The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

RITI DI PASSAGGIO WICCAN

RITI DI PASSAGGIO WICCAN

Diverse religioni celebrano diversi riti di passaggio. La religione cattolica ad esempio, nonostante non li riconosca come tali dando ad essi il nome di sacramenti, li riconosce come tappe iniziatiche sacre tramite le quali, secondo il credo cattolico, il Cristo risorto si manifesta per portare gli iniziati ad avvicinarsi a lui, quindi a scoprire il mistero della resurrezione.
I sette sacramenti cristiani sono riconosciuti in battesimo, cresima, comunione, confessione, unzione, ordine sacro e matrimonio.
Tre di questi rituali sono propriamente iniziatici in quanto conservano simbolismi tipicamente pagani: acqua, sale, vino, pane, olio. Il battesimo infatti viene svolto con acqua benedetta (quindi salata) e consacrata da un sacerdote. Giovanni Battista battezzava gli iniziati nelle acque del Giordano. Anche Gesù Cristo, recita il vangelo secondo Giovanni, si fece battezzare da lui. La cresima viene svolta con olio benedetto, come anche l'estrema unzione, e la comunione con pane e vino, entrambi consacrati.
La wicca, in quanto religione neopagana, conta tre riti principali che vengono svolti mediante propria cerimonia: il wiccaning, l'handfasting e il requiem. Rispettivamente "la presentazione agli dei", "il legamento delle mani" e "l'estremo saluto".
Oltre a questi ci sono altri riti di passaggio riconosciuti da varie tradizioni: "il Raggiungimento dell'età", "l'Iniziazione" e la "Dedica", "lo scioglimento delle mani" e l'"eldering", ossia il raggiungimento dell'età della saggezza.
Vediamo ora i tre principali.

WICCANING

Al contrario delle religioni semitiche, la wicca non prevede un "battesimo" forzato o una promessa, durante il matrimonio, di "crescere i figli secondo i dettami della religione". La Wicca non ci chiede di imporre la propria via ad altri, adulti o bambini che siano. La Wicca non ci insegna che chiunque nasce debba essere mondato per poter intraprendere la via di un profeta. Il Wiccaning in quanto tale, è una mera "presentazione" agli Dei del nuovo nato. Un modo gioioso per benedire il nascituro nei nomi della Dea e del Dio. Come recita Janet Thompson nel suo "Of Witches, celebrating the Goddess as a solitary pagan": Il wiccaning è un rito di protezione, ma serve anche ad assicurasi che il bambino sia correttamente istruito in più tradizioni o religioni. Quando lui o lei avrà la giusta età, potrà scegliere quale percorso intraprendere, perché gli risulterà più idoneo. Lui o lei dovrà decidere da solo, in quanto nessun Sentiero verso la Luce può essere imposto a nessuno. Ciascuno deve trovare la propria strada, in quanto nessuno di noi è fatto allo stesso modo. Tutti gli dei sono un solo dio e tutte le dee una sola dea. Non fa invero differenza quale strada si voglia scegliere, purché questa ti riempia di luce e gioia. Se si è arrabbiati o si soffre, allora la strada scelta non è quella giusta.
Il Wiccaning è il primo dei rituali di passaggio tradizionali ed è noto anche come "Presentazione alla comunità". Come abbiamo visto non è un impegno a far sì che il bambino che viene "presentato" sia iniziato ai misteri e consacrato ad un sentiero; al contrario, è un modo gioioso per dire alla divinità: "Grazie! Questo è mio figlio! Grazie! È sano, è forte e crescerà!" Per una strega che ha raggiunto l'età e la maturità di avere figli, la loro sicurezza e protezione è un argomento forte e molto importante. Questo rito permette una principale protezione da parte delle energie unite della congrega affinché possa essere benedetto nella sua crescita come essere umano sano e forte. Oltre a questo, è anche un modo per introdurlo nella comunità wiccan di cui i genitori fanno parte, nonostante non ci sia assolutamente l'obbligo di farlo. L'introduzione alla comunità non è intesa come purificazione o bando di possibili energie negative instillate dalla nascita attraverso l'utero e la vagina della madre. Non si parla di esorcizzarlo da chissà quale "peccato" che il piccolo, senza saperlo, avrebbe ereditato assieme alla sua forma umana e la sua vita naturale. Non c'è niente di tutto questo nel "wiccaning".
Il rituale è noto anche "Naming", perché in quel momento, essendo una presentazione, gli si dà un nome innanzi alle divinità e se scelto, lo si nomina anche con il nome segreto. Si chiede loro di proteggerlo, senza però sigillarlo o legarlo in qualche modo alla via della wicca. Non c'è in realtà un limite di età per il wiccaning, come del resto non c'è per il battesimo in qualsiasi religione. In genere lo si svolge nel primo anno di età, ma è possibile farlo quando lo si desidera e potrebbe essere infine un primo passo di presentazione agli dei. Un passo che precede l'autoconsacrazione o la "Dedica".
Il rituale del Wiccaning è il meno complesso degli altri. In primis è richiesta la presenza di un padrino e una madrina che si prendono la responsabilità, nell'eventualità che i genitori dovessero mancare e il bambino desiderasse seguire la via della wicca, di istruirlo e seguirlo sulla via della dea e soprattutto di proteggerlo magicamente finché non sarà in grado di farlo da solo. I due sacerdoti possono fungere loro stessi da padrino e madrina. In secondo luogo c'è il vero e proprio rituale del nome. Ossia i sacerdoti, all'interno del cerchio magico, richiedono ai genitori se il bambino ha un nome magico con cui desiderano che sia chiamato, un "nome di potere". Dopodiché avviene la benedizione del corpo (piedi, ginocchia, mani, cuore, occhi e testa) e la promessa dei genitori nonché la benedizione: "Nella vita ci sono molte strade che si divideranno davanti a te e avrai la tentazione di percorrerle. Noi non conosciamo dove conducono tutte quelle strade, ma chiediamo alla Dea, che conosce ogni sentiero, di indicare la via migliore per te e di proteggerti mentre la percorri. Così sia, con la benedizione della Dea e del Dio".
Il Wiccaning non è quindi un'iniziazione, ma solo un rito di protezione e benedizione del piccolo.

HANDFASTING

L'handfasting, o il legamento delle mani, è un rito di origine celtica. Viene svolto tra due persone consenzienti e prevede la consacrazione del proprio amore innanzi alle divinità. In sostanza è un vero e proprio matrimonio. In passato l'handfasting aveva una valenza limitata ad un anno ed un giorno, con la possibilità di "riconfermare" ogni anno il proprio amore e il proprio impegno o di attuare un "handparting", ossia una separazione delle mani. Ad oggi le cose sono diverse.
Al contrario di altre religioni però, si nota ancora la libertà di non essere costretti ad un legamento pressoché perpetuo con una persona. Dopotutto la vita umana, come sappiamo e accettiamo, non è esente da imprevisti, soprattutto per quanto riguarda i sentimenti, e prevedere a vent'anni cosa si farà a cinquanta è un'impresa pressoché impossibile. Il lato negativo che ha preso piede con la superficialità dei giorni nostri è la fretta di correre a sposarsi mediante handfasting proprio per questo motivo, ossia "tanto dura un anno e un giorno". Questo non solo sminuisce il lato spirituale del rito stesso, ma insulta anche il lato cerimoniale e magico della promessa che si fa, ossia l'impegno di costruire insieme una vita e una famiglia, indipendentemente dalla libertà di poter sciogliere il legame senza conseguenze apparenti.
Nonostante il matrimonio cristiano, quello che molti di noi hanno sempre in mente, sia ritenuto il più sacro (ma anche il più profano, dato che molti vi si avvicinano con una leggerezza che avrebbe dell'incredibile se non sapessimo della superficialità con cui molti di questi rituali cristiani vengono svolti) ha simbolismi pagani molto forti: il getto del riso (simbolo di fertilità), l'anello (sull'anulare perché si credeva nell'antica Roma che ci fosse una vena che passava direttamente da lì e conduceva al cuore), la giarrettiera della sposa e il lancio del bouquet. L'handfasting ha simbolismi molto diversi, ma idealmente simili. In primis c'è il simbolismo della legatura delle mani. Il sacerdote e la sacerdotessa ad ogni promessa che i due sposi si fanno secondo il rito, a turno prendono un nastro colorato e legano letteralmente insieme le mani dei due sposi, strette una sull'altra. Il secondo è il salto della scopa. La scopa come simbolo fallico e vaginale e soprattutto purificatorio ha una grande forza simbolica di fertilità. Il salto della scopa benedice la coppia con la fertilità. Secondo alcune tradizione la sposa salterebbe anche il fuoco per benedire la sua unione e benedire il ventre della sposa con la ferilità. Nel film "The Wicker Man", troviamo un interessante dialogo tra Lord Summerisle (guida spirituale, sommo sacerdote del culto agreste sull'isola nonché proprietario dell'isola stessa), interpretato da Christopher Lee e il sergente della polizia Neil Howie, interpretato invece da Edward Woodward. Il poliziotto, molto cristiano, è colpito in modo negativo dal culto pagano che si svolge lì. Sulla strada per la visita a Lord Summerisle vede danzare delle donne completamente nude intorno ad un piccolo falò nei pressi di un circolo di pietre e le vede inoltre saltare il fuoco a grandi balzi. Al suo sdegno per il fatto che siano nude il Lord risponde: "Ovvio, è pericoloso saltare il fuoco con i vestiti addosso", e poi spiega che saltando il falò invocano la benedizione dello spirito del fuoco per essere fertili.
Il salto della scopa ha un preciso significato anche di "bando". Come abbiamo visto nell'articolo sugli strumenti della strega a riguardo, la scopa ha un simbolismo di purificazione e di protezione. In antichità infatti si riteneva che le streghe, i vampiri, i folletti non potessero passare oltre la scopa, quindi la si metteva dietro la porta in modo che, se l'uscio si fosse aperto nottetempo questa sarebbe caduta impedendo l'accesso al male. Secondo alcune tradizioni anche il riso e il sale hanno la stessa funzione. Spargerlo a terra teneva lontano il male anche perché costringeva gli spiriti maligni a dover contare tutti i chicci e i grani di sale prima di poter raggiungere i viventi e infastidirli e questa cosa li avrebbe tenuti occupati per tutta la notte, così che al mattino, con il giungere dell'aurora, fossero costretti ad allontanarsi senza poter danneggiare nessuno.
Ad oggi anche l'handfasting ha perduto la connotazione di "un anno e un giorno" e durante il rito viene svolta una promessa ulteriore di amarsi anche oltre la propria vita e di reincontrarsi nella prossima, riconoscersi e amarsi di nuovo. Questo dà una valenza più forte ad un legame spirituale fatto innanzi agli dei, nonostante non sia riconosciuto, nel nostro paese, come un rito ufficiale e legale. Per quanto ci siano comunque delle possibilità di renderlo un rito civile, mediante una delega del sindaco su richiesta. Proprio il fatto che rimane in primis un rito spirituale, l'handfasting non prevede una discriminazione sessuale perché sia svolto: può essere officiato anche per coppie omosessuali; quando c'è la presa di coscienza della promessa che si sta facendo dinanzi agli dei le restrizioni non hanno alcun senso.
Anche il rito della "prima notte di nozze" (ivi compreso in alcune regioni e tradizioni che detengono in modo cardine il ruolo dell'illibazione la "conferma" mediante esposizione delle lenzuola macchiate di sangue al mattino dopo che la ragazza è giunta vergine all'altare), ha un ruolo pagano. Si parla infatti del Grande Rito, che viene svolto appena dopo l'handfasting, quando i due sposi si ritirano per "consumare" il matrimonio. Nella cultura nordica e celtica, (come abbiamo visto nell'articolo dell'anno scorso sul liquore), la coppia si separava con una grossa quantità di idromele. Facendo l'amore ogni giorno era pressoché certo che la sposa rimanesse incinta. Assumendo questa sacra bevanda dolce e alcolica durante un'intera lunazione di separazione dal resto della tribù in capanna, si favoriva una maggiore energia sessuale e, secondo la tradizione, la nascita di un maschio e quindi di un guerriero. Da qui il termine, tuttora in uso: "Luna di Miele" per riferirsi al periodo di solitudine che i due sposi si prendono appena dopo le nozze.

REQUIEM

Il Requiem, ossia il terzo e anche ultimo dei riti di passaggio cerimoniali nella wicca, è il "saluto ai defunti". Ogni tipo di tradizione religiosa ha delle precise usanze rituali funerarie che coinvolgono il corpo e che lo legano alle credenze verso l'aldilà.
Le prime tracce dei riti funerari si trovano agli albori dell'umanità e da alcuni fattori determinanti nelle scoperte effettuate, gli antropologi hanno ritenuto valida l'ipotesi che già i Neanderthal credessero in una vita dopo la morte o, addirittura, in una possibile via di reincarnazione. I defunti venivano infatti sepolti in particolari posizioni a ricordare i mesi di vita prenatale, ossia in posizione fetale o anche in sepolture di coppia. Diffusissima era l'usanza di seppellirli con gli oggetti che gli appartenevano in vita, quali armi, collane, amuleti o con i piedi legati, presumibilmente per impedir loro di camminare dopo la morte.
La credenza quindi che esistesse una vita immortale al di là della vita mortale, o anche una possibilità di "tornare" sotto altre forme o sotto altre spoglie era già diffusa e, nei termini base della stessa, non è cambiata.
Ci sono due tipi di ritualità standard: il ritorno delle spoglie alla terra, quindi inumazione e decomposizione del corpo sottoterra e la cremazione dei resti, quindi distruzione del corpo fisico immediata. Alcune tribù sciamaniche praticavano invece l'offerta del proprio corpo, ancora in vita, agli animali sacri e ritenuti totem, come gli Inhuit con gli orsi polari o gli sciamani kahuna delle Hawaii con gli squali. Quando veniva il momento che ritenevano giusto, uomini o donne che fossero, si allontanavano dalla tribù e attendevano che l'orso li uccidesse e li mangiasse, oppure si gettavano in mare in un luogo popolato da squali e si facevano divorare. Questo, secondo la loro tradizione, avrebbe permesso la vita attraverso questi animali.
Nelle popolazioni norrene era uso bruciare i re sui drakkar, le tipiche barche nordiche con la prua intagliata a sembianze di drago, assieme con la concubina, i cavalli e ciò che poteva servire al defunto. Si riteneva infatti che in vita, l'uomo aveva modo di guadagnarsi l'onore di accedere alle sale del Valhalla mediante fierezza, impavidità e onore in battaglia. Mandarlo quindi all'aldilà senza la possibilità di continuare ad essere un guerriero, secondo loro lo avrebbe reso indegno di cavalcare e bere assieme ai suoi compagni e ai suoi parenti defunti nelle grandi sale dove l'idromele scorre a fiumi.
La credenza che i morti debbano un giorno rialzarsi dalle loro tombe per essere giudicati ha invece spinto il cristianesimo a diffondere il rituale dell'inumazione nella terra e a dissuadere le popolazioni ad innalzare pire funerarie. Nei fatti la pira era un rituale pagano e con la cristianizzazione questo tipo di ritualistica doveva essere abbandonata e dismessa. In questo modo l'ha proibita, facendo uno sgambetto ulteriore ad un culto che voleva distruggere e diffondendo la notizia che "l'anima si brucia nel fuoco".
Il termine "Requiem" è latino e significa letteralmente "Riposo". Si usa riferirsi alle esequie con questo termine grazie al primo verso della liturgia cristiana per i defunti che recita: Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis, ossia "Dona loro l'eterno riposo, Signore, e che possa splendere loro la luce perpetua".
Fino a poco tempo fa era pressoché impossibile ricevere delle esequie non formalmente cristiane in Italia a meno che non si fosse ebreo, mussulmano o non battezzato. In uno di questi casi era riservato uno spazio apposito, al di fuori delle mura del cimitero; un triangolo di terra dedicato appositamente ad ebrei e non battezzati. Il terreno infatti non era consacrato, in quanto per le persone destinate a quel luogo la via del paradiso e della resurrezione non era ammessa. Gli assassini e i suicidi invece, essendo dannati assieme con altri peccatori indegni, un tempo venivano sepolti ai crocicchi delle strade. Ancora adesso c'è la credenza che i crocicchi siano un luogo dominato da forze maligne e spesso è possibile trovare statue della Madonna a guardia. In realtà questa antica tradizione deriva dalla demonizzazione delle divinità pagane, in quanto i crocicchi erano sacri a Ecate, la dea Trivia e a Mercurio. Nelle strade romane infatti era possibile trovare le loro statue a protezione.
Con la recente diffusione del rito di cremazione si è un po' spezzato anche il giogo del vincolo con il terreno cristiano del camposanto, e adesso è possibile reclamare le ceneri del defunto per poterle tenere a casa o disporre a seconda delle sue ultime volontà.
La wicca, di base, seguendo una via di rigenerazione e onorando il ciclo vitale scandito dalla ruota dell'anno, ossia qualcosa che gira in modo ciclico senza fermarsi mai, crede nella reincarnazione. Nononostante ciò, l'esperienza della separazione è qualcosa che ci spezza e ci ferisce lo stesso. Il cordoglio non è sopportato in modo particolarmente più brillante dalle streghe che da qualsiasi altra persona, nonostante la nostra consapevolezza nella vita ci porta ad accettare la morte in modo più sereno di altre vie spirituali, in quanto parte stessa della vita. Perdere una persona cara fa male anche ai pagani.
Al contrario di altre credenze non riteniamo che il corpo sia impuro e che necessiti di qualcosa di oltre a ciò che è per essere degno di tornare agli dei. Il rituale wiccan infatti non serve per permettere al defunto di accedere all'aldilà, ma per liberarlo dal peso del nostro bisogno spezzato. In sostanza il Requiem serve più a noi che rimaniamo qui per imparare a lasciare andare quel qualcuno che abbiamo amato. In ogni rituale wiccan di passaggio, come il wiccaning o l'handfasting, si usa infatti richiamare i defunti che desiderano presenziare al rito. La wicca non ha un rapporto tenebroso, oscuro o morboso con la morte e nemmeno le si avvicina in modo timoroso o spavaldo. La rispetta in quanto parte del ciclo vitale. Noi quindi non "evochiamo" gli spiriti disincarnati come gli spiritisti strappandoli dal luogo intermedio dove sono confinati per trascinarli in catene nel mondo terreno che non appartiene più a loro e a volte soggiogandoli ai nostri voleri in un triangolo evocativo, ma li chiamiamo gentilmente invitandoli, se lo desiderano (e se non hanno già trovato la via della reincarnazione) a partecipare al rituale in corso e benedire gli astanti con la loro presenza.
Non esiste un vero e proprio rituale tradizionale wiccan riguardante il requiem. Secondo la stessa Doreen Valiente non esisteva alcun rito nel BOS di Gerald Gardner a riguardo che giungesse dalla New Forest. Nei fatti non ho trovato alcun rito di stampo tradizionale sulle esequie wiccan e dal momento che, se parliamo di wicca, se non le ha scritte Gardner direi che non si può parlare di wicca tradizionale, l'unica cosa più vicina ad un rito wiccan tradizionale, che io sappia si trova nella tradizione Alexandriana, ossia in un rito dei coniugi Janet e Stewart Farrar. Il rituale del Requiem che conosco quindi e che tratterò come riferimento è quello pubblicato nel libro "Eight Sabbath for the Witches". In questo rituale molto dolce si crea il simbolismo della ciotola di terracotta avvolta in un panno a rappresentare il corpo e una corda con il quale viene legata a rappresentare il cordone argenteo che collega il corpo astrale a quello materiale. Tutti i viaggiatori astrali ne parlano: è un legamento che si estende senza fine e che ti permette di ritrovare la strada al ritono.
Durante il rito la corda viene sciolta dalla ciotola, poi questa viene avvolta in un panno nero e il sacerdote la infrange con una martellata. Questo simbolismo permette di ricreare il ritorno alla terra e di liberare così lo spirito dal corpo materiale; una cosa che è già avvenuta in effetti, al momento del decesso, ma che permette a noi di accettare questa separazione e di viverla con più serenità.
L'invocazione delle divinità coinvolge il lato oscuro della Dea, quindi Ecate, o qualsiasi dea oscura si preferisce affinché accolga il defunto nella terra dell'estate lungo il periodo che è richiesto prima della prossima reincarnazione e il Consolatore, il dio Cornuto signore della morte.
In seguito è possibile richiamare le divinità opposte, quindi Persefone, la fanciulla e divinità della vita e della rinascita e in questo caso svolgere il rituale al contrario; i Farrar infatti consigliano di svolgere prima una danza a spirale a chiudere e poi una ad aprire. Con il finire del rituale i cocci dell'urna o della ciotola devono essere gettati in un fiume o nell'acqua corrente. Ciò che è dato deve essere reso e anche il simbolismo di ciò che era il corpo materiale deve tornare alla terra, all'acqua e agli elementi primari.

ALTRI RITUALI DI PASSAGGIO

Darei un piccolo sguardo ora ai rituali di passaggio meno importanti celebrati nel paganesimo e nella wicca.
Raggiungimento dell'età. La celebrazione della pubertà, soprattutto tra le femmine è abbastanza diffusa. Almeno nel contesti in cui si permette l'accesso ai gruppi a streghe minorenni, il che non è sempre concesso. Quando però le streghe che ne fanno parte o che seguono il cammino wiccan hanno figlie che giungono ad avere il menarca, tengono una festa in onore della ragazza e le spiegano qual è la responsabilità della maturità sessuale. Soprattutto sul sesso il discorso è importante. Per quanto internet ormai sia spesso definibile come una cloaca di informazioni, una cosa è certa: la wicca celebra la fertilità, ma è anche e soprattutto una religione di scelta. Questo significa che la sessualità è libera ma non c'è promiscuità. Parlo per la mia esperienza: non ho mai partecipato ad orge rituali. Sarò stato sfortunato e avrò parlato con persone sbagliate, ma quello che ho sempre visto, praticato e saputo sul sesso rituale è che si svolge tra due persone adulte e consenzienti e soprattutto mai in presenza degli altri partecipanti al rito quando si attua il Grande Rito, men che meno se sono minorenni. Il momento del menarca o della pubertà è quindi la celebrazione di un primo passo nel mondo adulto e non l'iniziazione e l'introduzione a pratiche di sesso di gruppo rituale.
Con i ragazzi la situazione è diversa. In genere si parla di rito di passaggio quando si ha la prima polluzione notturna, ma non si ha una vera e propria celebrazione. So di alcuni gruppi omosessuali composti da soli uomini che celebrano questa prima presa di responsabilità sessuale, ma trovo comunque la cosa abbastanza anomala e non facendone parte ovviamente non posso esprimermi con certezza. Il problema rimane sempre la questione dell'età. Un ragazzo ha lo sviluppo intorno ai quattordici/sedici anni e rimane comunque un minorenne.
La Dedica/L'iniziazione. Giunto il momento della maggiore età, se una persona decide di seguire la via della wicca giungerà un momento di maturità spirituale che porta, spesso, alla decisione di consacrare o dedicare la propria via agli dei. Questa pratica, chiamata anche autoconscrazione, è un rituale di passaggio molto importante e molto spesso, anzi troppo spesso, sottovalutata e svolta nella foga dei primi mesi, quando ancora non ci si può rendere conto se quello che stiamo imparando a conoscere sarà davvero la nostra via o no. Il rituale di consacrazione è diverso da quello dell'iniziazione e vorrei chiarire in brevi parole qui la differenza. La consacrazione (o autoconsacrazione) è un rituale del tutto simile al wiccaning. Si prevede quindi la benedizione e consacrazione del corpo ed è un "dedicare" la propria via agli dei. Un modo di dire: "Madre, dedico il mio sentiero a te".
L'iniziazione invece è un passo più importante. Secondo la tradizione Gardneriana, quindi secondo ciò che Gerald Brosseau Gardner ha scritto nel suo Libro delle Ombre e ciò che ha ricevuto da Dorothy Clutterbuck e dalla New Forest è che una strega fa una strega. L'iniziazione quindi è un passo di "ingresso" in una coven o una tradizione. Non si parla solo di stregoneria quando si parla di iniziazione. Si parla di qualsiasi religione o via misterica e iniziatica, dalla massoneria al cristianesimo. Anche chi prende i voti e diventa prete partecipa ad un rituale di iniziazione, e anche nei College americani, per essere ammessi alla fratellanza bisogna partecipare ad uno pseudo rituale magico.
Nella wicca l'iniziazione viene data da un'alta sacerdotessa o da un alto sacerdote e si divide in tre passi distinti: primo, secondo e terzo grado. Non mi dilungherò oltre su questo argomento in quanto scriverò qualcosa a riguardo prossimamente; desideravo solo spiegare la piena differenza tra iniziazione (ossia primo passo nei misteri di un culto) e consacrazione (ossia dedica della propria via).
Handparting - Scioglimento delle mani. Come abbiamo visto, l'handfasting per tradizione ha valore per un anno e un giorno. Al termine di questo giro di ruota, i due sposi possono decidere di "sciogliere il legamento". Questo rituale è chiamato appunto "Handparting", ossia "divisione delle mani". Nel momento in cui due persone decidono di non voler più essere sposati, come hanno ufficializzato e solennizzato davanti agli dei la loro unione, possono decidere di fare la stessa cosa con la separazione. In un cerchio le mani, legate, vengono sciolte e le promesse dei sollevate. Questo spesso aiuta anche ad alleggerire i climi tesi tra la coppia e permettere ad ognuno di ricominciare la propria via in solitudine e magari innamorarsi di nuovo e risposarsi.
Eldering - la saggezza. Come diciamo sempre ogni tipo di età ha la sua magia e la sua forza. In un mondo dove le persone anziane hanno meno "valore" di quelle giovani facciamo fatica a capire invece quanto l'esperienza sia una cosa fondamentale. La wicca celebra la vecchiaia e la saggezza con rispetto e l'eldering è una forma di questo rispetto. Portiamo rispetto e onore alla dea oscura e discendente come a quella giovane e crescente, o almeno dovremmo farlo. Si riveste così il ruolo di "maestro", ossia l'esperienza accumulata, indipendentemente dall'età (che comunque ha una sua connotazione) e la saggezza che queste due cose unite portano, merita di essere celebrata.
L'eldering viene in genere svolta per le donne in menopausa o gli uomini in andropausa. Un tempo, nelle culture primitive e ancora adesso attive era il momento in cui alla persona era dato accesso al "consiglio degli anziani". Era permesso quindi che si sedesse intorno al fuoco o nella capanna sacra a discutere delle decisioni e a raccontare le storie degli antenati, narrate di padre in figlio.