The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Giappone - Kami nella religiosità popolare giapponese

Kami nella religiosità popolare giapponese

A cura di Potnia per i testi e Stregamamma per la traduzione

"Kami è la parola giapponese indicante gli oggetti di venerazione nella fede Shintoista.
Sebbene la parola sia talvolta tradotta con "dio"
o "divinità", i teologi shintoisti specificano che tale tipo di traduzione può causare un grave fraintendimento del termine. In alcune circostanze i kami sono identificati come vere e proprie divinità, simili agli dei dell'antica Grecia o Roma. In altri casi invece, come il fenomeno della crescita, gli oggetti naturali, gli spiriti che dimorano negli alberi, o forze della natura, tradurre "kami" con "dio" o "divinità" sarebbe una cattiva interpretazione."

Definizione tratta da "Wikipedia"

Ienokami [Ie no kami]
"Kami della casa." In generale, qualsiasi kami che agisca da nume tutelare e che porti prosperità alla casa.
Una grande varietà di kami sono comunque venerati (vedi saijin) nel ruolo di "kami della casa”, rendendo difficile catalogarli in modo sistematico. Concreti esempi includono i kami venerati su altari di famiglia (kamidana); kami del focolare (kamadogami) venerati vicino ai fuochi domestici; Ebisu, Daikoku e altri kami della buona fortuna (cfr. fukujin shinko) venerati in cucina: kami dei magazzini custoditi in un angolo o un cantuccio di una camera; così come kami della dimora (yashikigami) che sono normalmente adorati all’esterno.
Gli altari di famiglia o kamidana oggi tendono ad essere usati per esporre simboli di kami con un rango ufficiale alto (shinkai) nella moderna fede Shintoista, raffigurati dagli amuleti distribuiti dai Grandi Templi di Ise; in epoche precedenti, erano probabilmemte usati per custodire gli emblemi cartacei (shinsatsu) dei numi tutelari trovati nell’area della comunità locale.
Poichè il focolare era visto come un simbolo della casa, i kami del focolare arrivarono ad avere caratteristiche sia di kami familiare, sia di kami agricolo. Ebisu e Daikoku sono stati caratterizzati come kami a guardia dei beni familiari, e allo stesso tempo, come kami dei campi (ta no kami). Allo stesso modo, poiché i kami dei magazzini erano venerati dove veniva conservato il grano, questi kami assunsero caratteristiche da kami del grano e dei campi. Inoltre, poichè le celebrazioni in onore dei kami là residenti giunsero ad aver luogo intorno allo stesso periodo, come le migrazioni stagionali del kami dei campi tra risaia e montagna, il kami delle dimore arrivò a possedere caratteristiche in comune con il kami dei campi. In sostanza, si pensa che le strette affinità tra kami familiari e kami dei campi abbiano contribuito a una fusione del kami della casa e dei campi, mentre il luogo delle celebrazioni per i kami dei campi si spostava gradualmente dall’esterno all’interno della casa.
Infine, i kami familiari hanno giurisdizione sulla prosperità familiare, e si crede che portino rovina a una casa dove non siano adeguatamente venerati. Altri kami considerati come divinità tutelari della famiglia includono il zashiki warashi ("divino bimbo della casa ") e l’oshirasama.


Kamadogami

"Kami del forno." Un nume tutelare familiare venerato ai fornelli, al focolare, o in altro posto nel perimetro della casa dove normalmente si accendono fuochi, e generalmente considerato come il "kami del fuoco" (hi no kami).
Spesso nelle vicinanze si trova un altare domestico Shinto (kamidana), dove sono venerati gli emblemi di legno o di carta del kami (shinsatsu), e vengono fatte offerte quotidiane.
Nelle aree di Osaka e Kyoto, il kami del focolare è noto come Kojin, mentre, nel Giappone del nordest, il kami è anche conosciuto con nomi che includono Kamajin ("kami del forno"), Kamaotoko ("uomo del forno"), e Hiotoko ("uomo del fuoco"); là, il culto del kami è caratterizzato da una maschera che rappresenta un volto distorto, appesa su un pilastro vicino al focolare. Questo "Hiotoko" è dunque lo stesso della ben nota maschera comica chiamata "Hyottoko," che si dice rappresenti il volto di un uomo che storce la bocca mentre soffia sul carbone per accendere un fuoco.
Inoltre, in aree influenzate dal culto della divinazione Yin-Yang (onmyodo), il Kamadogami è noto come Dokojin; in alcune località, al kami ci si riferisce come al Dokkusan o Fugensama. In aggiunta alla sua natura di nume tutelare del fuoco, il kamadogami possiede caratteristiche di un tutelare agricolo, ed è visto in alcune aree come in viaggio tra villaggi e montagne, all’inizio e fine della stagione agricola. Questa caratteristica è tipica dell’immagine del "kami delle montagne " (yama no kami), che alterna l’identità con il "kami dei campi” in primavera e autunno. Infatti, molti riti di piantagione e raccolto includono elementi correlati al kamadogami.
Il Kamadogami può possedere caratteristiche aggiuntive come nume tutelare di bambini, di bestiame, e della famiglia, vale a dire le caratteristiche di un kami generico della casa (ie no kami) che sorveglia ogni aspetto della vita quotidiana. Si pensa questo per via dell’origine del kami nel focolare, assurto a simbolo generico per la casa. In sostanza, il "kami del focolare" è conosciuto sotto una complessa varietà di nomi, oggetti concreti di venerazione (shintai), osservanze, e giorni di venerazione (saijitsu).


Koyasugami

Nume tutelare della gravidanza, parto sicuro, e di crescita e sviluppo sani dei bambini.

Secondo l’antico lavoro storico Sandai jitsuroku, un luogo sacro chiamato Koyasu Jinja fu trovato nella provincia di Mino in tempi antichi, e altri luoghi sacri con lo stesso nome possono essere trovati ancora oggi, per esempio a Ogaki (Gifu Prefecture), e a Hachioji (Tokyo). Il kami centrale venerato in siti come questi, è di solito l’Imperatrice Jingu o Konohanasakuyahime. La venerazione di Konohanasakuyahime è basata su una leggenda trovata a Kojiki e Nihongi, secondo la quale il kami diede alla luce tre creature nel mezzo di un incendio che imperversava. In effetti, comunque, i kami della nascita sono meglio conosciuti in gran parte del Giappone come elementi di culti popolari locali. In questi casi, le credenze del culto si sono sincretizzate con il Buddismo, formando oggetti di venerazione come Koyasu Jizo e Koyasu Kannon. Si pensa che l’immagine di Koyasu Kannon, rappresentata di frequente come una madre che tiene in braccio suo figlio, sia stata influenzata dalle credenze cinesi in una Dea analoga, la “Madre Compassionevole Guanyin."


Toshigami, Toshitokujin

Un kami che si presenta durante il periodo di Capodanno, annunciando l’avvento del Nuovo Anno, chiamato anche Shogatsu-sama (letteralm., "Onorevole Nuovo Anno ").
Il nome Toshitokujin ha origine nella divinazione cinese Yin-Yang (Giap.: Onmyodo), e si riferisce a una Dea con dominio sulla direzione propizia (eho) per l’anno in corso. Il culto Toshitokujin quindi riprende un nucleo di antiche credenze nell’apparizione di un kami il primo dell’anno -che assicura un raccolto abbondante- al quale sono stati aggiunti ulteriori elementi dei culti di divinazione cinesi.
Le osservanze al kami del Nuovo Anno sono di solito gestite individualmente dalle famiglie, che preparano un altare speciale separato dal kamidana ordinario, e chiamato in svariati modi: toshigamidana, toshitokudana, o ehodana; tali altari possono essere decorati con shimenawa e cialde di riso a forma di specchio (kagami mochi), riso, sake dedicatorio (mike) e sale.
Derivati dal culto di Onmyodo, i nomi toshitokudana e ehodana indicano che la direzione propizia di ogni anno (eho) è sotto l’influenza del Toshitokujin. In qualche area, un pilastro chiamato ogamimatsu ("pino della supplica "), o rami di pino possono essere posti nei pressi del focolare come veicolo o mezzo (yorishiro) per la presenza del kami. Sia il toshigami che il toshitokujin di Onmyodo convenzionali sono simili nell’apparire durante il periodo del Capodanno, ma basandosi sulle corrispondenze con lo "spirito dell’altare" (shoryodana) dei riti estivi di Obon, e altre somiglianze tra le cerimonie di Anno Nuovo e Obon, si crede che il toshigami rappresenti una forma relativamente anteriore di culto rispetto a quello del toshitokujin. Vedi anche eho.