The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

NORRENI - LA CREAZIONE

LA CREAZIONE

Era al principio dei tempi: Ymir vi dimorava
non c’era ne mare ne spiaggia ne onde gelide;
terra non si distingueva ne cielo, in alto:
un baratro informe c’era ed erba in nessun luogo.
Finché i figli di Bor trassero su le terre
loro che Terra di Mezzo vasta foggiarono.
Dette luce da mezzogiorno il sole alle pareti di pietra;
allora germogliò la terra di porro verde.

Da mezzogiorno il sole, compagno della luna,
stese la mano destra verso l’orlo del cielo;
il sole non sapeva dov’era la sua corte,
le stelle non sapevano dov’era la loro dimora,
la luna non sapeva qual era il suo potere.


Andarono all’ora gli dei tutti alle sedie del giudizio
divinità santissime e su questo deliberarono:
alla notte e alle fasi lunari nome imposero;
al mattino dettero un nome e al mezzogiorno,
al pomeriggio e sera per contare gli anni.
cit. da Il canzoniere Eddico

Al principio, prima degli inizi del mondo non era che Abisso: Ginnungagap, che si trovava tra la desolata ragione delle nebbie e del gelo del Niflheimr e tra il calore e il fuoco del Muspellheimr.
Questi due mondi si sono incontrati al di sopra del nulla in un'esplosione di neve e fiamme, lave e torrenti.
Dalla fusione degli elementi contrari scaturirono Adhumula, la "nutrice", un'enorme mucca e il malvagio Ymir, un gigante tanto grande che disteso ricopriva tutta la terra e che si nutriva del latte della mucca.
Nelle smisurate cavità del suo corpo, si celava un fuoco potentissimo che faceva sì che il suo corpo avesse una temperatura altissima, da qui deriva un suo appellativo: Aurgelmir, colui che fa bollire il fango. Una notte, Ymir, nel sonno, incominciò a sudare e dal suo sudore nacque la prima coppia di giganti e il mostruoso Thrudhgelmir, un gigante a sei teste.
La mucca, leccando la brina che ricopriva le montagne di ghiaccio diede forma ad un essere antropomorfo, Buri, il quale, avvalendosi della doppiezza sessuale del suo corpo, generò un figlio, Bor, che unendosi alla gigantessa Best, figlia di Bolthorn, procreò tre figli: Odino, Vili e Vè, i “reggitori del cielo e della terra”, che ingaggiarono una furiosa lotta con Ymir.
Il gigante morì, colpito violentemente alla testa dai tre fratelli che provocarono così, un enorme fuoriuscita di sangue, scatenando un vero e proprio diluvio che inondò e travolse ogni cosa.
La marea rossa condannò ad una morte atroce tutti i giganti, tranne Belgermir, figlio di Thrudhgelmir, che insieme alla moglie riuscì a salvarsi aggrappandosi ad un tronco cavo.
La carcassa di Ymir precipitò nell'abisso degli abissi e con essa, i tre fratelli plasmarono l’universo.
Tra i resti del gigante si agitavano delle larve; Odino ed i suoi fratelli infusero loro l'intelligenza e la coscienza e così nacquero i primi gnomi, esseri di statura minuscola, progenitori dei nani e degli Elfi. Poco dopo, i tre fratelli presero il cranio di Ymir e ne fecero la volta celeste. A sostenere l'enorme volta posero quattro nani: Austri, Vestri, Nordhi e Sudhri, i loro nomi indicano i quattro punti cardinali. Elfi e i nani che era rimasti a lungo in prossimità di Muspelhimr, il lato luminoso del mondo, diventò più armoniosa e raffinata e andarono a vivere ad Alfheimr, invece a Svartalfaheimr, regno delle grotte, degli abissi e delle viscere della terra, si diffusero gli Elfi neri ed alcuni nani, che estesero il loro dominio su miniere, metalli, tesori e controllarono così, anche le forze e le scienze oscure, domarono il fuoco e divennero mastri fabbriferrai che tempereranno per Orlando la spada Durlindana, Gungir per Odino, il gladio di Gano Maganza, la spada maledetta di re Heidrek e il martello sfolgorante di Thor.
Gli dei crearono poi la prima coppia umana, formandola da due tronchi d’albero trovati sulla riva del mare:

[…] trovarono due alberi, li raccolsero e ne fecero due esseri umani; il primo diede loro anima e vita, il secondo intelletto e movimento, il terzo aspetto, parola, udito e vista; e diedero loro vesti e nomi. L’uomo si chiamò Askr, ma la donna Embla, e da loro nacque la stirpe degli uomini cui fu assegnata la terra giù sotto Midhgardhr. Poi essi costruirono nel centro del mondo quella rocca che è chiamata Ásgardhr […] e là Odino si assise sull’alto seggio e vide tutti i mondi e l’agire d’ogni uomo e sapeva tutte le cose che vedeva. Sua moglie si chiamava Frigg, figlia di Fiörgvinn e da loro proviene quella discendenza che noi chiamiamo le stirpi degli Asi e che hanno abitato l’antico Ásgardhr e quelle terre che gli appartengono – ed è una stirpe divina. Allfödhr egli può essere chiamato, poiché è il padre di tutti gli dei e gli uomini e di tutto quanto è stato compiuto da lui e dalla sua potenza. La terra era sua figlia ed era sua sposa, con lei generò il suo primo figlio, cioè Ásathórr: questi ebbe in sorte vigore e forza tanto da essere superiore a tutti gli esseri viventi.
Edda Poetica