The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Sambuco (Sambucus nigra)



A cura di Lyrio Baelfire

SAMBUCO

Nome scientifico: Sambucus nigra L. Sinonimi: -
Nome comune: (IN VARIE LINGUE E/O DIALETTI): Sambuco comune, Sambuco negro, Sambuco nero, Black elder, Elder (eng), Grand sureau(fr), Saúco (sp), Schwarzer Holunder (deu).
Famiglia: Caprifoliaceae.
Descrizione Botanica: Il portamento della pianta può essere di tipo arboreo o arbustivo, rimanendo comunque di contenute dimensioni (raramente supera i 4-5 metri). Ha corteccia grigia con numerose lenticelle sporgenti. Le foglie sono opposte, pennatocomposte con margine seghettato. I fiori sono bianchi e odorosi, portati in cime corimbiformi, la corolla è tubulare e molto breve divisa in cinque lobi, mentre i frutti sono drupe globose e nerastre. Tutta la pianta, fatta eccezione per i fiori e i frutti privati dei semi, è velenosa.
Habitat: Specie comunemente diffusa in tutta l'Europa centrale e meridionale, nel Caucaso e in Armenia, presente allo stato spontaneo dal mare al piano montano.
Fioritura: La corteccia e i frutti tra agosto e settembre; le foglie e i fiori tra maggio e luglio recidendo le infiorescenze alla base
Parte utilizzata:Fiori e frutti.
Raccolta: In piena fioritura e fruttificazione.
Principio attivo principale: Cianuro (glucosidi cianogenetici) e mucillagini. Il sambuco presenta proprietà medicinali-erboristiche riscontrabili nei frutti e nei fiori. Tutto il resto della pianta (semi compresi) è velenoso poiché contiene il glicoside sambunigrina (C14H17NO6).
Usi Etnobotanici: Le proprietà medicinali attribuite a questa pianta sono numerose: le proprietà febbrifughe trovano riscontro nelle proprietà diaforetiche (sudorifere) di alcune sostanze contenute negli oli essenziali, che faciliterebbero la guarigione da malattie influenzali e da raffreddamento. Per questo scopo vengono preparati infusi con i fiori freschi o essiccati. In aggiunta, molti autori indicano la presenza di numerose sostanze antiossidanti e di mucillagini, il che confermerebbe l'utilizzo dell'infuso di fiori contro le comuni malattie da raffreddamento.
I frutti sono ricchi di polifenoli, vitamine del gruppo B e vitamina C, il che spiegherebbe l'utilizzo del cataplasma ottenuto dallo schiacciamento dei frutti contro i rossori cutanei del viso. L'infuso dei fiori avrebbe anche proprietà antinfiammatorie generali.
Per quanto riguarda gli usi alimentari, i frutti vengono impiegati per la preparazione di sciroppi o marmellate. Anche i fiori hanno questo scopo. Le bacche sono commestibili solo previa cottura e dopo aver eliminato accuratamente i semi, e hanno proprietà lassative.
Curiosità: Nella mitologia germanica questa pianta portava il nome di Holda, una fata che possedeva miracolosi poteri di guarigione. Era molto rispettata, al punto che i contadini, passandovi a fianco, si inchinavano e si toglievano il cappello. È ritenuta da sempre una pianta apotropaica e veniva piantata appunto nei pressi dei monasteri, affinché potesse proteggerli dal male. In Sicilia era costume ritenere che un bastone di sambuco avesse la facoltà di uccidere i serpenti e di tenere lontani i ladri e per questo lo si trova in molte proprietà. Dal momento che il sambuco è cavo all'interno era uso costruire i flauti con questa pianta e la maggior parte degli strumenti a fiato che erano ritenuti magici erano proprio costruiti con legno di sambuco. Il pifferaio di Hamelin pare avesse appunto un piffero fatto di sambuco. Come ci fa notare Jacque Brosse nel suo Storie e Leggende degli Alberi, il suo nome greco è duplice, si chiama sia acté o actea, sia dendrôdès. Acté significa "nutrimento di Demetra", ossia il grano, ed è derivato proabilmente dall'antico radicale indoeuropeo açnati che significa "mangiare", il che fa supporre che le bacche fossero nutrimento per gli uomini antichi. Quando a dendrôdès significa invece "della natura degli alberi", e dato che si usava questo termine per riferirsi alle ninfe delle querce, è ragionevole pensare che il sambuco era ritenuto un albero sacro, o un dono degli dei stessi. Un'antica credenza riteneva che fosse appunto sacro alla Dea e che avrebbe attratto una maledizione su chi avesse mai osato bruciarlo. È infatti il decimo legno cantato nel Rede della Thompson, che recita: Il sambuco della Signora è l'eletto, non lo bruciare o sarai maledetto. Questo deriva appunto dal folklore inglese, secondo il quale bruciare il sambuco porta il diavolo in casa. Una ovvia trasposizione dell'infausto dissacrare una pianta sacra antica che crea quindi una forte spaccatura tra il fatto che sia ritenuto una pianta apotropaica e che possa invece attirare il male. Ma questo deriva dal fatto che il sambuco è il tredicesimo albero del calendario lunare arboreo britannico. Secondo alcuni fu proprio un sambuco l'albero sul quale si impiccò Giuda Iscariota, tormentato dal tradimento perpetrato nei confronti di Gesù Cristo. Questi due ultimi appunti pare siano stati uno dei motivi per cui poi il numero tredici divenne un numero sventurato. Fu proprio nel tredicesimo secolo che fu pubblicato inoltre un sermonario francese che di indignava contro le donne contadine che portavano offerte al sambuco demoniaco.
In antichità, però, si riteneva fosse una panacea, nonostante si pensasse che l'odore eccelso dei suoi fiori avesse un effetto soporifero eterno e che conducesse negli inferi. Dormire sotto un sambuco poteva rivelarsi fatale dal momento che si riteneva che le sue cavità fossero abitate dalle fate (o secondo alcuni dalle streghe) e che avrebbero rapito l'anima di chiunque si fosse addormentato alle sue radici. È quindi un albero legato alla morte, un portale per il mondo invisibile, ma è una pianta anche legata alla rigenerazione.
Usi Magici: Attenzione! È una pianta tossica e foglie, semi e corteccia non vanno mai ingeriti. Maneggiare con cautela!
In magia il sambuco è utilizzato prevalentemente per la divinazione, la protezione e la propiziazione. Veniva usato in tempi antichi per profetizzare il sesso dei nascituri, per difendere le case dai ladri e per propiziare un abbondante raccolto. L'uso più comune è quello di fabbricare bacchette magiche, cosa che non è sfuggita alla Rowling, la fortunata autrice della saga del mago Harry Potter: ha infatti preso in prestito il legno di sambuco per la bacchetta più potente mai creata, che fa parte dei tre famosi "doni della morte". Il suo legno può essere inoltre impiegato per creare il pennino con cui scrivere il nostro grimorio, ammesso che si desideri usare la china.
La corteccia è utile per creare un incenso protettivo e propiziatorio, con base in mirra e con alcune tra le erbe di S. Giovanni. L'incenso prodotto con i fiori essiccati, invece, è utile nella divinazione se fatto con base di benzoino. Se non ci è possibile piantare un albero di sambuco nei pressi della casa, è possibile appenderne un ramo al di fuori per allontanare i ladri e in genere gli spiriti maligni, rappresentati dalle mosche che, attratte dalle bacche di sambuco, non entreranno in casa. Se utilizzato con le stesse modalità, protegge anche dai fulmini.
Alcuni usano portarsi addosso le bacche essiccate di sambuco per proteggersi dagli attacchi magici, in quanto si ritiene che abbia il potere di annullare le maledizioni, infatti può essere utilizzato negli incantesimi protettivi durante consacrazioni dei luoghi, spargendone le foglie nelle quattro direzioni ed invocando il potere.
La Luna presiede al potere del sambuco, a livello astrologico, rendendolo quindi uno degli alberi delle creature notturne, ritenuto un cancello sul mondo fatato. Come molte altre piante è utilizzato sia per proteggere che per ferire, anche se la sua natura sacra predilige i rituali di protezione alle fatture. Si ritiene inoltre che se cresciuto all'ombra di un salice, un sambuco acquisisca poteri incredibili. Il legno di questo albero cresciuto in questa particolare condizione, tagliato nei giorni e le ore legati alla Luna, sembra sia utile alla creazione di talismani di enorme potere che proteggono nei viaggi, procurano visioni profetiche a livello onirico e favoriscano i poteri psichici.

Bibliografia:
Fonti cartacee:
Maugini E. Maleci Bini L. e Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione; Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova. Rangoni L. (2005): Il Grande Libro delle Piante Magiche; Xenia Edizioni, Milano. Cattabiani A. (1996): Florario, miti leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano. Jacque Brosse (1991): Storie e Leggende degli Alberi; Edizioni Studio Tesi, Italia.
Fonti elettroniche:
Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II
http://www.liberherbarum.com/ [consultato: Marzo 2012]
Luigi Rignanese: Botanica Sistematica http://www.homolaicus.com [consultato: Marzo 2012]
A.A.V.V.: Sambucus Nigra – Wikipedia it.wikipedia.org/wiki/Sambuco [consultato: Marzo 2012]