The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Mitologia baltica: Austèja

Mitologia baltica: Austèja

A cura di Potnia
 

Austèja – antica Dea lituana delle api, è la protettrice delle api e delle fioriture da cui ricavano il miele e il materiale necessario per costruire il loro alveare. Il suo culto è strettamente legato all’apicoltura, in particolar modo quella selvatica. La prima rappresentazione rinvenuta di Austèja era sotto forma di ape, per questo motivo la popolazione rispettava questi insetti tanto quanto rispettava la Dea. Era sorprendente vedere la perfetta organizzazione delle api, quanto la loro vita rispecchiasse quella umana e il mistero affascinante della loro morte. Gli alberi su cui si stabilivano divennero sacri al pari delle api stesse. Spinti dal rispetto nei confronti di questi insetti, le persone non osavano combattere, litigare, imprecare o agire in modo improprio davanti alle api, arrivando a seppellire le api ritrovate morte.


Durante la celebrazione di Bičkopis (raccolta del miele dagli alveari) le persone onoravano Austèja, porgendo i rispetti alla vegetazione da cui le api ottenevano il miele, raccogliendo di persona il miele e lasciandone una parte in offerta alla Dea. Un’altra tradizione voleva che si invitassero a casa i bičiuliai ( i più leali e cari amici) per condividere con loro il miele; credenza voleva che questo compiacesse Austèja e spingesse le api a lavorare ancor più duramente. La popolazione venerava anche il dio dei fuchi e dell’idromele, Bubilas, sposo della Dea.

Il nome della Dea deriva dalle parole audėj (tessitrice) e austi (intrecciare); poiché come i ragni tessono la ragnatela, allo stesso modo le api tessono il loro alveare. Si crede che le parole lituane usate per parlare della tessitura fossero originariamente usate per descrivere il processo di creazione degli alveari e che, solo successivamente, siano state adattate per descrivere la fabbricazione del tessuto.

Non molto è noto della forma umana della Dea
Austèja, anche se tradizionalmente viene dipinta come giovane e bellissima donna dai capelli biondi e vesti gialle o color dell’oro, talvolta con una corona fiorita sul capo.