenti adatti a farne delle altre e i risultati potrebbero non essere quelli che speravate.





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  17. APPLICA LA CONOSCENZA CON SAGGEZZA

    Conoscenza e Saggezza non sono la stessa cosa. Una volta che hai acquisito con pazienza le conoscenze, subentra la responsabilità dell'uso che di tali conoscenze potrai fare. Sapere come usare un coltello implica il fatto che tu possa fare del male a te stesso e alle altre persone. La magia è solo un aspetto di questa meta. In realtà la conoscenza è potere e il potere è responsabilità. E da un grosso potere, recita un antico adagio, deriva una grande responsabilità. Avere tra le mani la capacità di poter cambiare gli eventi in modo magico, attraverso gli incantesimi, avere facoltà di piegare il volere delle persone, manipolarle attraverso mezzi magici porta la responsabilità di sapere quando e come agire.
    La conoscenza è un termine vasto. Tutti sappiamo come uccidere, ferire, fare del male, ma c'è chi applica questa conoscenza con l'intento di farlo nei modi più disparati e c'è chi invece usa la conoscenza che ha con saggezza, ossia sapendo cosa può fare del male alle persone ed evitando di farlo. La magia ha un'etica applicabile da chi la pratica. Di conseguenza anche la strega deve avere un'etica. Questo è un bagaglio etico lungo e vasto che si snoda lungo i secoli in cui la magia è stata studiata, vissuta, e praticata e che hanno portato, infine a ciò che è oggi. Applicare la conoscenza con saggezza implica anche il capire quando le nostre conoscenze possono essere passate e a chi, nel qual caso capire come queste persone potrebbero usare la conoscenza che noi decidiamo di passar loro. Intuire lo spirito con cui una persona si avvicina al cammino e alla magia prima di decidere se metterlo a parte di alcune pratiche. Inoltre implica capire anche che la conoscenza che ci giunge dai libri non sempre è affidabile e che i libri sono stati scritti da esseri umani, da storici, antropologi, opinionisti e in parte ma non sempre, anche da praticanti, ma poi rivisti da un venditore, da qualcuno che deve rimaneggiarli affinché il prodotto possa attrarre il pubblico e che gli interessi economici spesso passano spudoratamente davanti alla sincerità di informazione.
    Applicare la conoscenza con saggezza significa quindi carpire le informazioni da varie fonti e imparare a discernere come usarle nel pieno rispetto del cammino che si decide di intraprendere e nel pieno rispetto, inoltre, del cammino degli altri. Sono infatti del parere che elargire informazioni prima del tempo a chi non è ancora in grado di gestirle e farle sue non è un senso di dovere, ma più una mancanza di responsabilità e una irrispettosità del cammino altrui. Una strega deve fare i propri passi e non bruciare le tappe, altrimenti non imparerà ciò che è giusto che sappia nelle tempistiche corrette, che possono variare, certo, ma che in linea di massima si mantengono su uno stardard di un giro di ruota di pratica, il famoso anno e un giorno. Fornire quindi informazioni di pratica avanzata ad una possibile aspirante strega, dal mio personalissimo punto di vista, è una mancanza di rispetto nei suoi confronti.





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  21. RAGGIUNGI L'EQUILIBRIO

    Dopo che si acquisice la conoscenza e la saggezza necessarie per applicarla è ovvio che subentra l'equilibrio. Il termine equilibrio ci fa venire in mente molte cose. Il mondo, la vita, tutto esiste per un fragile equilibrio: qualcosa di cui anche in questi giorni, mentre scrivo, si sta parlando a livello mondiale. Noi siamo sia i piatti che l'ago della bilancia. Noi siamo la bilancia stessa. L'equilibrio non è solo da raggiungere, ma anche da mantenere. Operare magia senza essere equilibrati porterà squilibrio nella magia stessa che stiamo operando, sia all'andata sia che al ritorno, se vogliamo vederla così. Per la mia esperienza questo stesso "ritorno" è interpretabile. In parte ho riscontrato che è davvero così: ossia che le energie fanno una sorta di giro prima di tornare a te e in parte credo che non ti abbandonino mai. Quindi l'equilibrio è fondamentale proprio per quello. Shakespeare nel Macbeth recitava: "Le cose nate dal male prendono forza dal male". Da questo arriva il "perfetto amore e perfetta fiducia". Se entri nel cerchio e se fai magia con rabbia, squilibrio la magia, partendo da dentro te, lascerà il suo segno di squilibrio e rabbia e tutto il resto. L'equilibrio nel lavoro magico non è importante; direi che è fondamentale. In più la Wicca, come altre correnti magiche, si basa sulla dualità dell'universo, il maschile e il femminile, la luce e l'oscurità e abbraccia entrambi questi aspetti nel loro perfetto equilibrio. Anche dentro di noi ci deve essere questo equilibrio, questa grandezza e dobbiamo cercare di mantenerla. L'equilibrio porta armonia con noi stessi e l'armonia è tutto per poter seguire un cammino in fiducia e amore. Significa anche imparare ad ascoltare il proprio corpo, la propria mente, coltivare il rapporto che abbiamo con noi stessi.





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  25. MANTIENI LE PAROLE IN ORDINE

    Nel momento in cui siamo equilibrati, dobbiamo imparare a tenere in ordine ciò che sappiamo. Questa meta ci chiede di imparare a pensare prima di aprire bocca. E soprattutto, dopo che si ha pensato, magari stare zitti. Un proverbio cristiano sostiene che la lingua ferisce più della spada. Inoltre implica la coerenza. Affermare di seguire una via spirituale, un cammino magico e non rispettarlo nel proprio intimo è incoerente. E tutto questo porta squilibrio dentro di noi. Nessuno ci può dire se siamo o meno sul cammino, ma nemmeno noi possiamo dirlo ad altri. Possiamo consigliarli, se ce la sentiamo, possiamo dar loro dei pareri su cosa riterremmo giusto fare al posto loro, ma non essere giudici della loro etica o della loro moralità. Inoltre dire di essere strega non significa esserlo. Elargire giudizi più facilmente di quanto si possano accettare critiche o dare consigli, trattare chi è all'inizio del cammino come se fosse inferiore a voi, sentirvi in qualche modo superiori, come dimenticando in un briciolo di conoscenza ciò che eravate prima di questo momento; tutto questo allontana la strega dalla saggezza e dalla coerenza della magia. Il saggio non si vanta della sua saggezza, ma la condivide con le persone che si appellano a lui e che richiedono il suo consiglio nel momento del bisogno. Non sempre il saggio è tenuto a rispondere e se chi chiede ha la giusta dose di intraprendenza, potrà di sicuro trovare le risposte da solo senza necessariamente doverle attendere da chi da lui coinvolto e in ultimo comprendere che il silenzio della persona coinvolta era solo un insegnamento che dovevamo imparare, una lezione da apprendere. Riempirsi la bocca di titoli altisonanti, firmarsi in calce a qualsiasi cosa con lunghissime note della quantità diversa di tradizioni cui si è iniziati o autodefinirsi sacerdoti o sacerdotesse in pubblico senza che siano altri a riconoscerci quel ruolo: tutto questo secondo me è non mantenere in ordine le parole. È lasciare che siano appunto le parole a parlare per le nostre gesta, quando invece dovrebbe essere il contrario; le gesta parlino al posto delle parole. Le persone giudicheranno sempre ciò che siamo, senza spesso conoscerci. Questo è uno dei lati negativi della nostra società. Ciò non significa però che dobbiamo farne parte nelle attitudini anche se ne facciamo parte sul piano fisico, politico e sociale.
    Inoltre trovo che una strega che si professa tale che non si preoccupa della salute del nostro pianeta con la raccolta differenziata, la corretta gestione dell'inquinamento personale nelle piccole cose quotidiane, che non cerca di aiutare gli animali in difficoltà è una persona poco coerente con il proprio cammino. Quindi, mantenere le parole in buon ordine significa soprattutto rimanere attenenti alla nostra natura, rispettare gli esseri viventi, le culture diverse degli esseri umani e difendere la nostra come è giusto che sia, ma senza porla sopra quella degli altri. Condividere le idee senza schiacciare quelle delle altre persone. E significa inoltre non mostrare nessuna forma di razzismo o specismo nei confronti delle altre culture o altre specie animali.
    Ultimo aspetto e non meno importante è evitare di parlare male delle persone. Il mondo pagano in Italia non si fonde in una comunità prettamente per questo problema. Ricordatevi: le vostre parole sono l'onore delle vostre azioni!





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  29. MANTIENI I PENSIERI IN ORDINE

    Questa meta è forse la più difficile da raggiungere. Mantenere i pensieri in ordine significa avere rispetto di se stessi. Significa riflettere sulle cose prima di agire. Significa saper discernere i propri difetti reali dai propri pregi, significa riuscire ad ammettere le proprie colpe ma anche non essere troppo critici con noi stessi. Implica l'accettare di poter fare degli errori e imparare a perdonare noi stessi con la stessa facilità e la stessa difficoltà con cui ci perdonano le altre persone, senza torturarci. Significa non mettere il nostro ego davanti ai bisogni delle altre persone credendo che sia diverso da come è in realtà. Significa avere puro intento e pura capacità, sapere discernere quale è il nostro obbiettivo. Non lasciarsi influenzare in quello che facciamo. Inoltre significa avere una considerazione corretta di se stessi, senza ingigantire ciò che è il nostro ego e senza nemmeno sminuirlo e sotterrarlo. Siamo streghe o comunque lo vogliamo diventare. Dobbiamo avere l'orgoglio e il desiderio di portare avanti con coerenza e amore e fiducia questo nostro obbiettivo. Non lasciamo che siano i pensieri delle altre persone ad inquinare i nostri. Quando facciamo degli errori, che siano frutto della nostra testa, del nostro ragionamento, del nostro modo di pensare, di agire, non un condizionamento e un rimescolamento dei pensieri altrui, altrimenti saranno gli errori di altri rivisti da noi. Essere streghe significa avere il coraggio di decidere della propria vita. Significa non vivere nel pensiero degli altri, ma ripulirsi dalle paure e imparare ad essere sicuri di noi stessi. La paura di sbagliare, la paura del confronto con altre streghe, non ci fa crescere, ma ci frena. E sono paure stupide. Il giudizio delle altre persone non sarà mai pesante e critico come il nostro stesso giudizio e noi dobbiamo imparare ad essere giusti con noi stessi, senza appesantirci del peso di colpe che non abbiamo. Essere streghe significa accettare le cose che capitano e i pensieri delle altre persone nei nostri confronti senza rimuginare e senza pretendere di conoscerli per forza; significa non violare i loro spazi sacri, la loro privacy, sia mentale che fisica o quanto meno saperne accettare le conseguenze senza dare per scontato di sapere il perché di ciò che non comprendiamo solo perché anche picchiando i piedi e mettendo il muso quel perché non ci viene spiegato. E capire che anche questo è un insegnamento di cui fare tesoro e non una persecuzione o una violenza personale. Inoltre significa non cercare per forza di essere qualcosa che non si è ancora pronti ad essere ma predisporsi mentalmente ad esserlo e non aspettare che il tutto capiti per volere divino. Mettere in ordine i pensieri significa anche capire quando è il caso di smettere di farsi esami di coscienza e cominciare a vivere. Una strega ha diritto ad essere arrabbiata. Una strega ha diritto a non spiegarne il motivo. Essere streghe significa anche capire quando è il caso di smetterla di pretendere di voler sapere cose per le quali non si possiede più o non si è mai posseduto il diritto di sapere e capire quando è il reale caso di arrabbiarsi e quando no. Significa anche avere la maturità adatta a comprendere che ci sono situazioni con implicazioni più grandi di quelle che, esperienzialmente ci è possibile comprendere per decine di fattori differenti. E capire inoltre che non è colpa nostra il non capirlo, ma che non possiamo incolpare le altre persone se non riusciamo a capirlo.





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  33. CELEBRA LA VITA

    Celebrare la vita è il passo successivo. Celebrare la vita significa in primis rispettarla in ogni sua forma, perché ogni vita ha uno scopo. Nella Genesi leggiamo un passo che condiziona l'umanità da sempre nelle attitudini che abbiamo adottato: "E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra" (Genesi 1,26). Dall'avvento del cristianesimo l'umanità ha smesso di essere un tutt'uno con la vita, con la natura, ma ha cominciato a ritenersi superiore, a doverne avere il dominio. Noi non abbiamo il dominio della vita. Non possiamo averlo e non dovremmo nemmeno volerlo. Noi siamo vivi perché l'equilibrio della vita ce lo consente, ma celebrarla non significa assoggettare la vita al nostro capriccio. Significa rispettare il seme come la zanzara, l'amanita muscaria come il cane. Mostrare uguale rispetto per tutte le forme di vita senza applicare nessun tipo di specismo. Essere vegetariani o vegani non significa rispettare la vita di più che essere onnivori. Una pianta dovrebbe ricevere il medesimo rispetto di un vitello. Anche se non ha occhi. Celebrare la vita significa non sprecarla, significa non gettare via questo dono meraviglioso, significa non buttare via il cibo o sprecare l'acqua, significa prendere il giusto dalla terra e lasciare una parte per la natura stessa. Le offerte che si lasciano nel cerchio hanno appunto questo significato. Tutto ci viene in dono dalla terra ed è anche nostra responsabilità lasciare qualcosa affinché le creature che la abitano con noi possano avere la loro parte. Celebrare la vita significa anche non tagliare rami dalle piante per i nostri scopi se non rispettando la pianta stessa, e facendolo nel momento e nel modo in cui possiamo evitargli di stare male. Celebrare la vita significa anche rispettare l'umanità di cui siamo parte e non lasciarci condizionare da anni di oscurantismo. Celebrare la vita significa accettare che sia parte di un ciclo e non pretendere di essere i giudici di cosa ha diritto o meno di vivere e di morire. Significa accettare che esiste una selezione naturale che da sempre mantiene in equilibrio le forme di vita su questo pianeta e che non è giusta o sbagliata, ma che nella sua neutralità ha sempre fatto funzionare tutto alla perfezione, prima che l'essere umano abbia deciso di essere in grado di innalzarsi a giudice e soprattutto credere di poter alterare questo equilibrio instaurato naturalmente per seguire i propri ideali di etica e morale, decretando una scala gerarchica di valore della vita, nella quale l'essere umano è alla cima e tutti gli altri esseri viventi sono al di sotto, decretando la posizione su questa scala a seconda della loro funzione in relazione agli esseri umani stessi. Celebrare la vita significa accettare ciò che siamo, i cambiamenti che intercorrono dentro di noi come parte di questo ciclo vitale. Le mestruazioni, il sesso, la menopausa e la andropausa, la vecchiaia, la morte, le varianti delle preferenze sessuali tra persone consenzienti (la violenza priva di scopo è nota solo all'essere umano e non è applicabile al resto del regno animale) sono tutte cose che fanno parte della nostra vita e non accettarle come parte della stessa significa lasciar fuori una parte della celebrazione della vita, che ci è sotto gli occhi ogni singolo giorno da sempre. Ma noi chiudiamo gli occhi.





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  37. ARMONIZZATI CON I CICLI DELLA TERRA

    Strettamente legato alla celebrazione della vita, ma di un livello successivo è l'armonizzazione con i cicli naturali. Una volta che accettiamo la nostra natura e ciò che ci circonda e scopriamo di farne parte in maniera molto più profonda di quello che i leggeri retaggi culturali che ci sono stati passati ci fanno capire, giunge il momento di allinearsi con questi cicli, sentirli dentro e cominciare a seguirli in perfetta armonia. Armonizzarsi con i cicli della terra significa rispettare le diverse fasi lunari (nuova, crescente, piena, calante), le tredici lune che ricadono in cicli di circa ventotto giorni e gli otto sabba, di cui due solstizi e due equinozi. Questi peculiari momenti dell'anno vanno e vengono in un ciclo chiamato appunto "ruota dell'anno" e sono determinati da diversi cali e innalzamenti di energie a seconda della posizione della Luna alla Terra e della Terra al Sole. Questo movimento perpetuo degli astri influenza l'energia della terra. La Luna influenza le maree, i parti, la fermentazione del vino, la crescita dei capelli, delle piante; il Sole permette alla vita di esistere nelle sue differenti forme. La posizione della Terra relativa alla nostra stella determina le stagioni. Una strega deve armonizzarsi con questi cicli nel suo cammino magico. C'è un tempo per gli inizi e un tempo per le conclusioni. C'è un tempo perché i progetti maturino e un tempo perché le cose debbano essere messe in ordine, esattamente come c'è un tempo per la semina e uno per il raccolto.
    La celebrazione degli otto sabba ci insegna il ritorno della natura, il suo seguire un preciso schema che non può essere alterato e che deve essere rispettato perché noi ne facciamo parte e per quanto spesso tendiamo a credere di rimanerne esclusi la nostra natura è più forte della nostra etica, più forte della nostra volontà, più forte di ogni tipo di condizionamento civile e morale e religioso. Un qualsiasi gentleman inglese, che beve tea alle quattro di pomeriggio, gettato in una foresta dove l'unica legge è uccidere o essere ucciso diverrà un selvaggio in meno di due giorni o morirà prima.
    Allo stesso modo le energie naturali, quando si vive a contatto con la natura, tendono ad influire su di noi in modo più accentuato, e questo non perché siano più forti, ma perché noi abbassiamo le nostre alte difese imposteci dalla società in cui viviamo. Molte donne riscontrano ad esempio che passare del tempo assieme, nella stessa casa con altre donne, o facendo un tipo di lavoro che le tiene a contatto e in armonia, causa un allineamento dei loro cicli mestruali. Le streghe donne (il termine strega è intercambiabile al maschile e al femminile) tengono conto di queste cose e allineano il loro lavoro magico al loro ciclo mestruale che, a sua volta, spesso è allineato con il ciclo lunare (sia luna rossa che luna bianca a seconda di quando avviene l'ovulazione) e la combinazione di queste due fonti energetiche permette loro di capire quando e come fare alcuni incantesimi. Tutto questo è armonizzarsi con i cicli della terra. Noi facciamo parte della natura, siamo tutt'uno con lei, con i suoi ritmi, i suoi cicli. In questo periodo dell'anno (circa Yule) alcuni animali sentono il bisogno irrefrenabile di addormentarsi e risvegliarsi in primavera, quando la natura torna a vivere. Lo stato letargivo, in maniera diversa influenza anche gli esseri umani, e armonizzarsi significa anche accettare questa cosa e affrontare le diverse situazioni con diversi approcci. Cominciare un progetto con l'ingiungere dell'inverno non è sempre una buona idea perché le energie sono basse, mentre è bene farlo quando la natura torna a vivere. Automaticamente tutto prenderà un aspetto diverso e le energie si risveglieranno favorendo lo svolgere degli eventi in maniera più dinamica.
    L'armonizzazione con la terra la si può avere anche se non viviamo in campagna. Le piante sul vostro balcone e nei giardini dove i bambini giocano ignorano la nostra tendenza ad opporci ai cicli naturali e li seguono. Dobbiamo imparare da loro. Quando giunge il momento lasciano cadere le foglie, mettono le gemme, fanno i fiori, gettano polline per fecondare, poi fanno i frutti, li lasciano cadere e permettono alla vita di avere un nuovo ciclo. Noi facciamo la stessa identica cosa. Biologicamente non siamo così diversi. In dati momenti della nostra vita sentiamo il bisogno di giocare, di crescere, poi sentiamo il bisogno di uscire ed essere indipendenti, poi di innamorarci e costruire una famiglia, mettere al mondo dei figli, nonché smettere poi di andare in giro per il mondo e cominciare a riposare. Le fasi sono le stesse. Identiche. Nel piccolo come nel grande.
    Parliamo quindi di un possibile frutto spirituale, che è il nostro cammino iniziatico per divenire streghe e che, non a caso, deve cominciare con "un giro di ruota". A Samhain il seme cade nella terra e si libera del suo involucro a Yule. Germina a Imbolc e fiorisce a Oestara. A Beltane libera il polline e fruttifica a Litha. Matura a Lammas e si prepara a cadere nella terra a Mabon per dar vita ad un nuovo ciclo di questa infinita ruota che gira e gira e gira. Ecco che qui l'intenzione di "un anno e un giorno" che abbiamo sentito prende un aspetto più concreto e una spiegazione più consona e accettabile di un dogma: omnia tempus habent et suis spatiis transeunt universa sub caelo, locuzione latina tratta dall'Ecclesiaste che ci dice: "ogni cosa ha il suo tempo e sotto il cielo c'è un momento adatto per ogni cosa".





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  41. MANTIENI IL CORPO SANO

    Una delle poche mete che paiono chiare, ma che celano alcuni aspetti nascosti. Nella versione di Cunningham questa meta era smezzata in due vie diverse: "respira e mangia correttamente" e "esercita il corpo", mentre sul sito Withvox, in uno splendido articolo di Nyx le ho trovate fuse insieme come le vediamo ora. In onore ad entrambe in questo modo le vedremo come una cosa sola, ma in modo separato.
    Dunque, respirare è una cosa naturale, ma non significa solo "respira" nel senso biologico del termine. Significa anche "calmati", pazienta. La respirazione è la base della purificazione. La respirazione corretta ci permette di tranquillizzarci e di prendere il controllo di noi stessi. Quando infatti siamo agitati ossigeniamo il sangue in maniera eccessiva con l'iperventilazione alla conseguenza del cuore che aumenta i battiti. Per un anno circa a lezioni di canto non ho fatto altro che respirare. Senza entrare nel dettaglio dei tre tipi diversi di respirazione di cui siamo capaci, il punto è che la respirazione corretta è un passo fondamentale nella vita di una strega e che ci porta anche al punto 12 che vedremo dopo. Inoltre lo pneuma è considerato da sempre l'alito divino. Demetra soffiò sul corpo del piccolo Demofoonte, figlio di Celeo cui era ospite per donargli l'immortalità, ma anche nella Genesi (2,7) troviamo che Dio soffiò sulla polvere per donare la vita ad Adamo.
    Mangiare correttamente significa anche "prenditi cura del tuo corpo", rispettalo perché è una macchina meravigliosa e mangiare in modo corretto ti permette di preservarlo in modo corretto. Non si parla di proibizioni, si parla di rispetto di ciò che abbiamo, di ciò che ci è stato dato. Nella nostra società è difficile non rimanere ingoiati in un ciclo di cibi ben poco naturali, ma a questo, per chi, come me, vive in una grande città purtroppo non ci è gran possibile porvi un rimedio estremamente valido. Esagerare con il cibo distrugge il nostro corpo, ma anche vivere di privazioni lo distrugge. Assorbiamo l'energia dal cibo, la trasmutiamo, la trasformiamo. Noi siamo parte di quello stesso cibo che mangiamo. Mangiare scorrettamente non significa solo esagerare, ma anche farselo mancare (ammesso che non ne siamo costretti per motivi non dipendenti dalla nostra volontà). Nessuno dei due opposti ci porta equilibrio. Dobbiamo rispettare noi stessi come rispettiamo gli altri, il nostro corpo, il nostro intelletto, la nostra emotività. Il rispetto non è in forma intransitiva, bensì duale: verso noi stessi e verso il mondo. Se non impariamo a rispettare noi stessi non potremo mai imparare a rispettare il resto del mondo perché ci mancherà qualcosa.
    Inoltre, mantieniti sano significa anche esercitare il corpo. Via quella faccia. Esercitare il corpo ha molti significati e tutti sono quelli che ci competono. Sì, significa rimanere il più in forma possibile, ma non solo a livello fisico. Questa meta fa sempre parte del "rispetto di se stessi". Lasciare che il nostro corpo vada in sfacelo è una mancanza di rispetto per il nostro stesso corpo, ma sappiamo bene che non tutti hanno la possibilità di alzarsi mezz'ora prima la mattina per andare a correre. L'allenamento del corpo è riscontrabile anche nel sesso, non solo nell'attività fisica monotona e faticosa come possiamo intenderla. Esercitare il corpo però è anche mantenere in forma il cervello, non rimanere saldi sulle proprie posizioni statiche, leggere, studiare, allenare anche la mente, senza rimanere fermi e immobili. Imparate a memoria il Rede, i canti, i passi di una danza che potrete svolgere durante i rituali per allenare il corpo. Molti sono gli aspetti dell'esercizio del corpo, del quale anche il cervello fa parte. Esercitare il corpo è una forma di rispetto per noi stessi, un modo di prendersi cura del nostro essere, e se il nostro corpo sta male e si ammala, non c'è nessun altro al mondo che ne pagherà le conseguenze se no noi.





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  45. MEDITA

    La meditazione è la forma di raggiungimento e congiungimento con la nostra spiritualità più praticata, in maniera trasversale da tutte le culture del mondo, dai monaci Indù a quelli Cristiani, dai Buddisti agli sciamani di diverse culture. Meditare ci permette di estraniare la mente dai bisogni fisici e raggiungere altri stati di coscienza che ci avvicinano al divino dentro e intorno a noi. Le forme di meditazione sono pressoché infinite, ma tutte utili. La meditazione aiuta il corpo a rilassarsi, ad abbandonare i problemi del quotidiano e a comprendere la vera natura degli Dei e come tutte le nostre preoccupazioni, in termini vitali e universali, spesso non hanno il reale peso che noi, per volontà o costrizione, siamo tenuti a dargli. Il grounding e il centering sono pratiche meditative che ci aiutano a caricarci, a centrarci e a scaricare le energie della terra. Le forme avanzate di meditazione comprendono anche il viaggio sciamanico, che alcune streghe svolgono periodicamente e che ci permette di entrare in contatto con il nostro animale guida. Ma la meditazione ci permette soprattutto di lavorare per la prima volta con le energie della terra e di sviluppare le tecniche di visualizzazione (quando guidata) e di agire magicamente dentro di noi.
    Meditare ci dà inoltre la possibilità di imporci di dedicare del tempo a noi stessi, ritagliandolo dal continuo impegno della nostra vita sociale. La meditazione dovrebbe anticipare ogni rituale e ogni tipo di lavoro magico perché equilibra il corpo e ci permette di azzerare i pensieri, le emozioni che ci portano via energia. In una società stanca come la nostra, dove il nostro corpo è soggetto allo stress e la nostra mente è sotto continua pressione, la meditazione può correre in nostro aiuto. È il momento in cui potete fermarvi e dire: "adesso basta". Tramite la meditazione guidata (come appunto il grounding e il centering) si può imparare a caricarsi delle energie della terra e in seguito scaricare quelle in eccesso, in modo da riportare perfettamente l'equilibrio energetico del nostro corpo. In alcuni stati meditativi è possibile rivivere le nostre vite passate e toccare uno stato di trance che ci mette in comunione con il divino e con l'energia del sacro intorno a noi e dentro di noi. Una cosa che non "avviene" in realtà, essendo già parte di noi, ma che "riscopriamo" quando passiamo del tempo a meditare.





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  49. ONORA LA DEA E IL DIO

    L'ultima meta è la più importante di tutte, e in una lunga lista di cose da fare mascherate e mescolate da cose da non fare, ecco forse la vera passione e la vera bellezza della Wicca. Onorare gli Dei è una prerogativa di qualsiasi culto, ma il modo in cui lo si fa è variegatissimo.
    I wiccan non sono idolatri. Non crediamo che gli Dei siano confinati in statuette su cui incentrare una qualsivoglia fede. No. I wiccan possono essere sia immanentisti che trascendentisti. Gli Dei si manifestano nel mondo con la vita e l'energia che scorre nelle cose e la strega li onora innalzando il cerchio, lasciando offerte, prendendosi cura della natura, coltivando la terra, parlando con gli alberi e le creature che camminano, volano e nuotano e prendendosi cura di loro. Gli Dei si onorano sentendosi grati di ciò che abbiamo, del fatto che siamo vivi, del fatto che abbiamo la forza, la capacità e la facoltà di portare ordine ed equilibrio nel mondo, cominciando da noi stessi, dalla nostra vita. Osservate la Luna e il Sole e siate grati perché potete vederli. Accarezzate un fiore e annusatelo e siate grati perché potete odorarne il meraviglioso profumo e siate grati all'acqua che l'ha nutrito, alla terra che ne ha ospitato il vivo germe, all'ape stessa che ne porterà in giro il polline affinché altri fiori potranno crescere e vivere e abbellire e colorare e profumare il mondo. Abbeveratevi e siate grati perché potete dissetarvi. Scaldatevi e siate grati perché potete farlo. Siate grati quando mangiate, siate grati alle creature e alle piante che hanno sacrificato nel ciclo naturale la loro vita affinché voi possiate vivere e nutrirvi e siate grati perché quello stesso sacrificio farà per sempre parte di voi quando le assorbirete digerendole. Siate grati quando camminate per il mondo, quando potete ascoltare canzoni che amate. Siate grati perché potete amare e perché qualcuno al mondo vi ama e questo vi annovera tra una percentuale incredibilmente bassa di persone al mondo, più di quanto possiate immaginare. Siate grati quando avete amato e quando avete perduto quell'amore, perché potreste non averlo mai nemmeno conosciuto e questo vi faccia capire che l'amore non è mai perduto, nemmeno quando credete che lo sia. Siate grati perché avete modo di riflettere, di decidere, di capire che siete esseri unici e meravigliosi e che la vostra vita è un dono straordinario di cui non è giusto sentirsi in debito, ma che non è giusto nemmeno sprecare in una ricerca senza scopo di qualcosa di lontano da voi, quando la bellezza degli Dei è dentro di voi. L'arte è onore agli Dei, ed è nata proprio per onorarli, qualsiasi forma d'arte è manifestazione della divinità. Perciò onorate gli Dei cantando, ballando, ridendo, piangendo, facendo l'amore in armonia e bellezza, passando del tempo con le persone che amate, perdonando voi stessi per i vostri errori e gli altri per i loro; se tutti facessero così il mondo sarebbe un posto davvero migliore. Onorate gli Dei istituendo altari naturali, donando ciò che non vi serve a chi può aver più bisogno di voi. Onorateli componendo poesie, portando in giro il verbo della saggezza, passando le vostre conoscenze con rettitudine, senza lasciare che la sapienza si fermi, ristagni, ma che circoli e che cresca come una grande spirale, un cono di potere. Onorate gli Dei in ogni mossa che fate, onorateli leggendo la mitologia che ne narra le loro gesta. Gli Dei nei miti antichi rispecchiano tantissimo le diverse forme della natura umana, diversi aspetti che ancora troviamo in ognuno di noi. Perché gli Dei sono dentro di noi e intorno a voi. Celebrate, festeggiate, imparate a sentire il sacro e il divino nelle cose che vi circondano. Onorateli nelle loro forme diverse, sia quando danno che quando prendono da voi e riflettete su come voi stessi non fate altro che prendere e dare e che prima o poi tutto ciò che avete preso e trasformato tornerà nuovamente agli Dei e anche quello sarà un modo di onorarli.