The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Tasso (Taxus baccata)



A cura di Lyrio Baelfire

TASSO

Nome scientifico: Taxus baccata L.
Sinonimi: .
Nome comune: (IN VARIE LINGUE E/O DIALETTI): Tasso, yew (eng), iúr (irish), if (fr), tejo (esp), eibe (deu).
Famiglia: Taxaceae.
Descrizione Botanica: Conifera dal portamento arbustivo o arboreo, alto fino a 20 metri. La corteccia è sottile, bruna, che esfolia nel tempo. le foglie sono verdi, piatte, lunghe fino a 4 centimetri e larghe 3 millimetri, arrangiate su rametti sottili in modo da avere la pagina inferiore rivolta verso il basso, formando due file piatte in entrambi i lati del rametto. I coni femminili (volgarmente chiamati “pigne” in altre conifere, ma scambiati per bacche nel tasso) sono molto modificati: le brattee sono fuse insieme in un piccolo arillo carnoso, rosso, con lo scopo di essere consumato dagli uccelli migratori (soprattutto tordi, merli e bombicille) per la dispersione dei semi, singoli per ciascun arillo. I coni maschili sono globosi, molto piccoli e spargono polline in primavera, l’impollinazione è anemocora. Sono molto longevi e possono vivere fino a 600 anni, ma esistono esemplari millenari, soprattutto in Gran Bretagna.
Distribuzione Geografica: Foreste decidue temperate, radure continentali.
Habitat: Comune in tutta Europa, diffuso anche nelle regioni caucasiche e Nord Africa.
Fioritura: -.
Parte utilizzata: In medicina il legno e le foglie, in magia il legno.
Raccolta: Tutto l’anno, meglio in luna calante.
Principio attivo principale: Taxolo, taxina. La taxina è altamente tossica per tutti i mammiferi, la LD50 (dose letale per il 50% del campione cui viene somministrata) è nell’ordine dei mg/kg peso corporeo. L’intossicazione causa tachicardia, tremore, convulsioni, collasso, difficoltà respiratorie e arresto cardiaco. è contenuta in tutte le parti della pianta tranne che nell’arillo carnoso, che è innocuo. Il taxolo è un principio attivo in grado di inibire la mitosi (e quindi la proliferazione cellulare), commercializzato con il nome di Paclitaxel, usato nella chemioterapia come farmaco antitumorale.
Usi Erboristici e/o Culinari: ATTENZIONE! Tutta la pianta è tossica e non va mai ingerita. L’unica parte commestibile è l’arillo carnoso, dal quale vengono ricavate gelatine e marmellate dal sapore dolce. T. baccata è un rimedio omeopatico..
Curiosità: L’origine del nome è da ricercare in due ceppi linguistici diversi: la radice proto-germanica *īwa-, originata dal gallese *ivos, irlandese ēo, iodhadh (pronuncia yhew, iheu), utilizzato originariamente per indicare il color marrone, costituisce il nome comune di questa pianta in Inghilterra, Irlanda, Francia e Germania (eibe si pronuncia aibh); il ramo latino invece fa derivare il nome taxus da toxicum, tossico (italiano arcaico: tosco), a causa delle proprietà mortifere di questa pianta. Il tasso è da sempre associato agli inferi, infatti prende anche il nome di “albero della morte” (todesbaum in tedesco). è sacro a Ecate, divinità psicopompa, e il suo legno sarebbe usato dalla dea per la sua torcia; nel Medioevo si diceva che questa dea lunare si sarebbe presentata ai maghi che l’avessero invocata con una torcia di legno di tasso. Anche le Erinni usavano questo legno per tormentare i mortali che intendevano perseguitare. Nel druidismo era considerato un albero sacro e molti oggetti di culto erano fabbricati con il suo legno. Per i greci, coricarsi alla sua ombra era molto pericoloso, poiché si diceva che la strada per l’Ade fosse ombreggiata dai tassi. In effetti, sostare sotto questi alberi in primavera può causare mal di testa, letargia, prurito ed eruzioni cutanee a causa del polline, che ha un’azione citotossica.
Shakespeare scrisse che fu proprio del distillato di tasso, tanto mortale e malefico, a provocare la morte del padre di Amleto per mano di suo zio, che versò una goccia di veleno nell’orecchio del re mentre dormiva. Il suo legame con la morte, il sonno e l’oblio la rendono una delle piante più affascinanti e pericolose per l’uso magico. Ma il grande poeta ne cita l'uso anche nel Macbeth, dove le tre streghe che appaiono all'inizio della tragedia gettano nel calderone un rametto di tasso colto durante l'ultima eclissi di luna.
Il legno di tasso è anche noto per essere molto utilizzato nella costruzione dei longbow, ossia gli archi lunghi, molto in uso nel medioevo da parte dell'esercito britannico. Il legno di questo albero era utile per la sua elasticità e resistenza e l'arco che con esso si otteneva era capace di colpire un nemico notevolmente più a distanza di un normale arco. La differenza infatti è dovuta al fatto che l'arco lungo è costituito da una curvatura unica, contrario ad un arco normale che ha una doppia curvatura alle due estremità, dove è fissata la corda. Gli archi costruiti con questo legno erano lunghi quanto un uomo e quando tesi, avevano la forza misurata tra le 90 e le 150 libbre, con la possibilità di scagliare una freccia molto più lontano e con molta più forza di qualsiasi altro arco dell'epoca. Fu proprio la peculiarità di questo albero che ne permise l'uso per la costruzione di archi. Infatti un tronco, se tagliato in sezione, presenta due tipi differenti di massa legnosa, una più chiara ed esterna, chiamata alburno e una più interna, chiamata durame. Nel caso del tasso, questa differenza è molto ben marcata e venivano utilizzate entambe sfruttandone le peculiarità. Mentre l'alburno, per la sua elasticitià era utilizzato per la parte più esterna dell'arco, ossia quella che viene sottoposta a trazione, il durame, più resistente, veniva invece utilizzato per la parte interna, che invece è soggetta a compressione.
Il terrore che gli archi lunghi incutevano nei nemici era leggendario, ed è anche per questo che la fama di questo albero fu legata al concetto della morte. Ma i celti usavano un distillato del succo ottenuto mediante la spremitura dei semi, insieme con elleboro e artigolio del diavolo per creare una sostanza viscosa estremamente velenosa, con la quale sporcavano le punte delle freccde per renderle estremamente mortali. Si dice che fu proprio una freccia di tasso ad uccidere Re Riccardo Cuor di Leone.
Ma il tasso era un albero legato anche alla rinascita per molte popolazioni, ed è anche per questo che lo troviamo spesso legato ai cimiteri, perché così come i greci, anche per i germanici si trattava di una porta che conduceva all'aldilà.
Il tasso è associato alla lettera ogham Ioho.

Usi Magici: Il tasso si presta molto bene per la realizzazione di bastoni magici e bacchette, utilizzabili in tutti gli incantesimi di bando, allontanamento e trasformazione. Bruciarlo favorisce la comunicazione con gli spiriti dei defunti e il suo uso è spesso legato alla loro evocazione.
Bibliografia:
Fonti cartacee:
Maugini E. Maleci Bini L. e Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione; Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova.
Cattabiani A. (2010): Florario: miti leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano
Rangoni L. (2005): Il Grande Libro delle Piante Magiche; Xenia Edizioni, Milano.

Fonti elettroniche: Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II http://www.liberherbarum.com/ [consultato: Ottobre 2015]